In Sicilia i politici meglio pagati d’Europa
Un istituto professionale che si è appropriato di oltre 700.000 euro, un medico che per sei anni ha fatto acquistare prodotti e merci all’azienda sanitaria dove lavorava rivendendoseli successivamente, più volte, con l’ausilio di una ditta compiacente, alla stessa azienda. Questi alcuni dei tanti esempi contenuti nella relazione della presidente di Sezione, Luciana Savagnone, all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2015 della Sezione Giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione siciliana.
Presenti in prima fila il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, la vicepresidente della Regione, Mariella Lo Bello, l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei e quello all’Agricoltura, Nino Caleca, il capo della Procura di Palermo, Francesco Lo Voi, l’Arcivescovo Paolo Romeo e il rettore dell’Universita’ del capoluogo, Roberto Lagalla. “Nel 2014 abbiamo registrato condanne per 39 milioni di euro, una cifra enorme, quasi il doppio dell’anno precedente” ha dichiarato il presidente Savagnone.
"I disagi economici e sociali della Sicilia risultano aggravati a mio avviso da una gestione delle risorse pubbliche spesso non rispondente agli interessi della collettività”. Sono parole dure quelle che risuonano all’interno dell’aula magna di Palazzo Steri insieme agli ammonimenti dei presidenti di Sezione e del Procuratore generale della Corte dei Conti, Aloisio. Da loro anche quest’anno un duro monito alle più alte cariche della politica ma anche a direttori ed esponenti della pubblica amministrazione, quasi indifferenti al costo in termini di spesa di settori come la formazione professionale in primis, ma anche le aziende partecipate e la burocrazia La Procura regionale ha anche registrato il ricorrente spreco di risorse pubbliche nelle procedure di assunzione di personale o di ingiustificato riconoscimento ai dipendenti di qualifiche o livelli superiori da parte delle società in house della Regione siciliana le quali, nonostante il divieto posto a contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica, hanno continuato a disporre reclutamento di personale non giustificato e vietato.
Troppo spesso la cronaca ha dovuto poi occuparsi delle cospicue indennità percepite dal personale politico e delle scandalose doppie, triple e perché no anche quadruple sedute dei consiglieri comunali per ottenere più di un gettone di presenza in un giorno, come accaduto ad Agrigento. Ed è proprio sui costi della politica siciliana che si è incentrato l’intervento del Procuratore regionale della Corte dei Conti Aloisio. “La politica siciliana continua a mantenere standard di spesa superiori rispetto a quella Europea”. Tra le questioni citate da Aloisio, quella legata “al presidente del Consiglio Comunale e alla quasi totalità dell’ex Provincia regionale di Catania, ai quali è stato contestato il danno complessivo di circa 450 mila euro per l’illegittima utilizzazione dei fondi assegnati per spese di missione e di funzionamento, ritenute non compatibili con le esigenze istituzionali dell’organo consiliare”.
Nonché la citazione in giudizio di sette capigruppo dell’Ars “per l’illegittima utilizzazione dei fondi assegnati, non riconducibili agli scopi istituzionali dell’Ars stessa, con contestazione di un danno erariale complessivamente quantificato in oltre 1,9 milioni di euro”. “ Una relazione che fotografa una situazione non esaltante che é sotto gli occhi di tutti. Ma e’ importante che nelle conclusioni del Procuratore sia stato evidenziato come le responsabilita’ siano individuali e non di sistema.” Lo ha detto il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, che ha aggiunto: “ Le istituzioni e il Parlamento debbono operare secondo il percorso di trasparenza gia’ tracciato e rispetto a due anni fa gran parte degli atti sono pubblicati”. Nel 2014, la Procura regionale della Corte dei conti ha depositato 109 atti di citazione a giudizio a carico di 255 amministratori o dipendenti pubblici, per un danno erariale accertato e contestato di circa 48,8 milioni di euro. La Procura contabile ha ottenuto condanne complessive per poco piu’ di 40,7 milioni di euro.
Al danno complessivamente arrecato, va aggiunta la somma di 1,3 milioni, relativa a “risarcimenti spontaneamente eseguiti dagli autori del danno a seguito di avvio di attivita’ istruttoria”. Nel complesso, l’anno scorso la Procura ha aperto 6871 istruttorie; ha espletato 3110 atti istruttori di vario genere (audizioni, richieste di atti, accertamenti diretti, deleghe di indagini etc), emettendo 125 inviti a dedurre a carico di 265 soggetti, cui e’ stato contestato in fase istruttoria preprocessuale un danno erariale di poco meno di 40 milioni di euro. Dalla Procura sono stati segnalati, tra gli altri, illeciti nell’affidamento di incarichi esterni e consulenze; nella gestione dei fondi comunitari; nella formazione professionale; in materia sanitaria. Quanto è emerso dai diversi interventi dei magistrati contabili non sembra stupire Alessandro Baccei, assessore regionale all’Economia, che si è sentito più volte chiamato in causa: “Ci stiamo impegnando tutti i giorni per aumentare i controlli sull'amministrazione regionale e delle società partecipate”.
“ È necessaria la semplificazione della burocrazia - ha continuato l’assessore regionale - e in questa direzione si stanno muovendo le nostre riforme. Stiamo lavorando per un dipartimento ad hoc che controlli la spesa pubblica. In finanziaria c'è una norma apposita”. “I processi di revisione della spesa pubblica (spending review) e il contenimento dei costi della politica rappresentano un segnale forte che l’apparato pubblico deve dare ai contribuenti per non far apparire il sacrificio dei molti quale beneficio precipuo dei pochi.” Queste parole , pronunciate dalla presidente Savagnone, non possono che assumere in Sicilia, forse anche più che nel resto del paese, un imperativo cui la classe dirigente deve responsabilmente rispondere in tempi brevi.
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