La Mal'aria delle grandi città, record negativo a Palermo

Società | 1 febbraio 2016
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Il 2015 si è concluso all’insegna dell’emergenza smog. Verso la metà di dicembre, infatti,  nella maggior parte delle grandi città italiane le centraline di fondo urbano e di traffico hanno registrato ininterrottamente superamenti del limite (come previsto dal D.lgs. 155/2010) del PM10 di 50 microgrammi per metro cubo da non superare per più di 35 volte in un anno. Delle 90 città monitorate da Legambiente nella campagna “PM10 ti tengo docchio”, infatti, ben 48 (il 53%) hanno superato nel 2015 la soglia dei 35 giorni consentiti per legge. Le situazioni più critiche si sono registrate a Frosinone, che guida anche questanno la speciale classifica di Legambiente, dove i giorni di superamento sono stati 115; seguono Pavia con 114 giorni, Vicenza 110, Milano 101 e Torino 99. Unemergenza che rischia di diventare cronica. E’ questa la fotografia scattata dal dossier “Mal’ARIA di città 2016. L’inquinamento atmosferico e acustico nelle città italiane” che vede il capoluogo siciliano al 21° posto nella classifica avendo superato la soglia con 69 giorni nella sua “centralina peggiore” situata in via Di Blasi. Palermo supera i livelli da 7 anni su 9. A seguito della presentazione dei dati immediate sono state le reazioni degli ambientalisti. Da tempo immemore dichiara Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia - denunciamo la pericolosa situazione in cui vivono i cittadini a Palermo e ancora una volta ribadiamo che sulla salute delle persone non sono ammissibili perdite di tempo. Le politiche messe in atto negli ultimi anni sono state fallimentari”. “Secondo i dati del dossier- continua Zanna -nulla è cambiato dalla gestione Cammarata a quella Orlando. Certo riconosciamo ed apprezziamo gli sforzi dellattuale giunta, ma non è abbastanza e sono tante le contraddizioni, come le tanto discusse ZTL che non risolveranno i problemi dellinquinamento in città: così concepite sono soltanto unulteriore tassa”.

Nel dossier sono stati inoltre comparati i dati del 2015 con quelli raccolti da Legambiente nel corso degli anni. Il dato che fa più riflettere, confrontando i sette anni tra il 2009 e il 2015, è di come nelle classifiche redatte ogni anno le città coinvolte siano prevalentemente sempre le stesse; ben 66 città infatti compaiono almeno una volta nella classifica dei capoluoghi che hanno superato i 35 giorni ammessi e di queste ben 27 (il 41%) lo ha fatto sistematicamente 7 anni su 7. Altre 12 città, il 18%, lo hanno superato 6 anni su 7, mentre 4 città (il 6%) 5 anni su 7 e sempre 4 città 4 anni su 7. Il capoluogo siciliano ha superato il limite 6 anni su 7; mentre Siracusa 1 anno su 7.

Per quanto riguarda lozono la classifica di Legambiente riporta le città in cui è stata superata la media del numero di giorni di superamento della media mobile sulle 8 ore di 120 μg/m3 registrata da tutte le centraline presenti sul territorio comunale del capoluogo. I limiti previsti dalla normativa per le emissioni di ozono troposferico consentono un massimo di 25 giorni di superamento della media mobile. Un quadro della situazione lo forniscono i dati raccolti da Legambiente per Ecosistema Urbano (XXII edizione - anno 2015, dati Comuni 2014). Il 33% dei capoluoghi di provincia monitorati (28 su 86) ha superato il limite dei 25 giorni: prime in classifica Genova e Rimini con 64 giorni di superamento, seguono Bologna (50), Mantova (49) e Siracusa (48).

Negli ultimi 5 anni si è superato il limite dei 25 giorni in molte città italiane: prendendo in considerazione gli 88 capoluoghi di cui si hanno sufficienti dati storici dal 2010 al 2014, il 18% di questi (16 città) lo ha superato sempre in tutti gli anni (Mantova, Lodi, Bergamo, Lecco, Piacenza, Cremona, Brescia, Treviso, Rovigo, Bolzano, Udine, Torino, Varese, Modena, Venezia, Vicenza), il 21% ha invece superato il limite almeno 4 anni su 5, mentre solo un quarto non ha mai superato il limite. Tra le cittadine siciliane Siracusa ha superato il limite da 1 a 3 anni su 5.   

Il dossier esamina attentamente unaltra componente importante dellinquinamento presente nelle nostre città, quella del rumore, spesso sottovalutata, ma non meno importante dello smog. In Italia infatti sono quasi sei milioni (il 10% della popolazione) i cittadini esposti, negli ambiti considerati, al rumore prodotto dal traffico stradale a livelli giornalieri inaccettabili secondo lOrganizzazione Mondiale della Sanità. Occorre secondo Legambiente intervenire per risolvere tutto questo: si può e si deve fare. Lo dimostrano, a loro dire, le diverse buone pratiche per combattere lo smog e migliorare la qualità della vita in ambiente urbano che già sono state messe in campo: larea C di Milano, la zona 30 di Torino Mirafiori, la bicipolitana di Pesaro. Ed ancora il piano della mobilità pensato dalla città di Bolzano per incentivare i cittadini ad usare i mezzi pubblici, la linea tram di Firenze-Scandicci che in quattro anni ha registrato oltre 13 milioni di viaggiatori allanno ben disposti a lasciare lauto a casa, lHub delle merci di Parma, il park&ride (parcheggi di interscambio) di Bari, il pedibus e il bicibus scuola promosso a Reggio Emilia, il Pony Zero Emissioni che ha preso il via a Torino, il bosco sociale di Ferrara per ridurre le emissioni inquinanti. Sulla base dei dati forniti dal dossier sul capoluogo siciliano il presidente regionale di Legambiente fornisce il suo elisir. “Riteniamo dice Gianfranco Zanna - che la grave e pericolosa situazione possa essere risolta realizzando sempre più aree pedonali, per arrivare praticamente alla pedonalizzazione dell'intero centro storico; non abbandonare le altre zone della città, evitando di creare cittadini di seria A e B,  con più mezzi pubblici di trasporto, da altre linee di tram ad autobus elettrici o alimentati a metano; ulteriore estensione del servizio di Car e Bike sharing, favorendo così il cambio di stile di vita dei cittadini”. 
 di Melania Federico

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