L'Ars ha varato una manovra di cambiali e assegni scoperti

Economia | 3 maggio 2020
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L'assessore Armao, con la ben nota sobrietà, ha definito la legge di stabilità approvata nel pomeriggio del 2 maggio dall'Assemblea Regionale un manovra “imponente”. Senza dubbio essa sarà ricordata per i suoi palmares: è senza precedenti l'assenza dall'Aula del presidente della Regione che aveva perso le staffe nei confronti di un deputato dell'opposizione; per la prima volta è stata approvata una Finanziaria senza un euro di risorse regionali.

 La manovra reale pari a circa 1,5 miliardi di euro è finanziata per gran parte (circa 1,2 miliardi) con risorse extraregionali rinvenienti dai piani operativi complementari (POC) del fondo sviluppo e coesione e altre risorse extraregionali, compreso un impegno a riprogrammare l'Agenda urbana e il programma aree interne dei fondi strutturali europei. In più, oltre 300 milioni di impegni di spesa sono accantonati in capitoli a futura memoria, in attesa che si risolva il nodo dell'accordo in commissione paritetica con il governo centrale. C'è da stare davvero tranquilli, se lo stesso presidente dell'ARS Gianfranco Micciché, il vero protagonista delle faticose mediazioni d'aula che hanno consentito l'approvazione del provvedimento. è consapevole che è stata approvata una Finanziaria a “futura memoria” e ha affermato che nessuno sa in quanto tempo le famiglie le imprese potranno usufruirne (delle risorse stanziate, n.d.r.) Potranno essere utilizzate queste risorse? “ 

Il nodo aggrovigliato della legge di stabilità non è riferito alle singole norme che non potevano che avere come riferimento l'emergenza post coronavirus, ma alla reale esistenza delle risorse che dovrebbero consentire di far fronte alle tante attese delle imprese e dei lavoratori siciliani. Circa 20 miliardi su 22,5 del bilancio annuale sono infatti per intero impegnati nella spesa corrente. Né è ancora noto l'articolato definitivo del provvedimento, tanto che è ancora il presidente dell'ARS a denunciare la mancanza di trasparenza per cui ad oggi (pomeriggio del 3 maggio) non esiste sul portale dell'Assemblea il testo approvato dall'Aula. "Sa cosa ho fatto appena sveglio? Ho aperto il sito dell’Ars: ho constatato che non c'era neppure una riga d’informazione sulla finanziaria.” Se così si pronuncia il presidente del Parlamento regionale, si immagini il povero cronista che ha a disposizione il testo del disegno di legge, profondamente modificato dagli emendamenti sia della maggioranza che dell'opposizione e lo scarno quanto enfatico comunicato dell'assessorato. 

 Per far fronte alle necessità delle imprese, la manovra interviene per un totale di oltre 300 milioni:150 milioni vanno ad un fondo presso l'IRFIS per prestiti fino a 25.000 euro, 4,5 milioni saranno destinati alle start up siciliane per l'avvio di brevetti (in quali settori, con quale rapporto con l'emergenza sanitaria?) . Altri 150 milioni sono invece destinati a misure per il tessuto produttivo ancora da definire. Per il sostegno alla cooperazione verrà costituito un fondo di 25 milioni presso l'Ircac e uno da 30 milioni per le imprese artigiane presso la Crias. All'interno di questo capitolo ci sono due riserve: 20 milioni per il settore florovivaistico e 10 in favore dell'editoria. Ogni settore ha un suo fondo di ristoro dalle conseguenze della pandemia, che si aggiunge a quelli ordinari: il turismo per 75 milioni , l'agricoltura per 50, oltre la riserva già prevista per la florovivaistica, 20 milioni andranno alla pesca, 65 ai trasporti marittimi, 48,7 per il trasporto pubblico locale su gomma, 10 per taxi ed NCC, 30 milioni di euro sono destinati al trasporto aereo da e verso Lampedusa e Pantelleria, Comiso e Trapani. 40 milioni sono appostati in un fondo istituito presso l’IRFIS e riservato alle imprese con sede legale in Sicilia che hanno avviato processi di riconversione o che intendano avviare processi di produzione di dispositivi di protezione individuale, tecnologie elettromedicali, disinfettanti sanitari e materiali destinati alle esigenze socio-sanitarie.

