La resurrezione solidale necessaria per Italia ed Europa

12 aprile 2020
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Non dimenticheremo questa Pasqua 2020 al tempo della pandemia da Covid19 per il suo drammatico svolgimento e per le fragilità, causate dall’uomo, del Pianeta emerse tutte insieme: ambientali, sanitarie, economiche, scientifiche, politiche. Quest’ultime riguardano gran parte dei governi nazionali sorpresi dalla crisi per beghe di potere, per sottovalutazione dell’epidemia che sinora interessa ben quattro miliardi di persone o per stabilire la priorità tra la salute delle persone o del profitto cioè tra la vita o la morte.

Su questo sfondo pauroso di tragedia, che ha già fatto centinaia di migliaia di morti e di milioni di poveri estremi, da un lato, si staglia simbolicamente la figura di Papa Francesco che da solo, in una deserta Piazza San Pietro, celebra i riti pasquali facendosi carico del dolore universale dell’umanità e dall’altro, i comportamenti rissosi di gran parte delle classi dirigenti nazionali e sovranazionali come quelle italiane ed europee.

In Italia ancora una volta si tenta di superare ogni limite di responsabilità politica collettiva. Mentre calano i ricoveri dei contagiati, senza aver ancora superato il pericolo di una ripresa del contagio e trovato il vaccino, si comincia a pensare alla fase due del contenimento dell’epidemia e contestualmente alla ripresa in sicurezza delle attività economiche.

L’Eurogruppo (i ministri delle finanze dei paesi UE dell’euro), in preparazione del prossimo Consiglio Europeo (formato dai capi di stato e di governo) prefigurano un articolato intervento di 540 mld di euro attraverso tre strumenti di finanziamento – Sure per la cassa integrazione dei lavoratori dipendenti, Bei per gli investimenti, Mes per la spesa sanitaria e la ricerca senza la condizionalità dell’austerità della Troika -. Inoltre l’accordo prefigura l’impegno per creare nel bilancio dell’UE uno strumento di debito comune per sostenere la ripresa economica (comunque denominato, eurobond o in altro modo) da decidere nel prossimo Consiglio Europeo. Quest’accordo è un compromesso tra l’opposizione dei governi dell’Europa settentrionale a qualsiasi forma di sostegno ai paesi indebitati dell’Europa meridionale e la richiesta di questi di una solidarietà europea per salvare il futuro dell’UE, ma non giustifica l’assalto alla baionetta della destra nostrana e di quella europea tra l’altro per motivi opposti. La prima vorrebbe cancellare il Mes, la seconda lo vorrebbe invece più cogente. Ancora in quest’occasione abbiamo registrato la fragilità della nostra classe dirigente, soprattutto politica ed economica, che con linguaggio violento (che potremmo definire da cortile se non offendessimo le persone che abitano i cortili le quali soffrono le pesanti conseguenze della crisi: fame, povertà estrema, disagio psicologico) ha espresso le sue contrapposte valutazioni oscurando i risultati ottenuti. All’attacco della destra che ha accusato il governo di tradimento per aver accettato il Mes ha risposto un adirato Conte (tono che non gli giova) forte dei passi avanti dell’UE e della tenuta dell’ampio schieramento di governi europei che condividono le richieste dell’Italia di altri mille miliardi per gli investimenti per la ripresa economica. L’Italia non appare nell’UE isolata e se migliorasse il suo funzionamento politico attraverso quella cabina di regia già proposta coinvolgendo maggioranza e opposizione, rappresentanze economiche, sociali e scientifiche, migliorerebbe la fiducia europea, la speranza del paese e ne accrescerebbe il senso di responsabilità collettiva e di solidarietà.

Un’altra nota offensiva è apparsa in questi giorni su un autorevole giornale tedesco il quale auspicava che non si dessero soldi europei all’Italia perché sarebbero finiti nelle tasche della mafia. E’ un mantra che sentiamo da tempo anche in casa nostra. Coloro si sono opposti (e si oppongono) agli investimenti nel Meridione hanno usato (e usano) lo stesso argomento senza però opporsi agli investimenti e al riciclaggio del denaro sporco della criminalità organizzata anche nelle regioni del centro nord italiano e in Europa. Sono gli stessi che chiedono l’indebolimento della legislazione antimafia conquistata col sangue di tante vittime innocenti di mafia, che si schierano contro magistrati, forze dell’ordine e movimento antimafia che hanno saputo contrastare e indebolire le mafie, vecchie e nuove, la corruzione e l’evasione fiscale, denunciando la cattiva politica e la mala economia che le favorisce. Purtroppo, benché sollecitato, non abbiamo visto lo stesso impegno di contrasto in tutti governi europei ai quali non sono dispiaciuti gli investimenti nei loro paesi con il riciclaggio dei frutti velenosi dell’economia criminale (pecunia non olet!) italiana e transnazionale.

Buona Pasqua a tutti i nostri lettori e lettrici al tempo della pandemia con la convinzione che esso segnerà il nostro passaggio verso un futuro di rinascita, prosperità e felicità.

 di Vito Lo Monaco

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