La dubbia relazione tra criminalità e centri di accoglienza
“-9,2% i reati in generale in Italia, -15% gli omicidi, le violenze sessuali e i tentati omicidi. …In calo anche le presenze di stranieri in accoglienza -31,87%. …Con cali record in Sicilia -42,6% e -33,5% in Lombardia”. Questi i dati diffusi dal ministero dell’Interno, nei giorni precedenti le elezioni europee, in tema di sicurezza e accoglienza dei migranti, quale risultato del Decreto Sicurezza approvato dal governo Conte lo scorso novembre. Secondo quanto indicato nei comunicati stampa rilasciati dal Viminale, uno per ogni regione, intitolati “Decreto sicurezza, il bilancio del Viminale. E ora è pronto il Dl bis”, i due fenomeni sembrano registrare una diminuzione rispetto all’anno precedente. Al di là dei numeri in quanto tali, ciò che non passa inosservato è che il calo del numero di migranti e la riduzione di reati vengono presentati, sebbene non in modo esplicito, in correlazione.
Insomma, meno reati poiché meno migranti. Oltre alla velata e, probabilmente, forzata relazione, come sottolineato da Openpolis le informazioni diffuse dal ministero guidato da Matteo Salvini sono il frutto di un’elaborazione di dati a cui non è possibile avere accesso nella loro versione originale. Inoltre, entrambi i fenomeni vengono presentati in maniera semplificata.
Relativamente all’accoglienza, è necessario tenere presente che vi sono diversi tipi di centri di accoglienza (Siproimi – ex-Sprar, Cas, Hotspot, Cpr), così come diversa è la condizione giuridica delle persone che sono ospitate in questi luoghi. Ogni tipo di centro ha le sue particolarità e produce effetti diversi sul territorio che lo ospita. Anche relativamente ai reati, il calo del numero dei crimini viene riportato, per ciascuna provincia, solo in termini percentuali rispetto allo scorso anno. Sempre la Fondazione romana puntualizza come non viene preso in considerazione il trend storico dei reati, non si distingue tra tipi di reati, nazionalità o condizione giuridica di chi li ha commessi. Manca, pertanto, qualsiasi elemento su come e in che misura la riduzione del numero dei crimini sia connesso a quello dei migranti presenti nei centri di accoglienza.
Inoltre, le serie storiche di Istat sui delitti denunciati arrivano fino al 2017 e il ministero dell’Interno non ha rilasciato nessun nuovo dato in materia. È facile, quindi, smentire una correlazione del genere. Basti pensare, infatti, che tra il 2013 e il 2017, nonostante una crescita degli ospiti presenti nei centri di accoglienza pari al 730,5%, i delitti sono diminuiti del 16,0%. Ad oggi non si hanno gli elementi necessari per valutare sia il vecchio sistema di accoglienza sia le considerevoli modifiche introdotte dal Decreto sicurezza. L’unica certezza è che già pronto il “Decreto Sicurezza Bis” con cui il ministero degli interni intende inasprire ancora di più la lotta all’immigrazione.
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