 Per quanto riguarda l'edilizia, la regione coprirà gli interessi per i mutui (fino a 300 mila euro) per interventi di ristrutturazione anche in immobili fuori dai centri storici.
Introdotto anche il cd “bonus facciata” che prevede contributi regionali fino a 5000 euro per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria su immobili provato. L’ammontare del fondo è di 50 milioni, con un massimo di 10000 euro per intervento). Ulteriori 50 milioni di euro sono destinati ad interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo degli immobili del patrimonio regionale. Sono anche rafforzati con fondi regionali gli interventi del progetto per i giovani “Resto al Sud”. Per gli enti locali, che avevano segnalato la loro drammatica situazione, viene creato un fondo di 300 milioni a compensazione delle minori entrate, mentre vengono sospese per il 2020 una serie di tasse e tributi per concessioni governative. Per quanto riguarda l'istruzione scolastica ed universitaria, lo stanziamento complessivo è di 120 milioni, da utilizzare soprattutto-per quanto è dato sapere- sulle misure di sicurezza delle strutture scolastiche. Uno stanziamento pari a 4 milioni è previsto per la scuole paritarie inserite nel sistema nazionale di istruzione, riservato però esclusivamente a strutture che abbiano proceduto alla riduzione delle rette. Per le attività didattiche a distanza sono previsti 15 milioni da destinare a infrastrutturazione digitale hardware e software. Per la scuola d'infanzia è previsto un contributo di 1,5 milioni per la fascia 0-3 anni ed un altro della medesima entità per la scuola d'infanzia (3-6 anni)
Un contributo di 1200 euro sarà assegnato alle università siciliane per ogni studente già iscritto nell’anno accademico 19/20 in atenei extraregionali che transiterà nell’anno 20/21 ad una delle Università siciliane. L'altra grande linea di intervento riguarda le famiglie svantaggiate per le quali
sono previsti in totale 300 milioni: un primo pacchetto di interventi (200 milioni) è di competenza dell’assessorato alla Famiglia e si realizzerà attraverso i Comuni che erogheranno gli aiuti: si potranno acquistare beni e generi alimentari, prodotti e servizi di prima necessità, per il pagamento delle bollette di luce e gas e dei canoni di locazione, nonché per l’attivazione di cantieri di servizio da parte delle amministrazioni locali. 

Il secondo pacchetto prevede l’istituzione presso l’IRFIS-Fin Sicilia di un apposito Fondo di garanzia di 100 milioni per prestiti fino a 15 mila euro senza interessi, per i nuclei familiari residenti in Sicilia con reddito non superiore a 40 mila euro.  E' da segnalare che in questi 300 milioni sono compresi anche i 100 milioni per acquisto generi alimentari che la Giunta Musumeci deliberò per anticipare i provvedimenti della protezione civile nazionale, ma che fin oggi non sono stati utilizzati dai comuni. Infine  1,5 milioni (nella misura di 500 mila euro ciascuno) sono riservati ai comuni di Porto Empedocle, Pozzallo e Lampedusa per i sovracosti derivanti dalle operazioni connesse alle condizioni di sicurezza sanitaria per l’accoglienza dei migranti e le relative condizioni di sicurezza. Altri 1,5 milioni sono riservati per rimuovere i rischi sanitari nelle aree delle tendopoli di Cassibile e di Castelvetrano/Campobello. 

Anche la Sicilia, come altre regioni, ha voluto tributare un omaggio alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità impegnati a far fronte all'emergenza coronavirus attraverso un “bonus” pari a 1000 euro per il personale sanitario (medici, infermieri, operatori, soccorritori 118) che ha partecipato alle operazioni collegate all’emergenza sanitaria. Resta poi da capire cosa contenga esattamente il maxiemendamento presentato dalla maggioranza e trasformato nell'articolo finale che vale 11, 8 milioni di euro. Se il testo finale confermerà ciò che si dice, sarà la dimostrazione che nemmeno la più straordinaria emergenza che il mondo ha conosciuto dopo la fine della seconda guerra mondiale ha fatto perdere ai deputati del più antico Parlamento del mondo il vizietto di non negare mai un contributo a chi lo chieda . Almeno stavolta si sarebbe potuto fare a meno di “marchette” (rubiamo la definizione all'onorevole Micciché), per la dignità dell'Assemblea e per rispetto del popolo siciliano.

 di Franco Garufi

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