La procura europea prende corpo, il Tribunale Ue avrà nuovi giudici

Europa | 4 dicembre 2015
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Un nuovo passo importante verso la nascita della Procura europea. Il Consiglio Giustizia e Affari Interni ha raggiunto un orientamento generale parziale sul regolamento che istituirà la nuova procura, la cui base giuridica è costituita dall' articolo 86 del Trattato sul funzionamento dell' Unione europea. La Procura combatterà i reati che ledono gli interessi finanziari dell' Unione, a partire da Eurojust, per proteggere i contributi erariali dei cittadini comunitari al bilancio Ue. Ma vedrà estese le sue attribuzioni alla lotta contro la criminalità internazionale, anche per dare risposta agli ultimi tragici avvenimenti legati al terrorismo internazionale. Il controllo giurisdizionale degli atti procedurali della Procura europea sarà affidato agli organi giurisdizionali nazionali. Competenza esclusiva della nuova Procura sarà quella di individuare, perseguire e se del caso rinviare a giudizio (dinanzi agli organi giurisdizionali degli Stati membri), gli autori dei reati a danno del bilancio comunitario. I procuratori europei delegati svolgeranno le indagini e avvieranno le azioni penali nel rispettivo Stato membro, avvalendosi del personale nazionale e applicando le leggi nazionali.Saranno poi coordinati dal procuratore europeo, che in questo modo assicurerà uniformità di approccio in tutta l' Unione (aspetto importante nelle controversie transfrontaliere). Dalle competenze della Procura dovrebbero essere esclusi i cosiddetti "reati bagatellari" (quelli che cagionano un danno inferiore a un determinato ammontare, ad esempio i 10mila euro). Tra gli obiettivi di fondo quello di trattare alla stessa maniera tutti i tipi di reati che ledono gli interessi finanziari dell' Unione europea, considerati alcuni presupposti quali il carattere transfrontaliero del reato, il pregiudizio arrecato all' Ue e il coinvolgimento di funzionari comunitari. Oltre a quello di evitare l' avvio della stessa azione penale in più Stati membri, grazie alle relazioni tra il procuratore europeo e i procuratori europei delegati operanti nel territorio dei 28 Paesi membri dell' Unione. 

    

Ventuno nuovi giudici in organico entro il 2019


Una riforma strutturale del Tribunale dell' Unione europea. Questa la decisione del Consiglio che ha deciso di ampliare il numero di giudici operanti presso il Tribunale Ue (collegato alla Corte di Giustizia) di ben 21 unità entro il 2019. Non solo. La riforma entrerà in vigore tra meno di un mese, e prevede di abbreviare i tempi delle sentenze, in conformità con l' articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali. Gli ultimi dati resi noti dall' Ue hanno visto aumentare i casi trattati dal Tribunale dai 600 del 2010 ai 912 del 2014, fino ai 1270 pendenti a fine novembre 2015. L' aumento esponenziale è dovuto soprattutto a causa delle competenze in materia bancaria. Anche per questa ragione tra le novità introdotte dalla riforma c' è la possibilità per il Tribunale Ue di decidere in più occasioni solamente con cinque giudici, e la chance per gli Stati membri di nominare coppie di candidature di nuovi giudici che andranno a integrare quelli già operativi. Tra gli obiettivi dell' integrazione dei giudici, in particolare, il Consiglio dell' Unione europea indica esplicitamente anche "l' obiettivo di assicurare il più possibile l' uguaglianza di genere nella composizione del Tribunale Ue". Entro il 2021 la Corte di Giustizia dovrà stilare un rapporto sull' efficacia del funzionamento del Tribunale Ue e fare delle proposte legislative di modifica dello statuto che lo regolamenta. Per ulteriori informazioni consultare il sito Internet www.consilium.europa.eu.

    

La resistenza su mafia  e terrorismo


Il ministro di Grazia e Giustizia Andrea Orlando ha spiegato che la discussione è avanzata «in modo non soddisfacente. Abbiamo riposto grandi aspettative in questo strumento, ma mi pare che il modo in cui stia venendo fuori dalla trattativa sia assolutamente al di sotto delle nostre aspettative». Il progetto di regolamento presentato dalla Commissione è attualmente oggetto di negoziato tra i paesi. Oltre che dal Parlamento, il testo va approvato all' unanimità dai paesi membri. «Nel momento in cui ci sarebbe bisogno di uno scatto in avanti nella costruzione di strumenti comuni di repressione e di contrasto alle forme di criminalità, questo passo è un' occasione perduta - ha aggiunto sempre Orlando, riferendosi tra le altre cose ai recenti attentati terroristici di Parigi -. Mi auguro ci sia ancora qualche spazio da qui alla conclusione definitiva, ma non nascondo una profonda delusione che ho manifestato» durante la riunione dei ministri della Giustizia.Nel 2013, la Commissione ha presentato un progetto legislativo che propone la nascita di una pubblico ministero europeo (ossia di una Procura europea), con il compito di indagare contro i reati di frode e truffa ai danni del bilancio comunitario. Il ministro Orlando sta dando battaglia perché il progetto legislativo sia l' occasione per gettare le basi di una futura istituzione che sia capace anche di lottare contro il terrorismo e la criminalità organizzata. Per di più, lo stesso progetto legislativo presentato dalla Commissione (in versione minimalista agli occhi di Roma) è ostacolato da alcuni governi, come quelli francese o tedesco, che vogliono preservare anche nella lotta alle truffe contro il bilancio europeo i compiti della loro amministrazione pubblica. Tra le altre cose, alcuni paesi vorrebbero che reati di un valore inferiore ai 100mila euro siano comunque perseguiti dalle autorità nazionali. La discussione tra i ministri proseguirà nelle prossime settimane.



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