L'arduo mestiere del sindaco tra minacce e intimidazioni

Politica | 24 giugno 2019
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L'ANCI Sicilia ed Avviso pubblico hanno denunciato la recrudescenza di atti intimidatori e di attentati contro i sindaci e gli amministratori locali che si è verificata nell'isola nel corso dell'ultimo anno. Nel 2018 le intimidazioni sono state ben 87, con un aumento del 10% rispetto all'anno precedente; la provincia più colpita è Palermo che, con 25 casi accertati, ha raddoppiato in appena 12 mesi il numero delle intimidazioni e si colloca a livello nazionale seconda dietro Napoli. Seguono Agrigento e Siracusa che avevano detenuto il non invidiabile primato rispettivamente nel 2016 e nel 2017. Sempre nel 2018 in provincia di Catania si sono registrate 15 intimidazioni e 16 nell'Agrigentino, tra cui episodi molto gravi come il pestaggio del vicesindaco di Paternò Ezio Mannino, la testa mozzata di una mucca lasciata in un terreno di proprietà della sindaca di Porto Empedocle Ida Carmina e gli spari contro l'abitazione del sindaco di Realmonte Calogero Zicari. 

 Nel 2019 l'episodio più eclatante, alla data, si è verificato a Serradifalco, centro nisseno noto anche per aver dato i natali all'ex presidente di Confindustria Antonello Montante, di recente condannato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Il giovane primo cittadino di quel comune Leonardo Burgio (figlio dell'attuale direttrice generale dell'ASP di Palermo Daniela Faraoni) è stato oggetto di una pesante intimidazione denunciata ai carabinieri. A titolo di cronaca, segnaliamo che la località nissena è da anni interessata ad un aspro dibattito sulla realizzazione di una nuova discarica. Quali sono le cause di questo evidente e pericoloso inasprimento delle condizioni in cui operano gli amministratori locali?. Il segretario generale dell'ANCI Sicilia, Mario Alfano, addebita la situazione soprattutto al fatto che la dilagante crisi finanziaria dei comuni ha ristretto i margini di intervento ed è perciò cresciuta la difficoltà di dare risposte, giungendo perfino a chiedersi se valga ancora la pena di fare i sindaci. 

L'osservazione coglie certamente un aspetto importante del problema, ma, a nostro modesto avviso, non è esaustiva. Sarebbe necessaria un'analisi di merito che consentisse di distinguere tra gesti di esasperazione individuale, generati da condizioni estreme di disagio economico e sociale ed episodi da ricondurre, invece, a scelte amministrative che intercettano interessi criminali presenti nel territorio. Una cosa è, insomma, l'atto disperato del cittadino che si è veduto negato ciò a cui riteneva di aver diritto, evento in ogni caso ingiustificabile ma riconducibile al disperato gesto personale; altro è invece l'atto intimidatorio che derivi dalla pressione della criminalità organizzata- spesso di natura mafiosa- sulle scelte dell'amministrazione comunale. Nonostante le crescenti ristrettezze finanziarie, i comuni restano i motori della spesa pubblica, specie di dimensione piccola e media, nel territorio su settori di notevole impatto sulla qualità della vita della cittadinanza, dal ciclo dei rifiuti alle attività assistenziali, alla definizione dei piani regolatori. 

Tale fenomeno, sommato alla progressiva scomparsa dei partiti di riferimento nazionale dalle competizioni amministrative ed alla diffusione ormai quasi generale di coalizioni locali costruite ad hoc, possono aver creato un elemento di indebolimento della capacità degli amministratori locali di far fronte a pressione di gruppi di interesse economico, molte volte legati ad ambienti malavitosi. I dati sull'intreccio tra forme di economia legale ed illegale, che hanno assunto connotazione clamorosa con l'inchiesta di rilievo nazionale che ha investito il settore dell'energia eolica, suonano conferma della nostra interpretazione del fenomeno. Un altro terreno di particolare delicatezza riguarda, come accennavamo, la gestione del ciclo dei rifiuti in cui le incertezze della normativa regionale, nella lunga attesa di una riforma, scaricano sui comuni oneri e responsabilità. In conclusione, il combinato disposto tra l'assenza di partiti nazionali, l'eterogeneità delle coalizioni locali, la crisi finanziaria e la forza delle aree grigie dell'economia fanno delle amministrazioni locali un terreno di grande delicatezza, decisivo per le sorti stesse della democrazia. Gli enti locali costituiscono il primo ed essenziale punto di contatto tra i cittadini e la gestione della cosa pubblica. Garantire ai loro amministratori la possibilità di lavorare senza impedimenti ed ostacoli alla realizzazione degli obiettivi per cui sono stati votati è un nodo fondamentale per la credibilità dell'agire politico, sia sul versante della garanzia delle risorse necessarie per assolvere ai loro compiti sia su quello della tutela della legalità e della battaglia per la trasparenza delle scelte e degli atti amministrativi. 

L'attuale situazione di sofferenza del sistema delle autonome locali, di cui le minacce agli amministratori rappresentano i sintomi più preoccupanti, deve suonare come un campanello d'allarme della necessità di fornire risposte serie e concrete . Sindaci ed amministratori non possono essere lasciati soli, pena il rischio di un pericolosissimo indebolimento dell'intera architettura delle nostre istituzioni democratiche.

 di Franco Garufi

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