L'Ars cambia la legge sugli appalti, le ruspe entreranno nei centri storici
Economia | 8 luglio 2015
Cambia per l’ennesima volta la legge sugli appalti in Sicilia. Ieri sera l'Assemblea regionale ha modificato le norme sui lavori pubblici imponendo lo stop ai massimi ribassi, saranno escluse le offerte non solo che superano di oltre il 10 per cento la media di quelle presentate, ma si introduce un complesso calcolo che elimina i cartelli e le offerte anomale. Chi vuole fare ribassi superiori al 25 per cento dovrà motivarlo, spiegando come intende pagare i lavori e fare utili. Saranno escluse poi le offerte eccessivamente anomale e considerate valide quelle che si discostano meno dalla media delle offerte incrementata o decrementata in base a un sistema di calcolo molto tecnico.La norma arrivata in aula era stata in parte bocciata dall' ufficio legislativo dell'Ars. In una nota integrativa al ddl si legge: «Continuano a persistere i profili di criticità già espressi, relativamente alla scelta della Regione di discostarsi dalla normativa statale in tema di qualificazione e selezione dei concorrenti, procedure di affidamento e criteri di aggiudicazione». Ma la presidenza di Sala d' Ercole ha deciso comunque di rimettersi all' aula facendo votare la pregiudiziale di costituzionalità. A maggioranza Sala d' Ercole ha votato di andare avanti, a quel punto si è passato alla legge che è stata quindi approvata con una maggioranza di 56 voti a favore, compresi quelli di alcuni deputati dem e Cinquestelle. Durante il voto l' aula era gremita nei posti riservati agli ospiti: «Erano tutti imprenditori e rappresentanti di categoria interessate - dice Tancredi, dei 5Stelle - molti di loro sono al collasso, questa legge garantirà finalmente criteri chiari».
di Angelo Meli
Le ruspe potranno entrare nei centri storici
Approvata anche la legge sulle demolizioni "controllate" nei centri storici. Richiama le principali norme nazionali, non tocca alcune edificio o zona di interesse artistico e soprattutto lascia intatte le prescrizioni di quei Comuni che hanno strumenti di pianificazione. Palermo, ad esempio, ha già il suo piano particolareggiato e potrà decidere di applicare o meno le nuove norme. Catania, che non ha regolamentazioni per il centro storico ed un piano regolatore del 1964 la dovrà mettere subito in pratica. Ad iniziare dalla fase più importante: entro 180 giorni i Comuni senza regolamentazioni per i centri storici dovranno approntare lo "studio di dettaglio". Un piano nel quale si delimita l' area considerata " centro storico" (nella quale possono anche essere inserite zone limitrofe con caratteristiche, anche di degrado, simili) e poi si classificano uno per uno gli edifici in nove diverse categorie. Dall' edilizia di base non qualificata ai monumenti. Dalla classificazione dipende il tipo di intervento che si potrà realizzare sull' edificio o sulla zona. Per l' edilizia di base si potrà anche demolire "con modifica della sagoma" o accorpare, demolire e ristrutturare "più unità edilizie o immobiliari". In parole povere ricostruire interi borghi e parti di quartieri cambiandone anche la destinazione d' uso. Proprio questo preoccupa gli ambientalisti ma per la verità questo "studio di dettaglio" ha paletti precisi. Realizzato dall' ufficio tecnico comunale in conferenza dei servizi con Sovrintendenza ai beni culturali e Genio civile e con gli altri enti competenti. Poi approvato dal consiglio comunale e pubblicato per un mese per permettere eventuali rilievi di cittadini o soggetti interessati. Dopo questo periodo, anche senza rilievi, il consiglio comunale è chiamato ad una nuova e definitiva approvazione. Se dopo 180 giorni il Comune non avrà il suo studio, scatterà l' intervento sostitutivo dell' assessorato al Territorio. Per i diversi tipi di interventi possibili sono necessarie documentazioni e certificazioni. È chiaro che molto dipenderà dai vincoli decisi nello studio di dettaglio. Si potrà risanare zone disabitate e pericolanti realizzando alloggi popolari, incentivando le strutture ricettive come l' albergo diffuso. Ma anche costruire edifici antisismici e parcheggi sotterranei "fatti salvi i vincoli archeologici". Le ruspe, dunque, entrano nei centri storici. Se per farli rinascere o stravolgerli dipenderà molto dal sistema dei controlli locali spesso molto permeabili, come la storia insegna.Ultimi articoli
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