In memoria di padre Basilio Randazzo, frate, sociologo e maestro

Cultura | 22 giugno 2021
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A dieci anni dalla morte di padre Basilio Randazzo, una raccolta di testimonianze ne ricorda il valore di frate, sociologo e  maestro per molte persone di generazioni diverse. “La ricchezza delle testimonianze di quanti l’abbiamo conosciuto, lo studio critico e sapienziale del prof. Vito Impellizzeri e la raccolta della produzione letteraria del frate sociologo, mettono in evidenza la sua poliedrica figura e hanno l’obiettivo di stimolare la ricerca – scrive Paolo Fiasconaro che ha curato il libro - in un settore, quello della religiosità e pietà popolare in Sicilia, che ancora oggi ha molto da dire a noi siciliani e alle Chiese locali”. Il volume è anche occasione per approfondire il pensiero di padre Randazzo, raccogliendone la preziosa eredità e aprendo nuovi orizzonti di crescita, iniziati dal Maestro e vissuti ancora oggi dalla nostra gente con gesti e segni che sono il ricco patrimonio di fede da non disperdere. Pubblichiamo la prefazione di Paolo Fiasconaro.


I MIEI 15 ANNI INSIEME AL CENTRO KOLBE DI CARINI


P. PAOLO FIASCONARO

Direttore del Centro Missionario Francescano di Roma

Già Direttore del Centro Kolbe di Carini


Prima della mia lunga permanenza con P. Basilio a Carini, i miei ricordi vanno lontano… quando nel 1957 dal Postulato di Comiso fui trasferito in quello di Montevago. Qui P. Basilio era vice-Rettore, essendo Rettore il P. Ermenegildo Giarrizzo. Lo ricordo sempre presente in mezzo a noi giovani probandi. Eravamo più di 70 e le giornate con P. Basilio trascorrevano sempre allegre. Si occupava di ognuno di noi e ricordo bene quando durante una sua lettura spirituale, nel suo discorso parlava della famiglia e dell’educazione dei figli. Ad un tratto si rivolse a me: come per esempio la tua mamma con il tuo fratellino. Io gli risposi: ma io non ho un fratellino! Lui replicò: no, è vero, è nato proprio ieri. Infatti si riferiva ad una comunicazione della mia famiglia che annunziava questo lieto evento dopo 13 anni dalla mia nascita. Ricordo un altro aneddoto grazioso di Basilio a Montevago, quando un signore in macchina (e senza patente) chieds al frate se da quella strada era passata prima la milizia (polizia). Lui rispose: Vada tranquillo perché il Direttore Generale della Milizia è mio zio P. Francesco Randazzo. Una risposta scherzosa che si riferiva allo zio P. Francesco, che era a Roma Direttore Generale della Milizia dell’Immacolata.

Incontrai di nuovo P. Basilio, dopo la sua Laurea a Roma, negli anni di insegnamento nel nostro Seminario-Chiericato di Palermo-Sacro Cuore alla Noce. Qui ho potuto approfondire la sua grande preparazione in Sociologia e soprattutto mi ha fatto gustare la ricchezza delle tradizioni e della pietà popolare della nostra Sicilia.

Un altro breve periodo con lui l’ho vissuto all’inizio del mio servizio pastorale nella Parrocchia della Noce dopo la mia ordinazione sacerdotale nel 1968 e rientro da Roma per la Licenza in Teologia nel 1970. Sono stati i primi due anni di intensa attività (1970/72) e mentre svolgevo il mio servizio pastorale in parrocchia ero stato nominato vice-Direttore dell’Istituto P. Luigi Palomes, essendo Direttore P. Basilio. Erano gli anni di espansione dei quartieri Noce, Passo di Rigano e Borgo Nuovo e la scuola elementare e materna del Palomes era un punto di riferimento per tante famiglie della zona. Più di 400 alunni e una attività didattica e sociale molto intensa ha contribuito a promuovere un territorio bisognoso di assistenza umana e spirituale. L’Istituto con P. Basilio ha acquistato grande rilevanza nella città per centinaia di bambini che in quegli anni riempivano la scuola. Ricordo bene, io giovane sacerdote, immesso in un’attività inusuale per me, accanto a P. Basilio ho acquisito tante esperienze ed è stato per me un full immersion pastorale (Parrocchia Noce) e sociale (scuola Palomes) che ha forgiato il mio cammino all’interno del mio Ordine Francescano.

