La necessità di rivalutare le ferrovie siciliane

20 giugno 2020
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In questo ultimo periodo si sono succeduti diversi annunzi sul ripristino delle corse ferroviarie e sull’utilizzo di nuovi treni nella nostra isola. Si è parlato di nuove corse, di alta velocità, addirittura di realizzare il ponte sullo stretto di Messina col modello Genova. Sarebbe stato opportuno chiarire la vision perché una cosa è sostituire alcuni treni vecchi con treni nuovi, ripristinare alcune corse soppresse durante l’esperienza del coronavirus, riprendere alcuni lavori di sistemazione della rete secondo la logica di sopravvivenza sperimentata nel passato recente, altra cosa sarebbe rivedere tale logica al fine di eliminare i disservizi, integrare la rete ferroviaria siciliana al suo interno e collegarla, all’esterno, al resto d’Italia e d’Europa .

L’impressione che si ha è che siamo nella vecchia logica e che l’aumento delle corse e la sostituzione dei treni rientra nell’antica prassi di cercare d’incrementare il traffico verso il mare durante la stagione estiva senza con questo affrontare il problema generale dei tempi di percorrenza e quello dei collegamenti interni ed esterni all’isola con i disagi connessi.

Se l’impressione di cui si è detto è fondata nulla di nuovo sotto il sole: continuiamo a rimanere “ staccati” non solo dal resto del Paese ma anche all’interno della nostra regione con effetti economici e sociali non trascurabili. Per convincersene basti considerare , da un lato, quanti treni ci sono da e per Milano, e quanto impiegano, e, dall’altro, a quali e quanti disagi si andrebbe incontro ad esempio volendo raggiungere Trapani da Siracusa o da Ragusa o anche da Agrigento.

Non era cosi nel passato quando la situazione era meno problematica . Almeno per la fascia centro-meridionale dell’isola, secondo l’esperienza di chi scrive , mentre negli anni ‘60 per andare a Palermo e viceversa, ad esempio, c’erano almeno due corse giornaliere dirette della Modica-Palermo, adesso c’è solo qualcosa ( e non da Modica mi pare) a carattere saltuario (non nei giorni festivi), con coincidenza a Xirbi ed in certi casa a Caltanissetta ed a Xirbi . Soluzioni analoghe negli stessi anni c’erano da Agrigento per Catania. Addirittura c’è stato un periodo in cui esisteva il Canicattì-Milano.

Tra l’altro nella situazione attuale non si considera che il diradarsi delle varie corse, oltre a creare problemi a coloro che per lavoro o per studio sono costretti a viaggiare ogni giorno, disaffeziona sempre più l’utenza che non può accettare la loro stagionalità o la loro irregolarità con innegabili effetti economici negativi. Oltretutto non si tiene conto, da un lato, che i collegamenti rapidi sono, o possono essere, occasione di sviluppo e, dall’altro, che la viabilità nostra, che sarebbe l’alternativa al servizio ferroviario interno all’isola , lascia a desiderare sia come volume di traffico che come stato delle strade.

Certo si può dire che invece dei treni ora ci sono gli autobus anche per tratte lunghe ma bisogna considerare che per motivi economici e pratici il predetto servizio non è, né potrebbe essere, capillare come quello di un treno che nel caso citato sopra della Modica-Palermo serviva contemporaneamente, si pensa con innegabili vantaggi economici, grossi centri come Modica, Vittoria, Gela, Licata, Canicattì, Caltanissetta, Termini Imerese e Palermo.

Forse prima di cambiare criterio di gestione della nostra rete ferroviaria sarebbe stata necessaria una valutazione più approfondita della situazione dei trasporti in Sicilia non solo per stabilire nell’ottica dell’economicità e dell’attenzione al cliente il ruolo e l’estensione del servizio ferroviario ma anche per fissare gli ambiti del servizio marittimo, del servizio aereo e di quello delle autolinee.

Considerazioni analoghe possono farsi per il ponte sullo stretto tornato di attualità dopo anni che se ne parla: se può far parte del corridoio europeo nord-sud con i relativi vantaggi in termini finanziari, se non vi sono grossi rischi a carattere tecnico, se può servire a rendere rapidi i collegamenti, se può far parte di un programma più grande teso a rendere facilmente accessibile la nostra isola, se si può realizzare in tempi brevi, allora se ne può parlare. Altrimenti, se si tratta solo di recuperare qualche minuto, è meglio utilizzare le risorse per altro.

 di Diego Lana

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