L'Italia va meglio ma le mafie si infiltrano sempre più

24 gennaio 2020
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L’Italia si posiziona al 51° posto nel mondo, due posizioni avanti rispetto allo scorso anno, nella classifica 2019 sul livello di corruzione percepita nel settore pubblico. Con 53 punti su 100, guadagna un punteggio in più rispetto a quello raggiunto nell’indice del 2018 (52 punti). Nonostante, secondo la classifica stilata, come ogni anno, da Transparency International, il nostro paese segni un lieve passo in avanti – un miglioramento che segue un trend positivo negli ultimi anni, considerato che dal 2012 ad oggi l’Italia ha conquistato ben 12 punti - in realtà rallenta la sua scalata alla classifica globale della corruzione. “Siamo lieti di vedere un ulteriore miglioramento - ha dichiarato Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia - ma sinceramente speravamo in qualcosa di più. Il rallentamento è dovuto a diversi problemi che il nostro Paese si trascina da sempre senza riuscire a risolverli”.

 Il riferimento è, prima di tutto, alla criminalità organizzata di stampo mafioso che, da Sud a Nord, invade il tessuto economico e sociale del nostro paese. Al metodo mafioso, che si esplica nell’intimidazione e nella violenza, generando assoggettamento e omertà, le mafie nostrane affiancano quello della corruzione, che oggi ha assunto forme nuove, sempre più difficili da identificare e contrastare efficacemente. Diventano, quindi, ancora più importanti l’adozione di un codice anticorruzione maggiormente efficace e il coinvolgimento più attivo della società civile nell’attività di monitoraggio. Ciò al fine di arginare la corruzione di funzionari e imprenditori coinvolti in giri di mazzette attorno agli appalti pubblici. Un altro fattore problematico su cui Transparency International accende i riflettori è quello della regolamentazione del lobbying e dei conflitti di interesse. Come si legge in una nota dell’organizzazione, “da anni sentiamo parlare di leggi che dovrebbero finalmente porre un freno e delle regole a due questioni fondamentali nella lotta alla corruzione, ma ancora il Parlamento tace. Solo tante promesse e audizioni che ancora non si sono trasformate in atti concreti”.

Ad ottenere il miglior punteggio tra i 180 paesi del mondo coinvolti nell’indagine, sono, come già lo scorso anno, Danimarca e Nuova Zelanda con uno score di 87. Sul podio anche la Finlandia, con un punteggio di 86, e Singapore, Svezia e Svizzera con 85 punti. Chiudono anche quest’anno la classifica Somalia e Sud Sudan, rispettivamente con 9 e 12 punti. Se in Europa sono i paesi del Nord a distinguersi per trasparenza, quelli che invece hanno una peggiore perfomance sono Bulgaria (43), Romania e Ungheria (44 punti a testa). A livello globale spiccano la caduta di Canada (-4 punti), Francia e Regno Unito (-3 punti) mentre colpiscono in positivo la Spagna (+4 punti) e la Grecia (+3 punti). Tra i Paesi del G20 rimangono stabili Germania e Russia (rispettivamente con un punteggio di 80 e di 28, come nel 2018), mentre perdono due punti gli USA (69 contro i 71 precedenti).

Una riflessione più approfondita dei dati avrà luogo presso la sede dell’ANAC, a Roma, il prossimo 11 febbraio, alla presenza anche del presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Francesco Merloni.

 di Alida Federico

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