I ricordi, la memoria di questo tratto di strada fatta insieme si sono concretizzati nel periodo abbastanza lungo a Carini. Basterebbe sfogliare il libro della cronaca di quegli anni al Centro KOLBE per capire e approfondire la poliedrica figura di un Frate, un Maestro e un Pastore.

Adesso (siamo nel 2021), pur vivendo lontano dalla mia Sicilia, ho sempre dinanzi ai miei occhi la nobile e fraterna figura del confratello P. Basilio, con il quale ho trascorso e condiviso insieme 15 anni al Centro Kolbe di Carini (1988/2003). Anni di intensa attività durante i quali sono state portate avanti numerose iniziative sul versante religioso, culturale e sociale.

P. Basilio era arrivato a Carini dopo la morte di P. Michele D’Antona e fu collocato di famiglia dal Capitolo Provinciale  del 1988. In quello stesso anno, dopo alcuni anni di docenza, era stato eletto Preside della Facoltà Teologica di Sicilia San Giovanni Evangelista, essendo Cardinale di Palermo S.Em. Salvatore Pappalardo. Ricordo bene il suo andare e venire per le lezioni e spesso saltava i pasti per i vari impegni istituzionali. Mantenne l’incarico di Preside per tre anni fino al 1990.  In quegli anni il suo equilibrio e la sua saggezza contribuirono notevolmente alla crescita di una Facoltà diventata punto di riferimento per molte Diocesi di Sicilia. Significativo l’apprezzamento del Cardinale Pappalardo a nome della Conferenza Episcopale Siciliana, a conclusione del suo mandato di Preside.

Iniziando il suo servizio al Centro Kolbe, mi ha affiancato nel mio ufficio di Direttore e Parroco. P.Basilio si è inserito a pieno ritmo nella vita e attività del Centro collaborando attivamente e con la sua grande intuizione di sociologo, si misero in campo diverse iniziative culturali e promozionali a favore degli ospiti del Centro, dei villeggianti estivi e della società carinese e palermitana.

Nel Capitolo Provinciale del 1991 è stato eletto Guardiano della comunità San Massimiliano Kolbe, incarico mantenuto per nove anni fino al 2000, mentre dal 1997 al 2000 è stato Parroco della parrocchia intitolata al martire polacco. 

P. Basilio, essendo nativo di Carini e molto conosciuto e stimato, era un punto di riferimento per tante persone del luogo e per gli ospiti del Centro.  Le sue messe domenicali erano sempre affollate e le sue Omelie molto seguite. Tanti incontri e conversazioni con tutti i ceti della società, dai più alti alla gente del popolo, anzi questi erano i privilegiati. Ricordo le chiacchierate con il nostro collaboratore don Vincenzo Caruso, uomo semplice, timorato di Dio e dal quale il sociologo ha attinto tanta saggezza e racconti di vita campestre e di pietà popolare. Ricordo i suoi lunghi colloqui  con la gente umile del paese, sempre attento alle battute, ai proverbi e detti siciliani e alle antiche usanze. Mi vengono in mente alcune sue battute: per ringraziare un Santo diceva ringraziamu u Patriarca di quattro vaneddi (il crocevia all’ingresso di Carini alta); oppure quando io tornavo da un incontro dei Provinciali a Roma, mi chiedeva scherzando: Chi c’era nel direttivo?...e lui stesso rispondeva con un detto carinese... io, Mario Coviello, Ciccu Patanu, ma fratu Ciccu e ma fratu Tanu. Un’altra espressione che ripeteva spesso per un caso risolto: queste sono le eleganti vie della Provvidenza!

Nei suoi anni di permanenza al Centro Kolbe con P. Basilio abbiamo instaurato un rapporto di amicizia, di unità di intenti, di collaborazione attiva in ogni iniziativa da prendere.

La prima iniziativa è stata il “corso di formazione etico-politica” (1989), della durata di 5 mesi, aperto a giovani universitari e non, e mirato alla crescita e alla formazione di una nuova classe dirigente in grado di dare risposte ad una politica in quel tempo fallimentare dove quasi ogni anno cambiavano i governi nazionali e regionali. Il P. Basilio, direttore del corso, è riuscito a coinvolgere i migliori docenti delle università di Palermo e vari amici sindacalisti, imprenditori e giornalisti. Con l’aiuto del Centro La Pira  guidati dal dott. Maurizio Puleo, si sono coinvolti una cinquantina di giovani partecipanti. Il corso si è concluso con la cerimonia di consegna dei diplomi dopo la lectio magistralis del prof. Antonino Zizhichi. Il corso ha avuto grande risonanza mediatica e ricordo la soddisfazione del P. Basilio di essere riuscito a imprimere una forte presa di coscienza che la formazione dei giovani è garanzia per un futuro migliore.

