In Sicilia un terzo dei beni sottratti alle cosche mafiose

Economia | 7 ottobre 2016
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Sono 8.045 i procedimenti complessivamente iscritti al 31 dicembre 2015 nella banca dati dell’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, il 72% dei quali riguarda il Sud e le isole. La Sicilia detiene il primato con il 28,3%. Ed è Palermo il distretto giudiziario maggiormente interessato. Oltre 153.000 sono i beni registrati nel database, 75.162 quelli sottoposti a misura cautelare (sequestro e confisca). Mentre i beni definitivamente assegnati sono solo 6.108, pari al 4% del totale dei beni censiti.

Questi i dati della relazione semestrale, aggiornata a marzo 2016 e predisposta dal Ministero della Giustizia, relativa ai beni sequestrati o confiscati. La relazione, presentata il 28 settembre sorso, mostra come, nel tempo, i procedimenti iscritti sono aumentati: 2.341 quelli registrati nel quadriennio 2011-2014 (681 nel 2011, 572 nel 2012, 481 nel 2013, 607 nel 2014) a fronte dei 1.552 del periodo 2007-2011 (319 nel 2007, 277 nel 2008, 443 nel 2009, 513 nel 2010). Mentre nel 2015 sono stati 633. E anche se, nel quinquennio 2011-2015, dei 2.974 procedimenti, quasi tre su quattro (2.140, ossia il 72%) hanno interessato le regioni meridionali (in Sicilia sono stati 840, il 28,3% del totale nazionale; 532 in Campania, 17,9%; 407 in Calabria, 13,8%; 262 in Puglia, 8,9%) a fronte degli 834 casi al centro-nord (quasi il 28%. Tra le regioni maggiormente interessate troviamo la Lombardia con 237 procedimenti, seguita dal Piemonte con 165, dal Lazio con 159 e dall'Emilia Romagna con 101), nel 2015 i procedimenti registrati al centro-nord hanno raggiunto il 31,7%.



2011

2012

2013

2014

2015

NORD

90

142

89

121

148

CENTRO

43

21

48

79

53

SUD

339

257

207

222

248

ISOLE

209

152

137

185

184

Non sorprende, quindi, che dopo Palermo (278 nuovi procedimenti nel 2014-2015), i distretti maggiormente interessati siano Napoli (156), Reggio Calabria (107). A Roma i procedimenti sono in aumento (89 rispetto ai 53 del biennio precedente), come anche a Milano (72), Torino (66) e Bologna (55). Tra i distretti con un minor numero di procedimenti troviamo Salerno (39), Catania (37), Trapani (37), S. Maria Capua Vetere (32) e Agrigento (27).

I 153.397 beni iscritti nella Banca Dati, di cui 16.000 sono relativi al 2015, comprendono non solo i 17.044 sequestrati (poco più dell' 11% del totale dei beni presenti nel database) e i 52.010 confiscati (di cui 38.514 sono riferiti al periodo 2011-2015), ma anche i beni “per i quali si è ancora nella fase della richiesta della misura cautelare (proposta) come anche quelli che sono passati alla fase del dissequestro o che viceversa, dopo essere stati confiscati in via definitiva, sono stati destinati” – è spiegato nella relazione. Nello specifico si tratta di 35.601 beni ancora in fase di proposta di misura cautelare, 42.634 passati alla fase di dissequestro e 6.108 definitivamente destinati. Sommando i beni sequestrati e confiscati (69.054) a quelli destinati, quindi, i beni sottoposti a misura cautelare sono in totale 75.162, quasi la metà di quelli censiti. E, volendo soffermarsi sulla collocazione geografica, è sempre il Meridione ad avere il primato in tema di misure cautelari dei beni. La Sicilia è ancora, tra le regioni del Sud, quella ad essere più interessata dal fenomeno: dal 2011 al 2015 ha sottoposto a confisca il 29% dei beni che rientrano in questa misura (11.122 su 38.484). E, a livello di uffici giudiziari, Palermo detiene il primato con 5.965 confische, seguita da Torino (5.651), Reggio Calabria (3.689), Roma (2.524) e Napoli (2.461). Riguardo alla tipologia dei beni, quelli iscritti sono soprattutto i beni immobili (45,9%), seguiti da quelli mobili (36,8%), dai beni finanziari (11,4%) e dalle aziende (circa 7%).

Negli ultimi cinque anni, i beni assegnati allo Stato (1.010 fino ad oggi) o agli enti locali (5.098) sono stati solo 1.630, con un andamento irregolare nel tempo: 94 nel 2011, 88 nel 2012, 428 nel 2013, 163 nel 2014, 857 nel 2015. Ed è proprio il dato dell’ultimo anno a indicare come lo Stato abbia accelerato le procedure. Di questo miglioramento ne sono la conferma anche gli oltre 2000 decreti di destinazione emanati negli ultimi sei mesi.

La relazione ribadisce, inoltre, l’entrata in funzione a breve del nuovo Sistema Informativo Telematico delle Misure (SIT.MP) che “non sarà un semplice registro informatico ma consentirà la gestione in un'unica interfaccia dei dati che erano presenti nei registri di cancelleria e dei documenti che oggi compongono il fascicolo processuale”. Dunque, uno strumento utile per tutte le amministrazioni interessate (uffici giudiziari, regioni, comuni).


«Ancora una volta - sottolinea Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre - il divario tra beni sequestrati e confiscati e quelli assegnati segnala l’urgenza della riforma dell’Agenzia dei beni confiscati e del perfezionamento del passaggio dall’amministrazione giudiziaria alla definitiva gestione produttiva o alla vendita nel caso in cui questa non sia possibile. Urge approvare il ddl di iniziativa popolare approdato al Senato dopo due anni e mezzo». "Anche di ciò - conclude Lo Monaco - discuteremo lunedì al Seminario che si terrà allo Steri sull'evoluzione delle mafie alla presenza del ministro della giustizia Orlando e della Presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi».

 di Alida Federico

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