L'importanza degli imprenditori immigrati per la tenuta del sistema

Economia | 6 aprile 2020
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Le imprese guidate (prevalentemente) da imprenditori immigrati in Italia sono 548 mila, il 10,7% del totale del settore. Gli imprenditori di origine straniera (722.712) rappresentano il 9,6% degli imprenditori attivi nel nostro paese, con una prevalenza di operatori cinesi (75.542), rumeni e marocchini (entrambi contano circa 70 mila imprenditori) che, sommati, costituiscono il 30% di tutti gli imprenditori nati all’estero. Il 33,4% degli imprenditori di origine immigrata opera nel commercio. Seguono i servizi (23,1%) e le costruzioni (21,0%). E il più alto numero di imprenditori stranieri si registra al Centro-Nord, con la Lombardia in testa con oltre 150 mila operatori (oltre un quinto del totale nazionale). Questi i principali dati raccolti dalla Fondazione Leone Moressa nell’ambito di uno studio realizzato con il contributo di MoneyGram all’interno del progetto Coffee Break, che immortala la situazione al 31 dicembre 2019.
Dal 2010 si è registrato, in quasi tutte le regioni, un aumento degli imprenditori immigrati (+32,7% a livello nazionale) e, contemporaneamente, un calo di quelli italiani (-9,4%). Una tendenza che indica come l’imprenditoria immigrata sia stata importante per la tenuta del sistema produttivo italiano. Gli imprenditori cinesi sono cresciuti del +52,4% negli ultimi 10 anni in un contesto in cui sono in forte incremento le comunità dell’Asia meridionale quali quella del Bangladesh (+133,6% dal 2010, ma in flessione nell’ultimo anno), del Pakistan (+145,4%) e dell’India (+146,9%). Solo nel 2019 gli imprenditori cinesi sono aumentati del +2,4%. Meglio di loro hanno fatto i rumeni, che hanno registrato un aumento del +3,4% negli ultimi dodici mesi, mentre nello stesso arco temporale sono diminuiti i marocchini del -3,5%.

Se gli imprenditori di origine straniera sono attivi, in valore assoluto, soprattutto nei settori del commercio, dei servizi e delle costruzioni, il comparto in cui la loro incidenza ha un peso maggiore è l’edilizia, con il 15,4%; seguono commercio (13,2%) e ristorazione (12,0%). Significativo anche il peso della manifattura (9,7%), mentre i servizi registrano un’incidenza molto bassa (5,3%).
La Lombardia è la prima regione per numero di imprenditori stranieri in assoluto, con l’11,3% dell’imprenditoria complessiva. La seconda è il Lazio, con oltre 86 mila imprenditori, dove si registra l’incidenza più alta in assoluto (12,8%). Seguono poi Toscana, Emilia-Romagna e Veneto con oltre 60 mila imprenditori stranieri. A livello provinciale, il maggior numero, in termini assoluti, di imprenditori di origine straniera è a Milano, Roma, Torino e Napoli. In termini di incidenza sul totale imprenditori, invece, la maggiore concentrazione si registra a Prato, dove il 23,7% degli imprenditori è straniero. Altre cinque province segnano un valore al di sopra del 14%: Trieste, Imperia, Milano, Roma e Firenze.
Una maggiore presenza di imprese straniere in queste regioni comporta che il valore aggiunto prodotto, per un ammontare di quasi 126 miliardi di euro, pari all’8% del totale, sia prevalentemente in queste aree. Così un quarto del V.A. delle imprese straniere si concentra in Lombardia (30 miliardi), mentre un pari valore è raggiunto insieme da Lazio (15 miliardi) ed Emilia Romagna (14 miliardi). Circa un altro quarto è prodotto tra Veneto, Toscana e Piemonte. Le restanti 14 regioni compongono, infine, l’ultimo quarto del valore aggiunto complessivo. Se si osserva l’incidenza del V.A. delle imprese straniere in ciascuna regione, i valori massimi si registrano in Toscana (11,0%) e Liguria (10,6%). Valori sopra la media nazionale si hanno anche in molte altre regioni del Centro Nord tra cui Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Lazio.

L’imprenditoria immigrata, sebbene non sempre interagisce con il sistema economico locale e soprattutto con le imprese autoctone, presenta importanti punti di forza. Tra questi, le relazioni tra l’imprenditore e il paese d’origine che fungono da “ponte” tra i due paesi per attrarre flussi commerciali e aumentare ulteriormente gli interscambi. L’imprenditoria straniera ha un potenziale molto ampio in un mondo globalizzato, soprattutto nell’ottica di sinergie con l’economia locale per lo sviluppo economico








Imprenditori immigrati in Italia per Regione (2019)

Regioni

Imprenditori

Immigrati 2019

Incidenza %

sul totale

Variazione %

Immigrati

2010-2019

Variazione %

Italiani

2010-2019

Lombardia

154.322

11,3%

+37,2%

-10,0%

Lazio

86.959

12,8%

+54,1%

-2,1%

Toscana

66.013

12,4%

+27,8%

-12,4%

Emilia – Romagna

65.618

10,3%

+27,7%

-13,3%

Veneto

63.095

9,4%

+24,0%

-11,2%

Piemonte

53.937

9,2%

+18,4%

-14,3%

Campania

49.170

7,6%

+75,4%

-6,5%

Sicilia

29.264

6,0%

+21,8%

-5,8%

Liguria

25.133

12,2%

+39,9%

-12,8%

Puglia

21.435

5,3%

+32,2%

-7,1%

Marche

18.721

8,7%

+15,1%

-12,3%

Abruzzo

16.463

9,8%

+12,9%

-10,2%

Friuli – Venezia Giulia

16.156

11,6%

+13,1%

-14,7%

Calabria

15.715

7,9%

+36,5%

-3,7%

Trentino – Alto Adige

12.764

7,9%

+27,1%

-4,7%

Sardegna

11.443

5,9%

+23,0%

-6,9%

Umbria

10.301

8,6%

+20,3%

-10,7%

Basilicata

2.659

3,9%

+19,2%

-5,8%

Molise

2.558

6,7%

+10,4%

-9,4%

Valle d’Aosta

986

5,7%

-0,7%

-15,9%

Italia

722.712

9,6%

+32,7%

-9,4%

 di Alida Federico

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