Un’altra iniziativa di grande rilevanza è stata la celebrazione del 50mo della morte di San Massimiliano Kolbe (1941/1991). In particolare, il solenne pontificale dell’Arcivescovo di Monreale Mons. Salvatore Cassisa, l’inaugurazione del monumento bronzeo dinanzi al Santuario, opera dell’artista Franco Campanari di Castelfidardo. Inoltre per l’occasione è stato inaugurato il grande anfiteatro di mille posti, costruito con cantieri regionali di lavoro diretti dall’arch. Giacomo Di Stefano, dove per due serate, il 14 e 15 agosto del 1991, è stato messo in scena l’Opera lirica in lingua francese MAXIMIILIEN KOLBE  di  Eugéne Ionesco, messa in scena dal E.A.Teatro Massimo di Palermo, con costumi dell’Opéra di Parigi, musiche di Dominique Probst e artisti di fama europea con il polacco Andrea Snaski protagonista. Ricordo la gioia e la soddisfazione del P. Basilio e dei Frati per l’ottima riuscita dei vari eventi che hanno visto nelle serate di rappresentazione tre mila spettatori.

Sarebbero tanti i racconti delle numerose  iniziative che negli anni si sono vissute insieme, alcune delle quali già avviate prima del suo arrivo a Carini e consolidate durante la sua permanenza, in particolare nel 1987 la creazione del Comitato cittadino “Salviamo il Castello” con la finalità di rilanciare il vecchio maniero di Carini abbandonato e cadente. In quegli anni iniziò anche l’organizzazione della “Sacra rappresentazione della Passione” con un centinaio di comparse e rievocando la Via Crucis per le vie del paese. Infine, nel 1998, nell’ambito del progetto “Carini arte” è stato messo in scena il “Presepe Vivente” all’interno del vecchio castello di Carini e del Borgo medievale.

Altri ricordi sulla figura di P. Basilio sono: il dialogo costante con tutti gli anziani che nei mesi di agosto trascorrevano le vacanze estive. Per tutti aveva una parola di conforto, soprattutto nelle serate estive in terrazza teneva degli incontri culturali su tematiche di attualità, di vita vissuta, di tradizioni e pietà popolare. Con il personale del Centro aveva un rapporto privilegiato e la loro disponibilità nei suoi confronti era ottima, fino ad accompagnarlo a Palermo (Piero, Adelfio e Giuseppe) anche per una ora di lezione. Lo si vedeva spesso in cucina a preparare dei piatti a lui congeniali, a dare una mano alla cuoca nella preparazione dei pasti per gli ospiti e piatti particolari per i frati e il personale. Non doveva mancare quasi giornalmente il pesce di ogni tipo e gli agrumi andavano mangiati da maggio in poi. Non era tanto ghiotto di dolci e il punto debole erano le sigarette MS che non dovevano mancare sul suo tavolo. Il suo rapporto con la famiglia, essendo carinese, era viscerale, e si informava di tutti, vicini e lontani parenti e per tutti aveva la sua frase appropriata, alla siciliana.  

Ricordo i tanti amici che venivano a trovarlo, dai Vescovi suoi alunni, ai colleghi docenti, magistrati, sindacalisti, imprenditori e infermieri professionali dell’Ospedale Civico di Palermo. Erano assidui centinaia di alunni con i quali aveva fatto da Relatore in più di 150 tesi di Laura in Facoltà Teologica e nella Scuola di Servizio Sociale Santa Silvia di Palermo.

E’ difficile poter contare quante conferenze abbia tenute in varie Istituzioni, nelle 18 Diocesi di Sicilia, nelle comunità religiose maschili e femminili, in ambienti anche particolari come le carceri, ospedali e manicomi. Nelle sue conferenze il suo pregio era di non stancare l’uditorio e quando si rendeva conto che si era stanchi per gli alti contenuti, con una battuta distensiva e scherzosa, riusciva a catalizzare il pubblico e riprendere il filo. Una prerogativa che rendeva attraente ogni sua conferenza e sono in molti a ricordarlo benevolmente con questi tratti gioviali e brillanti.

