Italiani disoccupati e depressi: 3,6 milioni non cercano più lavoro

Economia | 17 gennaio 2015
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Italiani alla finestra, ma pronti a rientrare. Nel Paese ci sono oltre 3,6 milioni di persone che sarebbero disponibili a lavorare ma non cercano impiego: è il 14,2% della forza lavoro, oltre tre volte la media Ue-28, che si attesta al 4,1%. La rilevazione dell'Eurostat, relativa al terzo trimestre 2014, mette nero su bianco come questa percentuale sia salita in un anno di 0,2 punti nell'Unione europea e di 1,1 punti in Italia. L'unico Paese a registrare un incremento di tale portata, il più alto. E che deve fare i conti con un tasso di disoccupazione a livelli record, salito al 13,4% a novembre.

 Per fronteggiare il quale il governo punta sull'attuazione del Jobs act, che la prossima settimana vedrà le audizioni delle parti sociali e degli altri soggetti interessati nelle commissioni Lavoro di Senato (tutte nella giornata di martedì) e Camera (mercoledì e giovedì), che dovranno poi esprimere il parere (entro il 12 febbraio). Non vincolante, ma necessario per arrivare all'ultimo passaggio dei decreti attuativi sul contratto a tutele crescenti e sugli ammortizzatori sociali in Consiglio dei ministri, per l'ok definitivo. Dal Senato potrebbe arrivare già la prossima settimana. Tornando ai dati e sempre guardando al terzo trimestre dell'anno da poco chiuso, se a questi 3,6 milioni di inattivi disponibili che non cercano lavoro si sommano i tre milioni di disoccupati registrati nello stesso periodo si superano i 6,6 milioni di persone, il 7,8% in più dello stesso periodo del 2013.

La situazione dei senza lavoro rischia però di aggravarsi nell'ultimo trimestre del 2014, visto che secondo i dati Istat i disoccupati sono stati oltre 3,4 milioni sia ad ottobre che a novembre (il dato sugli inattivi disponibili a lavorare invece è solo trimestrale). Contestualmente i dati mensili sugli inattivi in termini generali hanno indicato sia ad ottobre e soprattutto a novembre una flessione del loro numero, a significare una ripresa nella ricerca di un impiego. In Italia la disoccupazione è più alta in media rispetto all'Europa (a novembre al 13,4% contro l'11,5% dell'Eurozona e il 10% dell'Ue a 28) con un aumento di quasi un punto rispetto all'anno precedente ma è enorme il divario sulle 'forze lavoro potenzialì con oltre 3,6 milioni di persone nel terzo trimestre 2014 che non cercano impiego ma sono pronte a lavorare (come detto il 14,2% a fronte del 4,1% di media nell'Ue a 28).

Si tratta di persone considerate inattive (non hanno fatto ricerche di lavoro nelle quattro settimane precedenti la rilevazione) anche a causa della sfiducia nella possibilità di poter trovare occupazione ma disponibili ad un eventuale impiego. Se in Europa la percentuale di queste persone è aumentata di 0,2 punti ed in Italia è cresciuta di 1,1 punti, in Germania è ferma all'1,2% ma anche in Grecia con la disoccupazione oltre il 25% quest'area è stabile all'1,9%. L'Italia su questo dato è spaccata in due con percentuali al Nord del 6,5% (vicine alla media europea) e il Sud che sprofonda con il 30,7% (su 100 forze lavoro tra i 15 e i 74 anni) che non cerca impiego pur essendo disponibile a lavorare (quasi il 48% tra le donne). 



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