La minaccia globale della Piovra che si alimenta di "oro bianco"

16 giugno 2015
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Uno dei magistrati più esposti nella lotta alla 'ndrangheta e uno dei massimi esperti della storia delle organizzazioni mafiose firmano Oro bianco (Mondadori) : un quadro inedito e allarmante sul rapporto fra le cosche calabresi e i gruppi criminali internazionali. «Tutto inizia» in Colombia negli anni Ottanta, scrivono Nicola Gratteri e Antonio Nicaso, quando la 'ndrangheta acquista le prime partite di cocaina.
In un Paese poverissimo, dove il 13 per cento della popolazione infantile soffre di malnutrizione, il numero dei giovani che finiscono nella rete delle bande criminali è elevatissimo.
Dei circa 300 miliardi di dollari provenienti dalla vendita al dettaglio di cocaina, solo il 7 per cento rimane in Colombia.
I soldi provenienti dal traffico della cocaina non servono infatti per lo sviluppo della società colombiana, perché il 90 per cento del profitto è diviso fra operatori finanziari e organizzazioni criminali.
Responsabile principale del traffico è diventata la 'ndrangheta, che esercita un controllo ferreo e minuzioso su tutte le fasi dell' operazione, contrassegnando ogni pacco contenente cocaina con il marchio dell' associazione che ne cura la produzione. Per comunicare fra loro, i membri dell' organizzazione usano messaggi brevissimi o fischi diversamente modulati, utilizzano nomignoli e giri di parole, rendendo quasi impossibile decrittare il loro linguaggio.
La 'ndrangheta è riuscita a insediarsi in Perù, Bolivia, Argentina, Venezuela, Brasile, Messico, Stati Uniti, Canada, Australia. In Africa ha stabilito il nucleo dell' organizzazione in Marocco: qui si sono insediate tre grosse organizzazioni, compreso il clan Avena di Isola Capo Rizzuto, che si dividono i proventi del traffico di droga - una si occupa della coltivazione di hashish, una del trasporto e la terza della distribuzione della cocaina.
Secondo la Direzione investigativa antimafia, il nuovo Eldorado del crimine organizzato calabrese è appunto l' Africa, dove la 'ndrangheta agisce in pieno accordo con i vari Stati.
L' organizzazione mafiosa non si limita alla droga, ma gestirebbe anche il traffico di esseri umani; avrebbe il monopolio del «coltan», una miscela di minerali, di cui è ricco il Congo, utilizzata dall' industria delle nanotecnologie; mentre in Kenya e Somalia controllerebbe lo smaltimento di sostanze tossiche. In Sudafrica, viceversa, parenti degli 'ndranghetisti della Locride gestiscono ristoranti ed hotel di lusso, copertura ideale per traffici illeciti.
La capacità di penetrazione delle cosche calabresi ha raggiunto livelli allarmanti anche in Europa: in Germania in almeno dieci dei sedici Länder sono andati a vivere i rampolli delle principali famiglie della Locride e del crotonese, che hanno investito grandi somme di denaro soprattutto nel settore alberghiero e immobiliare.
Ma anche Olanda, Belgio, Lussemburgo, Spagna, Portogallo e Francia non sono immuni dal contagio - per non parlare dei Paesi dell' Est: Bulgaria, Croazia, Ucraina e Russia -. Non solo vengono utilizzati i porti di Rotterdam e Anversa per far entrare la cocaina in Europa, ma la 'ndrangheta ricicla il danaro ricavato dal narcotraffico grazie a massicci acquisti di immobili in Polonia, nei Paesi baltici e in Irlanda. Quanto alla Svizzera, si sta assistendo a un vero e proprio fenomeno di colonizzazione.
L' inchiesta condotta da Gratteri e Nicaso dimostra che la 'ndrangheta è ormai diventata una holding transnazionale in grado di confrontarsi con le maggiori organizzazioni criminali internazionali, come i cartelli della droga colombiani e venezuelani, perché è riuscita a mettere le mani sul controllo della distribuzione europea della cocaina. Il suo mercato non conosce crisi e non è più riservato ad un consumo di élite, ma è diventato uno «sballo» di massa, si afferma in Oro bianco : un libro che si raccomanda non solo per la serietà ed il rigore della ricerca, ma anche per la capacità di scrittura degli autori. (Corriere della Sera)
 di Giovanni Russo

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