La cultura antimafia cresce a scuola, nonostante il Covid
Nonostante il Covid-19 l'attività culturale ed educativa del
Centro Studi Pio La Torre non si è fermata grazie alla collaborazione volontaria dei suoi
soci, del comitato scientifico e dei giovani del Servizio Civile.
Da ben 14 anni il Centro utilizza le videoconferenze per
collegarsi con tutte le scuole italiane (pubbliche, private, delle case
circondariali) che condividono annualmente il suo progetto educativo antimafia
e antiviolenza.
Nel momento in cui la pandemia ha costretto le scuole alla
didattica a distanza (DAD), il Centro non ha avuto alcune difficoltà a
condividere con le scuole le nuove tematiche del progetto.
La collaborazione ha riscosso nuove adesioni.(oltre cento
scuole nella prima videoconferenza).
Dalla lettura degli attuali scritti dagli studenti e
pubblicati sul sito del Centro e nella sezione junior di Asud'Europa, si può
trarre qualche breve considerazione sulla ricaduta del lavoro educativo svolto
dagli insegnanti e del contributo culturale del Centro.
Dai licei di Fondi (Latina) a quelli di Siracusa, dai ragazzi
di Sutera a quelli di Mussomeli (aree interne della Sicilia) emerge l'interesse
con cui è stata seguita la prima videoconferenza del 2020 del Centro, la
partecipazione degli studenti di Mussomeli a un progetto europeo di Erasmus.
Da Fondi a Mussomeli, da Como a Palermo, cioè dal Nord al
Sud, dai grandi centri urbani a quelli delle aree interne si nota un legame
culturale di ripudio netto delle varie forme di violenza e la domanda “cosa
posso fare io?” per contrastarle.
Cioè un impegno che prefigura una partecipazione attiva alla
“civitas”.
L'altro progetto che si può rilevare tra gli studenti delle
altre cento scuole è la percezione corretta del fenomeno mafioso come sistema
criminale che coinvolge pezzi di società, di politica, di finanza, di economia,
di ceti professionali; che sa usare le nuove tecnologie informatiche e la
globalizzazione del sistema economico; che sa penetrare negli apparati
istituzionali e trasferire i ricavi delle sue attività illegali in attività
legali; che sa approfittare della pandemia per acquisire nuovi consensi sociali
e vantaggi con forme ipocrite di assistenza caritatevole o di usura e tentativi
di sfruttare le risorse finanziarie europee destinate alla ri-crescita del
Paese.
Tutto ciò si evidenzia anche tramite le attività educative
scolastiche solleticate dai docenti particolarmente sensibili che da tempo
rivendicavano la necessità di ripristinare l'educazione civica come materia di
studio obbligatoria; oggi diventata realtà per decisione del governo dall'anno
scolastico in corso.
Alle scuole il Centro ha offerto, in collaborazione col Miur,
con la rete delle scuole-( Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Palermo
(capofila), del Liceo Ciceri di Como, dell'ITI di Fondi- Ist. Pacinotti-) di
accompagnare i giovani nella loro crescita e sviluppo culturale, per formare le
loro competenze e creatività che aiuteranno il Paese per il suo sviluppo
futuro.
L'obiettivo è fornire alle nuove generazioni tutte le informazioni utili per riconoscere il fenomeno mafioso e i sistemi criminali, per contrastarli e rivendicare dalle classi dirigenti l'impegno a combattere qualsiasi protezione e collusione politica con essi, per avere la certezza di un futuro democratico e di crescita economica e sociale.
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