L'Antimafia che non paga, nuovi tagli al Centro La Torre

Politica | 9 gennaio 2019
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Tabella H, continua il grande equivoco. Si riducono le risorse e si amplia la piattaforma dei richiedenti senza alcuna distinzione culturale e di merito. Tutto ciò per confondere le acque, schermare il clientelismo politico, premiare associazioni delle cui attività non appare nulla sui media né si riesce a sapere qualcosa.

Nonostante nel febbraio scorso la Commissione presieduta dall’on. Sammartino, presente il Governo, si sia dichiarata d’accordo con le richieste avanzate dalle associazioni antimafia e culturali storiche che si avvalgono del riconoscimento legislativo iniziale, tra le quali il Centro Studi Pio La Torre.

Abbiamo chiesto di distinguere, con legge, per capitolo di spesa, le associazioni antimafia storiche, quelle culturali e sociali, di procedere con stanziamenti triennali per dare certezza di programmazione culturale e organizzativa. Invece si continua per bando che si avvia nel secondo semestre dell’anno al quale si riferisce l’attività e solo a fine anno le associazioni potranno avere certezza di quanto prendere nell’anno successivo, se va bene entro aprile/giugno. Nel frattempo le attività saranno state svolte così il Centro Pio La Torre propone un progetto educativo antimafia con le scuole secondarie di secondo grado italiane e delle case circondariali per gli studenti detenuti, oltre 12000 studenti vi partecipano con importanti risultati di formazione, ma solo l’anno successivo saprà quanto darà la Regione a giudizio insindacabile di una commissione (che naturalmente è autonoma e libera da ogni condizionamento politico.

Il Centro La Torre ha documentato ogni anno oltre cinquanta iniziative culturali, sociali, scientifiche, il risultato è che potrebbe chiudere. La questione non è solo procedurale. La Tabella H è stata istituita nel 2002 dal Governo Cuffaro. Fin da allora noi e le altre associazioni antimafia sostenemmo che era un errore mettere insieme centri di attività antimafia e comitati di feste popolari. Non siamo stati ascoltati e tutti i governi succedenti, compresi quelli che dell’antimafia declamata ne hanno fatto un mantra, si è arrivati al punto di praticare una vera e propria politica di disintermediazione. Gli organismi intermedi danno fastidio alla politica personalizzata di destra e cosiddetta di sinistra, meglio il rapporto diretto col popolo attraverso Twitter o Facebook o il proprio blog. Sindacati e organismi intermedi sono un impiccio per la democrazia che poi, guardando alla quantità di decreti e di leggi, non sembra molto attiva, al di là dei proclami e in attesa della prossima campagna elettorale.

Chiederemo assieme alle altre associazioni antimafia, un rinnovato confronto col Governo e l’Assemblea per riproporre la modifica legislativa e la correzione dei criteri legislativi. L’antimafia di cartone può essere alimentata dalle dichiarazioni nelle vuote ritualità degli anniversari, ma l’antimafia vera è quella che esplora l’evoluzione delle mafie, le sue connessioni col potere politico, che condiziona la vita di ognuno di noi e lo sviluppo economico e sociale e che può essere sconfitta se avanza la consapevolezza individuale, collettiva e politica. Darà fastidio a qualcuno, ma Pio La Torre che era intransigente e comunista, ci ha insegnato proprio questo.

 di Vito Lo Monaco

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