In Sicilia il Carroccio ricicla, non rinnova

Politica | 19 giugno 2015
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I siciliani lo avevano capito dal nome, " Noi con Salvini", che la lista della Lega in Sicilia non riguardava gli isolani. E il risultato delle amministrative, secondo l' analisi elaborata dalla facoltà di Scienze Politiche dell' Università di Catania, parte da qui. " Sono due gli errori che hanno volatilizzato l' entusiasmo che il leader leghista aveva suscitato anche tra i siciliani -scrive l' osservatorio -Innanzitutto il nome della lista. Ci si aspettava un accenno all' autonomia, all' indipendenza, almeno al federalismo. Sarebbe andato bene un partito della macro regione meridionale. Ma non l' ennesimo partito personale, intitolato a un leghista che in passato non ha mancato di criticare il Sud e la Sicilia". Poi, la scelta dei dirigenti, carenti di qualità politiche : dall' oratoria al merito. A quanto pare ha pesato molto avere puntato sul segretario nazionale di " Noi con Salvini", Angelo Attaguile, deputato di 68 anni, eletto in Forza Italia in Campania in quota Mpa, che avrebbe respinto gli elettori giovani e gli amanti del calcio : è conosciuto in Sicilia per essere stato presidente del Calcio Catania negli anni che portarono la squadra al default e per alcune vicende giudiziarie. Come assistenti parlamentari, si legge nella premessa del rapporto, ha chiamato prima il figlio Marco, poi l' avvocato Giuseppe Arena, già assessore comunale di Catania. " Anziché puntare giovani e neofiti, si sono radunati solo sparuti gruppetti di esiliati da altre esperienze partitiche". La Lega non ha rottamato ma solo " riciclato". Nella seconda parte, il rapporto parla dei numeri, li collega al territorio e dà loro un senso. La Lega è stata assente nei piccoli Comuni, mentre a Marsala, città di quasi 100 mila abitanti, il candidato Vito Armato è arrivato ultimo con l' 1, 37 per cento. Se ad Augusta Salvini non c' era, a Villabate Corrao è arrivato ultimo con il 9, 38 per cento. " E considerate alcune informazioni che ci sono giunte -si legge -la natura del consenso è sembrata fondata su ragioni prevalentemente personali-clientelari". Ultimo posto a Milazzo (1, 53 per cento) e nessuna lista a Barcellona Pozzo di Gotto né ad Enna, unico capoluogo in cui si votava. Non c' era a Mineo, sede del Cara (Centro Accoglienza per Richiedenti Asilo), né a Mascali, comune sciolto per mafia tre anni fa. A San Giovanni La Punta, Luigi Seminerio è arrivato al 11, 77% ma " anch' egli con numerose esperienze politiche in altri partiti". L' unico esponente eletto di lista, invece, " si sarebbe già accasato in altro partito".Ad Agrigento, città di Alfano e ultima in Italia per qualità della vita, Marcolin ha ottenuto il 9, 15%. Anche in questo caso, c' è l' aggiunta : " Sfruttando il prestigio personale".(Il Fatto Quotidiano)
di Virgina Della Sala 

Demopolis: Berlusconi in calo, Salvini vola tra i conservatori
I dati del Barometro Politico di giugno dell’Istituto Demopolis confermano il mutamento degli equilibri in seno all’area di Centro Destra: gli ultimi mesi hanno visto una progressiva riduzione del peso elettorale del partito di Berlusconi, passato dal 23% del febbraio 2014 all’11% odierno. Inversamente proporzionale appare invece la crescita della Lega di Salvini: dal 3,8% di 16 mesi fa al 13% di dicembre, sino al 16% di oggi: ormai stabilmente prima forza politica del Centro Destra. È un’area particolarmente penalizzata, nel suo complesso, dalla tendenza all’astensione di ampi segmenti del suo elettorato storico. In misura superiore rispetto all'area di Centro Sinistra. A colpire, nell’analisi condotta dall’Istituto Demopolis per il programma Otto e Mezzo (LA7), è il peso reale, in voti assoluti, dei partiti: con un’affluenza stimata al 59%, la Lega otterrebbe oggi, se si votasse per le Politiche, 4 milioni e 350 mila voti, Forza Italia (in lieve ripresa nelle ultime 2 settimane) conquisterebbe 3 milioni di voti, Fratelli d’Italia-AN della Meloni 1 milione e 100 mila, Area Popolare (Ndc-Udc) di Alfano circa 1 milione. “È un elettorato – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – in ampia parte tuttora disorientato, quello di Centra Destra: le ultime indagini Demopolis fotografano una profonda crisi di rappresentanza di un’area storicamente fortissima negli ultimi 20 anni. A crescere è stata soltanto la Lega. In un contesto nel quale tuttora 15 milioni di italiani si definiscono di Destra o di Centro Destra e 18 milioni si dichiarano politicamente non collocati, solo 9 milioni e mezzo, complessivamente, voterebbero oggi per Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e NCD-UDC. È uno scenario aperto e in chiara evoluzione – conclude Pietro Vento – in un Paese nel quale oggi 20 milioni di elettori sceglierebbero l’astensione”.
Nota informativa – I dati sono tratti dal Barometro Politico di giugno dell’Istituto Demopolis. Direzione e coordinamento di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone; supervisione della rilevazione di Marco E. Tabacchi. Approfondimenti e metodologia su: www.demopolis.it. Per eventuali rilanci TW: #Demopolis @Pietro_Vento


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