L'importanza dei musei per contrastare la povertà formativa

Società | 22 maggio 2020
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Per i minori le opportunità educative non derivano semplicemente dal percorso scolastico, ma anche da diversificate tipologie di esperienze formative al di fuori da tale contesto. Dalla pratica di uno sport alle attività ricreative allaria aperta, dal servizio biblioteche alle visite nei musei. I bambini e i ragazzi che provengono da contesti di disagio economico e sociale, purtroppo, sovente vengono tagliati fuori dalla possibilità di poterne usufruire. Tali aspetti sono stati presi in esame dall’Osservatorio povertà educativa #conibambini e da openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Lultimo censimento ha stimato che in Italia circa il 3% delle famiglie vive in una situazione di potenziale disagio economico. Si tratta di nuclei familiari con figli, dove nessun componente è occupato o ritirato dal lavoro. Un fenomeno che incide in misura ampiamente diversa, da nord a sud del paese. Il disagio economico, secondo quanto riportato nel report “Lofferta di musei per minori nelle aree più svantaggiate dItalia” è più forte tra le famiglie del Mezzogiorno. Campania, Sicilia e Calabria registrano percentuali di famiglie in stato di disagio superiori al 5%, seguite a breve distanza dalle altre regioni del sud. Al contrario, i territori di centro e nord Italia presentano livelli molto più bassi del fenomeno, che in nessuna di queste regioni supera l’1,5%. Nel Mezzogiorno, le medie regionali si aggravano ulteriormente in diverse province. Le prime 20 per incidenza del fenomeno appartengono a Campania, Sicilia, Calabria e Puglia. Tra queste, spiccano in particolare le province di Napoli e Caserta, le più colpite, seguite da Palermo e Catania.

I musei costituiscono certamente un’occasione formativa importante per i minori al di fuori della scuola. Unesperienza che stimola la curiosità e il desiderio di apprendimento di bambini e ragazzi, oltre che rappresentare un presidio culturale per l’intera comunità. L’offerta museale varia molto da un territorio all’altro. Con i dati disponibili ad oggi, tuttavia, non è possibile monitorare la frequenza con cui i minori visitano i musei. Per mappare l’offerta museale per bambini e ragazzi, dunque, è stato necessario confrontare il numero di strutture del territorio, con il totale dei residenti tra 0 e 17 anni di età. Da questo calcolo, in Italia risultano in media circa 5 musei ogni 10.000 minori. Un dato che diminuisce in quasi tutte le 20 province più svantaggiate del paese. Territori dove già l’accesso alle opportunità educative per i minori è in media più limitato. È proprio in quelle aree che sarebbe invece ancora più importante rafforzare la presenza di presidi culturali. Tra le province considerate, quelle agli ultimi posti per offerta museale per minori coincidono, in gran parte, con quelle che nella classifica precedente registravano le percentuali più alte di famiglie in disagio. Si tratta in particolare di province campane e siciliane. Caserta e Catania, ad esempio, hanno entrambe il 7% circa di famiglie in disagio e solo 2 musei per 10.000 minori.

Il caso più preoccupante riguarda la città metropolitana di Napoli, quella con più famiglie svantaggiate in Italia (9,7% nel 2011) e solo 1,5 musei ogni 10.000 minori residenti. Le quote più alte di musei per minori si registrano in comuni che corrispondono alle principali mete turistiche del territorio. Tra questi le isole, la penisola sorrentina e il capoluogo, che offre 2,2 musei per 10.000 minori. Il 40% dei musei della città metropolitana si trova nel comune di Napoli. La maggior parte degli altri territori sono invece privi di strutture, fatta eccezione per pochi comuni, tra cui Nola (4,9 musei per 10.000 minori).

 di Melania Federico

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