La fecondazione assistita secondo Vincenzo Borruso
Cultura | 14 marzo 2015
Può uno Stato laico assumere a norma legale una convinzione religiosa? E se è giusto rispettare i sentimenti religiosi, è giusto che comportamenti dettati dalle fede siano imposti a cittadini che questa fede non condividono? Sono le domande a cui cerca di rispondere Vincenzo Borruso in Fecondazione assistita: perché non si riproducano chimere (Ed. Navarra, 125 pagine, 12 euro)
La legge sulla fecondazione medicalmente assistita, la n. 40/2004, approvata dal Parlamento, confermata dalla sconfitta del referendum abrogativo del 2005, è sopravvissuta dieci anni, demolita in larga parte da sentenze dei Tar, di Tribunali ordinari, dalla Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo, è stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta l’anno scorso per quanto ha riguardato il divieto della fecondazione eterologa. Sono stati dieci anni di lotte animate da associazioni e da singole coppie e cittadini privati del diritto di risolvere i loro problemi di procreazione, e di fughe all'estero, per chi disponeva di mezzi economici, dove vigevano legislazioni più permissive di quella italiana.
”L'evoluzione della medicina oggi permette di dare risposte finora non realizzabili, come avere figli se si è sterili o formando famiglie con prole anche quando si vive soli o in coppie omosessuali”, spiega BOrruso. E in paesi come il nostro, ormai cittadini di un mondo nel quale la fecondazione eterologa, l'utero in affitto, brutto termine per indicare una madre "surrogata", per quanto non accettati da tutti, non si possono impedire con norme legali, sapendo che alla base di questi comportamenti vi sono quasi sempre bisogni di affetto. Non è la prima volta che le conquiste della medicina hanno provocato profondi cambiamenti nelle società civili: arroccarsi dietro concezioni vecchie, ma spesso con radici antiche sul piano dei sentimenti, non fermerà i cambiamenti.
Dopo il pronunciamento della Corte costituzionale, l'Autore ripercorre le polemiche che hanno accompagnato una delle leggi più discusse del nostro Parlamento; individua nelle nostre tradizioni le radici di certi costumi sul piano del rapporto di coppia, ancora vive sebbene in altri contesti sociali, indica modesti e umani percorsi che inducano il legislatore a dare risposte adeguate alla complessità di una società moderna, senza che riproducano mostri, chimere, come le chiamavano i nostri antichi progenitori. Il libro sarà presentato da Filippo Acquachiara e Sinuhe Curcuraci, mercoledì alle ore 17,30, ad iniziativa dell'Università Popolare, presso la Scuola Media Cascino di Piazza Armerina (via Monsignor La Vaccara).
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