Imprese sociali, pronti 200 milioni di finanziamenti agevolati

Economia | 8 settembre 2015
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«Tornare a investire» è una delle parole d' ordine più ricorrenti negli ultimi mesi nel dibattito sui temi economico-finanziari. E l' economia sociale non fa eccezione, tanto che la rete degli istituti di ricerca sull' impresa sociale, Iris Network, ha proposto questo tema come filo conduttore dell' imminente workshop nazionale (Riva del Garda, giovedì 10 e venerdì 11), che rappresenta per tradizione l' appuntamento annuale di riferimento del non profit produttivo. Si tratta anche di capire se l' impresa sociale sia in grado di cambiare passo e di esercitare nei fatti quel ruolo da protagonista, per la promozione dello sviluppo economico e della coesione sociale, che in teoria le viene già riconosciuto. Un passaggio non da poco, se si considera che il numero delle organizzazioni nate sulla scia del decreto legislativo 155/2006 resta esiguo (meno di mille unità) e che l' effetto a tenaglia prodotto in questi ultimi anni dall' ampliamento della sfera dei bisogni da un lato e dal dimagrimento delle risorse pubbliche dall' altro ha messo alle corde anche la ben più robusta schiera delle cooperative sociali ex legge 381/1991, oltre 12mila sul territorio nazionale, ma per almeno un quarto in condizioni di difficoltà, secondo le rilevazioni di fine luglio rese note dall' Osservatorio Isnet.Grandi attese vengono riposte nell' imminente riassetto della forma giuridica dell' impresa sociale, contenuto nella riforma del Terzo settore all' esame del Parlamento. Ma sarebbe ingenuo immaginare che l' intervento del legislatore basti da solo a imprimere un colpo d' ala. Serve una più robusta struttura di capitale, perché le sfide cui il non profit produttivo è chiamato, soprattutto sul terreno del nuovo welfare, impongono spalle un po' più robuste.Sotto il profilo delle disponibilità finanziarie, un segnale importante è giunto dall' impulso del Governo, che ha portato allo stanziamento da parte del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), di 200 milioni di euro per le cooperative e le imprese sociali, attraverso il Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca. Il provvedimento, predisposto in stretto raccordo con il ministero del Lavoro e fortemente sostenuto dal sottosegretario Luigi Bobba, che è anche in regia del disegno di legge delega sulla riforma del Terzo settore, riconosce un regime di finanziamenti agevolati per imprese di qualunque dimensione che realizzano beni e servizi ritenuti socialmente meritevoli. La dizione è un po' generica, e non potrebbe essere diversamente, vista l' eterogeneità del quadro normativo di riferimento, ma in sostanza il campo dei beneficiari comprende le imprese sociali, le cooperative sociali e le società cooperative con la qualifica di Onlus.Saranno ammessi i programmi di investimento compresi tra 100mila e 10 milioni di euro e l' agevolazione consisterà in finanziamenti che, in base all' attuale disciplina del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (Fri), dovranno avere tassi d' interesse non inferiori allo 0,5% e durata fino a 15 anni, ed essere affiancati da un' analoga quota di finanziamenti ordinari a tasso di mercato, erogati dal sistema bancario. Secondo le stime del Cipe, la dote di 200 milioni potrà consentire il sostegno di almeno 400 iniziative, ma il numero potrebbe anche essere ben superiore, se la percentuale di finanziamento creditizio ordinario dovesse salire oltre la soglia minima.Uno stimolo importante, che mette l' impresa sociale in condizione di progettare con minori problemi di ossigeno il proprio futuro.
 di Elio Silva

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