L’Italia è uno degli stati europei che investe meno in educazione

Società | 17 dicembre 2019
Condividi su WhatsApp Twitter

L’Italia è il paese dell’Unione Europea che investe solo il 7,9% della spesa pubblica in educazione, un dato inferiore a quello di tutti gli altri stati membri. Al di sotto della media Ue (10,2%)- secondo i dati riportati da Openpolis- ci sono altri 7 paesi oltre all’Italia. Dalla Grecia (8,2%) alla Germania (9,3%), dalla Romania (8,4%) alla Francia (9,6%). I maggiori livelli di spesa si registrano, invece, a Cipro (15,3%) e nei paesi baltici: Lettonia, Estonia e Lituania, anche questi a quota 15% circa. La spesa in istruzione, così come definita da Eurostat, comprende i vari percorsi educativi, dallasilo alla scuola primaria e secondaria e alluniversità, i servizi ausiliari allistruzione, nonché le spese in ambiti legati alleducazione, tra cui i corsi professionali.

Il Regno Unito, in proporzione alla spesa pubblica totale, è il paese che ha speso di più in istruzione nel 2017 (11,3%), nonostante abbia registrato la maggiore riduzione: -1,7 punti percentuali dal 2008 al 2017. Anche in Francia e in Italia la quota di spesa per l’istruzione è calata, rispettivamente di 0,5 e 1,2 punti, mentre in Germania è aumentata, anche se di poco: +0,3 punti. Osservando i dati in valore assoluto, la spesa in educazione risulta aumentata non solo in Germania (34 miliardi in più), ma anche in Francia (16 miliardi in più). Al contrario, il Regno Unito conferma il maggiore calo con una riduzione di 7 miliardi, seguito dall'Italia con 5 miliardi in meno dal 2008 al 2017.

Gli stati dell’Unione Europea hanno speso in media il 5% circa del proprio Pil in istruzione, nel corso di tutti gli anni considerati. Una soglia mai raggiunta né dalla Germania né dall'Italia, che nel 2017 si ritrova all'ultimo posto a quota 3,8%. Dall’altra parte troviamo la Francia e il Regno Unito, che negli anni si mantengono al di sopra o in linea con la media. Il Regno Unito presenta la maggiore riduzione. Dal 5,8% del Pil speso in istruzione nel 2008, al 4,6% nel 2017.

L’Italia, dunque, risulta essere uno degli stati europei che investe meno in educazione rispetto alla propria economia. Durante i primi anni di crisi economica, dal 2009 al 2012, la spesa italiana per l’istruzione è diminuita drasticamente: 7 miliardi circa in meno nel giro di tre anni. In seguito il livello si è mantenuto piuttosto stabile, intorno ai 65 miliardi all’anno, che nel 2017 aumentano a 66. Una variazione positiva, ma molto limitata. Dal 2008 al 2017 la riduzione complessiva della spesa in istruzione in Italia è stata di -5mld.

La spesa pubblica in educazione comprende vari settori. Dai soldi per la scuola a quelli destinati ai corsi professionali e alle università. In Italia la spesa pubblica è diminuita per la scuola secondaria e per l’università. Stando ai dati più recenti, relativi al 2017, l’Italia ha speso 30 miliardi per la scuola secondaria, 25 per quella primaria e 5 miliardi e mezzo per l’università. Osservando la variazione rispetto al 2008, la scuola dell’infanzia e la primaria sono l’unico settore per cui lo stato ha aumentato il livello di spesa pubblica: circa un miliardo in più dal 2008 al 2017. Sia la scuola secondaria che l’università registrano, invece, una riduzione della spesa di circa 2 miliardi.

 di Melania Federico

Ultimi articoli

« Articoli precedenti