L'ostinata e piacevole affabulazione di Go dal finale deludente

Cultura | 17 dicembre 2014
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Non riesce a congedarsi a dovere dal lettore l'esordiente di talento Justin Go, autore per Einaudi del romanzo “L'ostinato scorrere del tempo” (572 pagine, 21 euro), tradotto da Carla Pamieri. Lo Stile Libero dello Struzzo, qualche anno fa, aveva portato alla ribalta in Italia un ben più fluviale volumone, “Il petalo cremisi e il bianco” di Michel Faber (che ha poi battuto altre strade...) e adesso prova a ripetersi con un debuttante statunitense, appunto Justin Go, che per scrivere la sua prima fatica ha, molto romanticamente, gettato al vento una carriera di avvocato, per trasferirsi a Berlino e scrivere la storia che gli ha capovolto il destino personale.

“L'ostinato scorrere del tempo” ha ingredienti eterni, un andamento picaresco, piani temporali diversi, un'immensa eredità (quella che Tristan Campbell, giovane californiano d'oggi, può ricevere se dimostrerà di essere il legittimo erede), una grande storia d'amore (fra Ashley e Imogen, all'inizio del Novecento), scorre lungo tre continenti ed è investito dalla Grande Guerra, tanto di moda nel centenario del suo inizio. È un frullato epico, sanguinoso e romantico, roba che si rivolge a un ampio spettro di lettori. La scintilla del plot è la passione fra l'aristocratico britannico Ashley Walsingham – eroe del primo conflitto bellico, poi disperso negli anni Venti durante una spedizione sull'Everest – e la ribelle e libera Imogen Soames-Andersson, scomparsa nel nulla: una passione breve e bruciante. Il romanzo si accende ulteriormente col racconto in prima persona di Tristan, che attraversa l'Europa in qualche settimana (ripercorrendo le tappe del vecchio amore fra Ashley e Imogen) a caccia di tracce e documenti, per dimostrare biologicamente che è il bisnipote di Imogen, come richiestogli da uno studio legale di Londra. Il viaggio, naturalmente, diventa una scoperta personale per Tristan, un immergersi nei propri sogni e desideri, il sentirsi sempre più vivo in una lotta contro il tempo, un po' come il suo antenato alpinista. Rispetto ad Ashley Tristan sarà decisamente più fortunato in amore.

Tanta ostinata e piacevole affabulazione, tanta sapiente costruzione narrativa, però, pecca in coda, quando l'epilogo lascia a dir poco interdetti. Roba sorprendente, se si pensa agli editor che affollano gli Stati Uniti.


 di Salvatore Lo Iacono

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