La crisi climatica del mondo colpirà i bambini

Società | 1 ottobre 2021
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In base agli attuali impegni presi dai paesi del mondo per contenere linnalzamento della temperatura globale, i bambini nati nel 2020 sono sttai  esposti alle ondate di calore eccessivo in media sette volte di più rispetto ai loro nonni, con punte di 18 volte in più se si considera ad esempio il solo Afghanistan. I neonati di oggi saranno anche colpiti 2,6 volte in più dalla siccità, 2,8 volte in più dalle inondazioni dei fiumi, quasi 3 volte in più dalla perdita dei raccolti agricoli, con punte di 10 volte in più come in Mali, e dal doppio degli incendi devastanti. É lallarme lanciato da Save the Children, lOrganizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini, alla vigilia del meeting internazionale PRE-COP26 ospitato dallItalia a Milano dal 30 settembre al 2 ottobre in preparazione del summit ONU sulla crisi climatica COP26 che si terrà in Scozia il prossimo novembre.

I dati diffusi dallOrganizzazione con il report “Nati in crisi climatica: perché dobbiamo agire subito per proteggere i diritti dei bambini”, realizzato in collaborazione con un team internazionale di ricercatori sul clima guidati dalla Vrije Universiteit Brussel (VUB), e rilanciato anche dalla rivista Science, mettono in evidenza laumento netto dell’esposizione a una serie di eventi estremi legati al clima dei bambini nati nel 2020 rispetto a quelli nati nel 1960. Come mette in evidenza il rapporto, anche se l86% delle emissioni globali di CO2 è responsabilità dei paesi più ricchi, i bambini che vivono in quelli a basso e medio reddito e nelle comunità più svantaggiate saranno colpiti prima e più pesantemente, perché sono già i più esposti alle malattie trasmesse dall’acqua, alla fame e alla malnutrizione, e vivono in alcuni casi in abitazioni precarie o più fragili e vulnerabili in caso di inondazioni, cicloni e altri eventi climatici estremi.

Per i bambini più vulnerabili gli impatti del cambiamento climatico possono interrompere l’accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione, come nel caso delle bambine penalizzate dalle disuguaglianze di genere, delle popolazioni sfollate o rifugiate, dei bambini disabili e delle popolazioni indigene. In Pakistan, ad esempio, dopo le inondazioni del 2010 aggravate dal cambiamento climatico, il 24% delle bambine al sesto anno di studi ha abbandonato la scuola rispetto al 6% dei bambini, e se è improbabile che i bambini del Nord America e dell'Europa Occidentale soffrano di un aumento nella perdita dei raccolti, quelli dell’Africa subsahariana dovranno affrontare 2,6 volte più perdite nei raccolti rispetto ai loro coetanei, e i bambini del Medio Oriente e del Nord Africa fino a 4,4 volte di più. Alcuni di questi bambini corrono il rischio di subire questi disastri simultaneamente o in rapida successione, con leffetto indiretto di rimanere intrappolati in un circuito di povertà a lungo termine e di annullare decenni di progressi nella lotta contro la fame e contro le sue conseguenze come larresto della crescita che compromette la loro salute.

Il rapporto diffuso da Save the Children sottolinea che gli impegni presi finora per la riduzione delle emissioni nel quadro dell’Accordo di Parigi determinerebbero un aumento della temperatura globale da 2,6 a 3,1 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali, con un impatto inaccettabile sui bambini. Come evidenziato nel rapporto, però, è ancora possibile invertire questo andamento. Se si riuscirà invece a limitare laumento della temperatura a 1,5 gradi come sancito dallobbiettivo dellAccordo di Parigi, l’esposizione aggiuntiva dei neonati attuali alle ondate di calore eccessivo diminuirà del 45%, del 39% per la siccità, del 38% per le inondazioni dei fiumi, del 28% per la perdita dei raccolti e del 10% per la devastazione degli incendi. La crisi climatica- ha dichiarato Inger Ashing, CEO di Save the Children International- è di fatto una crisi dei diritti dei bambini, e l’azione sul cambiamento climatico non è solo un obbligo morale, ma anche un obbligo legale per i governi di agire nel migliore interesse dei bambini”.

Il summit ONU COP26 sarà chiamato a scelte cruciali per il futuro dei bambini. Con questo obiettivo, e in occasione dei meeting Youth4Climate: Drive Ambitione PRE-COP26, che saranno ospitati dallItalia a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre, Save the Children ha promosso levento internazionale online Children and Youth Voices on the Climate Crisis che si svolgerà alla presenza del Ministro per la Transizione Ecologica del Governo Italiano, Roberto Cingolani, 13 giovanissimi attivisti, tra i 12 e i 18 anni, impegnati nei loro paesi e nelle loro comunità nella difesa e nella promozione dei diritti dei bambini saranno collegati in diretta dallAfrica, dallAsia, dallEuropa e dallAmerica Latina, per un dialogo intergenerazionale con alcuni rappresentanti istituzionali e non che hanno un ruolo chiave in vista della COP26.

Melania Federico



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