La preferenza di Musumeci per gli uomini nel governo regionale
Ha intanto raggiunto quota 6.000 firme solo in 24 ore la petizione lanciata dalla Cgil dopo il varo, in occasione dell’ultimo rimpasto, di una Giunta regionale tutta al maschile. Tra le adesioni quelle di rappresentanti del mondo accademico e della cultura di associazioni come l’Anpi, il Centro Pio La Torre e di altre forze sociali come la Confapi. “Ben venga un ripensamento da parte del presidente della Regione- rilevano - purchè questo non sia il solito ‘pannicello caldo’. Quello che abbiamo chiesto infatti – sottolineano i due esponenti della Cgil- è di dare voce alle donne, affinchè possano portare il proprio contributo soprattutto in questa fase difficile, aprendo la politica su prospettive e visioni a largo raggio di cui finora la politica in prevalenza tutta al maschile si è rivelata incapace”. Mannino e Argurio aggiungono: “Si dice sempre più spesso che una svolta per la Sicilia può venire dal contributo delle donne ma poi non si dà gambe e questa opinione”.
La nota della Cgil si conclude quindi con l’auspicio che “la questione della rappresentanza femminile nella Giunta regionale venga affrontata in modo serio e che il dibattito e le pressioni di questi giorni servano ad aprire una stagione di effettive politiche di genere volte alla garanzia dello sviluppo dell’occupazione e del welfare all’insegna delle pari opportunità e della giustizia sociale”.
A proposito della polemica sulla assenza di una presenza femminile nella Giunta del governo regionale, il presidente della Regione Nello Musumeci ha rilasciato la seguente precisazione:
«Sono un convinto assertore del valore che la donna rappresenta anche nella politica. E sono d'accordo con chi reputa il sistema delle "quote" una sorta di recinto che spesso penalizza il merito e, a volte, legittima l'ipocrisia. L'assenza di rappresentanza femminile nella Giunta di governo, a seguito della sostituzione dei due assessori (di cui una donna) richiesta da Forza Italia, è solo momentanea. Come è noto, ho chiesto alle forze politiche della coalizione di far sì che la parità di genere sia non solo predicata ma anche praticata. Mi attendo, quindi, già a breve atti e scelte conseguenziali. Ma il tema ripropone - inutile nasconderlo - l'insoluto problema della selezione della classe dirigente politica in Sicilia. Siamo ancora lontani dagli obiettivi per realizzare pienamente un sistema di pari opportunità, nel quale fermamente credo. Così come è altrettanto noto - ma a quanto pare è utile ricordarlo - che, quando alla Regione ho compiuto scelte di mia esclusiva competenza, ho sempre preferito la concretezza ed il valore aggiunto femminile: il segretario generale, il capo Gabinetto, il capo Segreteria particolare, il portavoce, il responsabile anticorruzione, i direttori generali strategici sono tutte donne, ma soprattutto competenti. Con la prossima legislatura regionale, entra in vigore la riforma proposta e votata dall'attuale Assemblea, che renderà "rosa" almeno un terzo della Giunta. Ed è questa la vera scommessa che i Partiti in Sicilia debbono saper vincere, dimostrando, oltre la logica dei numeri, la volontà e la capacità di saper formare e selezionare una nuova classe dirigente, senza più penalizzazioni».
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