L'Unione europea allenta il rigore per la solidarietà

Europa | 27 marzo 2015
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Per spiegare ai cittadini l'Italia di Renzi basterebbero due dati scheletrici. In chiaro, la legge di stabilità, varata dal Governo ha tagliato per 10 miliardi di euro la spesa pubblica, la quale, a sua volta, ha prodotto un risparmio di 6 miliardi in luogo dei 10 iniziali. Ovviamente la pentola ha un grosso buco, attraverso il quale, il 40% dei fondi, va in ... fumo, in corruzione, in sprechi, in clientelismo, in opere inutili, peggio incompiute!

In questo periodo di dimissioni del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, si discute molto circa la possibile separazione in due ministeri delle funzioni, quantomeno opportuna, essendo la prima di carattere progettuale e programmatorio, mentre la seconda risponde a criteri economici e gestionali, compresa l'opportunità della separazione in più società e della decisione di quotare in borsa Ferrovie Italiane. Inoltre, secondo il costume italiano, comune alla mentalità dei mass media, l'attenzione è stata spostata dal merito dei problemi, liberalizzazione del trasporto pubblico locale, piano degli aeroporti e dei porti, verso il nome del possibile successore di Lupi, sarà Del Rio o Cantone? Nei prossimi giorni l'ardua sentenza!

Bisogna rilevare che il tentativo d'imporre la mentalità e la consuetudine, che, a decidere deve essere un uomo solo al comando, non soltanto è conducente, stando, almeno, ai risultati delle politiche di rigore imposte a tutti i paesi dell'Unione Europea,ma, addirittura sembra aver contagiato i mass-media, che essi siano a diffusione  on-line o su carta, producendo nei cittadini una sorta di soporifera assuefazione in ogni latitudine e grado. Superfluo aggiungere al riguardo, che la deriva, parlando dell'effetto, non è di marca italiana, bensì europea. Una macchina da guerra è stata approntata intorno agli equilibri blindati dell'Unione Europea per consentire che un'oligarchia funzionale agli assetti possa decidere dei destini di milioni di cittadini, di giovani, di donne, di anziani, di lavoratori, a cui, ogni giorno di più, è sottratta la sovranità della cittadinanza, dei diritti civici e sociali, con la dignità del loro lavoro!

Tornando ai tagli,  operati dal Governo alla spesa pubblica, è utile ricordare che la corruzione costa agli italiani 60 miliardi di euro l'anno. Sarebbe appena il caso di scrivere euri, spiegando l'obbrobrioso plurale con la famosa battuta, "Euri e non euro, per il fatto che i soldi sono nostri!" 

Dunque, nello specifico, i sacrifici, cui sono stati sottoposti milioni e milioni di lavoratori, pensionati, precari, donne in gravidanza licenziate, poiché avevano deciso di procreare!, soltanto non sono serviti a nulla. Non hanno consentito il rientro dal deficit, almeno pari ai soldi tagliati ai servizi e rastrellati con aliquote esorbitanti, in particolare per le imposte sul reddito delle persone fisiche trattenute dalle regioni, tra cui si è distinta la Sicilia e i comuni. Di 10 miliardi soltanto 6 sono rientrati in bilancio con una perdita di 4! Non si tratta, certamente di bruscolini, se a 1 miliardo di euro corrispondono circa 1.937 miliardi delle vecchie lire!

In una recente visita a Bruxelles una deputata inglese, Lucy Anderson del Labour Party, aderente al gruppo dei Socialists & Democrats, spiegava che la negata adesione del Regno Unito alla moneta unica europea fu, all'epoca una decisione politica ben meditata nel Labour Party, giacché apparivano già all'orizzonte le avvisaglie di una posizione dominante della Germania imperniata su presupposti monetaristi, che, da soli, erano in condizione di incidere sull'intera economia europea.

La deputata aggiungeva che, fin dall'inizio, era possibile valutare che l'alleanza della Germania con la Francia, cui aderivano i paesi del Nord Europa era, da sola, una solidissima maggioranza, costruita su politiche di formale rigore, che, tuttavia, risultavano vantaggiosissime per i paesi della coalizione dominante, compresa la Francia. Soltanto negli ultimi mesi dell'anno appena trascorso, questa era la tesi dell'onorevole Anderson, la Francia aveva patito i rigori sulla propria pelle; decidendo così di sottrarsi, all'abbraccio soffocante dell'alleanza politica, che sta mettendo a rischio e a nudo, tutti i suoi limiti, cioè una formula di Governo dell'Europa, costruita in funzione di gretti interessi nazionali, responsabile di avere condotto paesi sull'orlo del fallimento, indebolito le protezioni sociali dei paesi membri dell'Unione Europea e condannato la classe media, in Europa, alla retrocessione.

Le condizioni per ribaltare, dentro il Parlamento europeo antiche e ben oleate alleanze che poggiano su concessioni dei paesi ricchi, membri dell'Unione, in favore dei poveri, purché accondiscendenti alle politiche dei tedeschi e soci, sono maturate, proprio in queste settimane.

Adesso soltanto sarà possibile misurare la capacità politica dei leaders non allineati, di coloro che rappresentando i tanti paesi che hanno bisogno di investire, crescere, svilupparsi non hanno interesse alcuni a seguire la Germania e i suoi alleati nordici. La stessa Inghilterra può essere un prezioso alleato per muovere in favore di politiche di promozione del lavoro buono, che mettano nuovamente al centro degli interessi sociali, l'uomo e le sue esigenze, emarginando, definitivamente la finanza tentacolare, che ha ridotto l'Europa a un simulacro di rottami!

 di Angelo Mattone

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