Ricordo ancora che mi lasciava libero nei miei impegni istituzionali, ma aveva la preoccupazione che io, nelle mia qualità di Segretario dei 60 Ministri Provinciali delle 4 Famiglie Francescane d’Italia, di Responsabile dell’Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale Siciliana e di Economo e Legale Rappresentante della Provincia di Sicilia, stessi molto tempo fuori casa quando partivo e mi ripeteva: “quanni ti arricampi?” e io rispondevo “stia tranquillo, fra qualche giorno!.

Purtroppo nel 2000  a causa di un lieve ictus è stato costretto a limitare la sua attività. Nel Capitolo Provinciale del 2001, dopo la nomina del nuovo Direttore del Centro e di Guardiano e parroco del P. Felice Fiasconaro, il P. Basilio ha lasciato l’incarico di Guardiano e con l’ulteriore aggravarsi della malattia entrando in dialisi, nel dicembre del 2003 è stato trasferito nella comunità di San Francesco d’Assisi di Palermo e successivamente nel  convento del Sacro cuore alla Noce dove è deceduto il 27 maggio del 2011. A tal proposito, mi ha sorpreso una coincidenza di morte con il suo Maestro e Rettore a Roma e suo compaesano P. Pietro Migliore, deceduto lo stesso giorno 27 maggio, che nel 1973 a Carini è stato per 10 mesi il primo direttore del Centro.

Certamente il confratello P. Basilio Randazzo rimane per la Provincia religiosa dei Frati Minori Conventuali di Sicilia un esempio luminoso come frate Amante del suo Fondatore Francesco di Assisi che gli ha ispirato tante poesie. Viene ricordato come Sociologo per i suoi innumerevoli studi rivolti alla comprensione dell’animo del popolo di Sicilia e come Maestro per tante generazioni di giovani studenti che in Lui hanno creduto.

Caro P. Basilio, sei stato per il Centro Kolbe un fedele servitore e amabile tessitore di relazioni ad ogni livello e soprattutto per aver percorso assieme a me un tratto di strada che arricchisce la storia del Centro, testimone oggi di fedeltà al Vangelo, veicolo di promozione umana e sociale e ha seminato nel tempo frutti abbondanti per un raccolto oggi nelle mani di Dio, di Francesco d’Assisi e di Massimiliano Kolbe.



L'autore

P. Paolo Fiasconaro, Ofmconv nasce a Castelbuono (PA) nel 1944. Frate dal 1961 e sacerdote dal 1968. Giornalista e Licenziato in Sacra Teologia. Nel 1970 ha iniziato l’attività pastorale nella parrocchia del Sacro Cuore alla Noce di Palermo e dal 1979 al 2001 Direttore del “Centro di Spiritualità P. Kolbe” di Carini. Durante questi anni ha promosso diverse iniziative religiose, artistiche e culturali a favore del territorio di Carini e delle Chiese di Sicilia. Ha promosso il Premio Nazionale di Pittura “P. Kolbe l’olocausto”, le costruzioni del Santuario S. Massimiliano Kolbe e dell’anfiteatro con mille posti. Nel 1995 è stato Responsabile dell’Ufficio Stampa del Convegno delle Chiese d’Italia a Palermo, Direttore dell’Ufficio Stampa della Conferenza Episcopale siciliana (1996/2009) e Responsabile dell’Ufficio Stampa della visita di Benedetto XVI a Palermo (2010). Dal 1998 al 2016 è stato Segretario generale dell’Unione Conferenze Ministri Provinciali delle 4 Famiglie Francescane d’Italia e dal 2001 al 2013 Segretario della Conferenza Intermediterranea dei Ministri Provinciali Ofmconv. Nel 1985 e nel 2003 ha organizzato l’Offerta dell’olio della Sicilia ad Assisi e nel 1999 il Tour del Coro della “Cappella Sistina” nelle 9 Cattedrali dei capoluoghi di Sicilia. Ha ideato e prodotto gli eventi “L’infinitamente piccolo” con Angelo Branduardi, “Madre Teresa, il Musical” con Michele Paulicelli e i “Cercatori di Dio” con Amedeo Minghi. Dal 2013 è Direttore del Centro Missionario Francescano Onlus in Roma, della rivista “Il Missionario Francescano” e dell’Agenzia “MissioConvInforma”. In questi anni ha prodotto 6 docu-film con testi e regia dopo i viaggi effettuati in Brasile, Perù, Cina, Zambia, Uganda, Tanzania, Ghana e Kenya.



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