L'importanza di partecipare alle prossime elezioni europee

Politica | 14 maggio 2019
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Le elezioni europee, almeno in base alle esperienze precedenti, non “caricano” molto l’elettorato italiano e meno che mai in un periodo in cui molti cittadini , specialmente del sud, vivono la politica con molto disincanto, come dimostra la crescente percentuale di persone che purtroppo si astengono dal voto anche nelle elezioni comunali, regionali e nazionali. Eppure ci sono molte ragioni per votare alle prossime elezioni, non solo per la grande importanza del voto ai fini di una democrazia vera ma anche per sostenere l’idea dell’Europa unita.

Trascurando il grande sogno di realizzare gli Stati Uniti d’Europa, che è l’obiettivo finale dell’Ue , innanzitutto c’è la ragione della pace. Chi conosce i libri di storia e chi ha vissuto l’esperienza dell’ultima guerra sa che l’Europa in passato è stata teatro di molte guerre tra i paesi del suo interno e che se per più di 70 anni non abbiamo avuto guerre o conflitti armati si deve prima alla Cee e poi all’Ue dove si discute anche animatamente ma non si uccide.

Poi ci sono le ragioni di opportunità che sono di attualità, prima tra tutte quella degli immigrati. Checché ne pensi Salvini questo problema non lo può risolvere l’Italia da sola con la semplice chiusura dei nostri porti. Si tratta di una migrazione biblica proveniente dall’Africa che si può affrontare, sempre con difficoltà, con l’ausilio dell’intera Europa e quindi con il coinvolgimento pieno dell’Ue che non può nascondersi dietro i cavilli giuridici per affidare solo all’Italia tale grande problema. E poiché fino ad ora non lo ha fatto occorre votare e scegliere per il Parlamento europeo persone che possano indurre con la loro competenza e con la loro assidua presenza i vari paesi membri dell’Ue a farsi carico del problema.

Poi ci sono le ragioni economiche. A parte la considerazione di fondo per la quale aggregazioni come quella dell’Ue , in regime di globalizzazione economica, sono utili per contrastare lo strapotere dell’America, della Cina e della Russia nel campo commerciale, ormai siamo abituati alla libera circolazione nel territorio Ue dei beni e delle persone, al fatto di avere una moneta unica e forte, non possiamo tornare indietro, ai dazi, alle monete diverse, ai controlli dei movimenti di valuta, ai passaporti. Si pensi ai problemi che sta affrontando l’Inghilterra con la brexit, si considerino i timori ad essa connessi ed i ripensamenti di molti che chiedono un nuovo referendum per revocare l’uscita dall’Unione, si calcoli quanto ci costerebbe il nostro ingente debito pubblico in caso di uscita dall’euro.

In ultimo, ma non per ultimo, è opportuno votare perché l’Europa è stata per noi italiani una occasione di rinnovamento della nostra legislazione. Molte innovazioni nel settore alimentare, nel settore ecologico, nel settore giuridico, nel settore economico-finanziario sono state realizzate, spesso con ritardo rispetto ai tempi fissati dalla Commissione, in applicazione delle Direttive Europee.

Certo ci è capitato di sentire l’Europa molto lontana o addirittura molto insensibile ai nostri problemi , specialmente di quelli economico-finanziari, ma bisogna anche ammettere nel primo caso che spesso non si è dato il dovuto rilievo alle opere realizzate con contributo dell’Ue o a quelle non realizzate per responsabilità della Regione e nel secondo caso che i rilievi sulla opportunità di ridurre il nostro deficit di bilancio o il nostro ingente debito pubblico non sono capricci ma, oltre che richiami ad impegni presi, sollecitazioni tese a rendere sostenibile la nostra complessa situazione finanziaria.

In ogni caso votare non significa accettare tutto ma decidere di continuare un’esperienza positiva discutendo tutto ciò che si può cambiare senza snaturare l’istituzione o pregiudicarne i fini.

L’ideale per il nostro paese sarebbe disporre di una folta schiera di deputati convinti dell’utilità dell’Ue ma anche consapevole dei suoi errori, capaci con le loro battaglie e la loro presenza assidua di risolvere i problemi aperti , primo tra tutti quello degli immigrati.

 di Diego Lana

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