La difficile gestazione della biblioteca del gattopardo a Santa Margherita Belice
Il palazzo Filangeri-Cutò di Santa Margherita di Belice non ha portato fortuna alla nascita della biblioteca gattopardiana di cui si parla da almeno un ventennio e tornata prepotentemente sui social in questi giorni come la “biblioteca Tomasiana più grande del mondo”. Il rifacimento del prospetto di palazzo Sacco, invece, potrebbe segnare il momento di avvio di uno spazio dedicato a Giuseppe Tomasi di Lampedusa, l’autore de Il Gattopardo.
L’iniziativa sarebbe unica. Non si ha notizia che esistano altre biblioteche specifiche su Tomasi di Lampedusa, che tra i suoi avi conta (tra i Tomasi) un “cacciatore di teste”. E questo potrebbe spiegare l’archiviazione della “biblioteca gattopardiana” a vantaggio della “Biblioteca Tomasiana”. Questa scelta fa supporre che il tema conduttore sarà la vita “Tomasiana e non l’opera “gattopardiana”.
“La costituzione della Biblioteca Tomasiana – nell’idea formulata dal sindaco Franco Valenti ed affidata ad un comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi - vuole essere un punto di riferimento per gli studiosi, i cultori o i semplici lettori, cioè una Biblioteca specialistica e un Centro internazionale di studi, documentazione e ricerche su Tomasi di Lampedusa”.
In base a questa prima idea embrionale formulata dal sindaco del piccolo centro belicino “i volumi saranno scelti tra le edizioni più rinomate, nazionali ed estere, e i testi di maggiore rilevanza scientifica delle opere di Giuseppe Tomasi di Lampedusa; documenti librari, archivistici, articoli, recensioni, note critiche sull'autore in quotidiani, periodici, riviste letterarie; tesi di laurea o di dottorato su Tomasi, di comprovato valore scientifico”.
L’idea, sostanzialmente, ricalca quella che è circolata negli ultimi vent’anni.
Una decina di anni fa Salvatore Savoia, studioso e autore di un libro su Tomasi di Lampedusa, regalò diversi testi posseduti dall’autore de Il Gattopardo alla allora nascente “biblioteca gattopardiana”. Allora i locali erano stati individuati all’interno del palazzo Filangeri-Cutò, costruito dagli avi di Tomasi di Lampedusa (ramo Filangeri) e posseduto dalla famiglia fino all’inizio del 1900, quando con il “Principe Rosso” le “ultime rondini presero il volo”.
Il palazzo ospitò per un paio di mesi anche la regina Maria Carolina, costretta ad allontanarsi prima da Napoli e poi da Palermo, all’inizio del 1800.
Il palazzo non portò fortuna alla regina che, dopo il soggiorno margheritese, fu costretta a ritornare in esilio in Austria.
Migliore sorte non ha avuto la biblioteca gattopardiana.
Adesso con il “trasloco” qualcosa potrebbe cambiare.
Palazzo Sacco, una residenza privata espropriata dal Comune dopo il terremoto del gennaio 1968, per anni è stato dato in affitto ad una cooperativa sociale che si occupa di integrazione sociale.
Circa un anno fa, in occasione dell’inizio dei lavori di sistemazione esterna, palazzo Sacco è stato concesso in affitto ad una associazione per farne la sede di rappresentanza di un polo universitario. Poi i locali furono ritenuti insufficienti ed il contratto fu annullato.
Adesso che i lavori di sistemazione esterna sono stati ultimati e resta da completare soltanto la manutenzione del prospetto, è stata rispolverata l’idea della biblioteca gattopardiana adattata a “Biblioteca Tomasiana”.
Pare che anche Gioacchino Lanza Tomasi, figlio adottivo dello scrittore, donerà dei libri alla nascente biblioteca. Il comunicato stampa non spiega se si tratterà di libri curati dallo stesso Lanza Tomasi sull’autore del Gattopardo o se saranno libri posseduti da Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Gioacchino Lanza Tomasi è il presidente della giuria del “Premio letterario internazionale G. Tomasi di Lampedusa” che si svolge ogni anno, nella prima decade di agosto, in abbinamento con un concerto di piazza che richiama migliaia di persone.
Della biblioteca, spiegato gli interessati, faranno parte anche il libri premiati nelle oltre 15 edizioni del premio letterario. Un premio particolare, senza competizione. Il vincitore viene scelto dalla giuria a proprio insindacabile giudizio.
L’inaugurazione della biblioteca potrebbe avvenire entro la prima decade di agosto: il tempo di formalizzare l’idea con un passaggio in consiglio comunale o in giunta municipale, e per acquistare l’arredo.
Resta da chiarire se nel palazzo Sacco si trasferirà anche la biblioteca comunale o se le due strutture resteranno divise e distanti: la prima fuori del paese e la nuova struttuca in pieno centro storico. L’ipotesi più accreditata che trapela vede palazzo Sacco adibito come luogo di mera rappresentanza, dove collocare più eventi per non fare notare – almeno in un primo momento – troppi scaffali vuoti.
Con questa iniziativa il sindaco Franco Valenti punta di chiudere in bellezza il suo secondo mandato consecutivo.
Ultimi articoli
- Natale, un po' di rabbia
e tanta speranza
nella cesta degli auguri - Lotte e sconfitte
nelle campagne siciliane
al tempo di Ovazza / 1 - La legge bavaglio imbriglia l'informazione
- Perché l’Occidente si autorinnega
- Ovazza, storia di un tecnico
prestato alla politica - Si smantella l’antimafia
e si indebolisce lo Stato - C’era una volta l’alleanza progressista
- Vito Giacalone, un secolo
di lotte sociali e politiche - Violenza sulle donne, come fermare
l’ondata di sangue - Ovazza, l'ingegnere ebreo comunista
padre della riforma agraria