Imprese del Nord nelle mani dei clan

Società | 24 aprile 2015
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Al Nord, come al Sud, è il settore delle costruzioni a rivestire maggiore importanza nell’economia mafiosa per via del basso know how richiesto. In particolare, sono il movimento terra e il ciclo del cemento ad essere gestiti dai boss quasi in regime di oligopolio. È la sanità, però, il business sempre più in espansione per i clan che popolano il settentrione d’Italia. La gallina dalle uova d’oro, considerate le cifre destinate all’assistenza nei bilanci regionali (oltre il 70% della spesa pubblica). Una attrattiva in cui riciclare denaro illecito e continuare così ad ottenere ulteriori profitti grazie alle intermediazioni esterne. L’appeal del settore, tuttavia, non è solo di carattere economico: fare affari nella sanità significa soprattutto potere. Il controllo delle assunzioni e delle carriere genera quel consenso sociale sfruttabile anche in occasione delle tornate elettorali per pilotare voti a favore degli amici.  

La Lombardia è la regione del nord con «una più accentuata attitudine alla penetrazione mafiosa», riconducibile ad  «una specificità ambientale segnata negli anni da condotte corrotte e clientelari non rintracciabili nelle altre regioni settentrionali». È quanto emerge dal secondo rapporto trimestrale sulla presenza mafiosa nelle aree settentrionali, realizzato per la presidenza della Commissione Antimafia dall'Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell'Università di Milano, diretto da Nando Dalla Chiesa. Come dimostrano le inchieste giudiziarie degli ultimi cinque anni prese in esame dai ricercatori, è la ‘Ndrangheta a fare maggiori affari nella sanità grazie ai rapporti con il mondo politico e con quello medico-sanitario. Caso emblematico di queste alleanze è quello attorno alla vicenda del direttore generale dell'Asl di Pavia, Carlo  Antonio Chiriaco, unica fattispecie al Nord in cui la sanità è stata direttamente nelle mani della 'Ndrangheta. Una figura in cui il ruolo del boss si sovrappone a quello del medico che ha, anche, una forte influenza politica, così come ci raccontano le carte dell’inchiesta Infinito. Chiriaco è, infatti, un medico calabrese, ma anche un uomo di 'Ndrangheta in contatto con i principali boss locali come Pino Neri e Cosimo Barranca. Nella sua duplice veste, influenza le nomine sanitarie privilegiando parenti e amici di 'ndranghetisti. Riesce anche a procacciare voti a favore del suo candidato alle regionali in Lombardia, Abelli, per una prestigiosa poltrona in vista dell’Expo: «lui deve fare l'assessore alle infrastrutture¼ lui ha testa¼ ma nei prossimi cinque anni c'è l'Expo 2015¼ma sai cosa c'è da fare nei prossimi cinque anni¼proprio a livello di infrastrutture in Lombardia?... Ma hai voglia¼è l'assessorato più importante». Ed è ancora il dominus dell’Asl di Pavia a fornire perizie mediche o a prevedere ricoveri per chi, come gli ‘ndranghetisti Pasquale Barbaro e Francesco Pelle e il casalese Giuseppe Setola, cerca di sottrarsi ad un soggiorno poco comodo nelle patrie galere.

Se è la ‘Ndrangheta a fare la parte del leone nell’infiltrazione criminale della sanità del Nord, il Rapporto dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata mostra come anche la Camorra e Cosa nostra siano interessate a questo business. Non è così sfuggito alla mafia siciliana – quella che fa capo a Benedetto Capizzi, il boss al vertice della commissione provinciale di Palermo arrestato nel 2009 - l’appalto da due milioni di euro riguardante i servizi infermieristici del carcere di Opera che ospita Totò Riina.

L’infiltrazione mafiosa dell’economia legale in Lombardia come in Piemonte, cosi anche in Liguria e in Emilia Romagna,  passa pure dagli investimenti nella grande distribuzione, nella ristorazione - a cui, assieme agli alberghi, è riconducibile il 10,5% dei beni confiscati in Italia - negli autotrasporti, negli stabilimenti balneari, nell’industria del divertimento, nello smaltimento dei rifiuti, nei cantieri navali e portuali. Una penetrazione che si è perpetuata grazie ad un contesto di legalità debole diffusa, ad un ambiente che si è mostrato permeabile alle logiche criminali. Come si evince dai casi della Tnt –multinazionale specializzata nel trasporto espresso di merci che entra in affari con il clan Flaci, potente cosca di 'Ndrangheta attiva nel capoluogo lombardo - della Blue Call S.r.l- società di call center di cui si appropria il clan Bellocco – e della Perego - principale gruppo imprenditoriale nel movimento terra- all’origine della penetrazione mafiosa nella media-grande impresa del Nord c’è spesso l’iniziativa degli imprenditori che ricercano i ‘servizi dei clan’ quali protezione o liquidità. Ma, soprattutto, il processo dell’infiltrazione criminale si avvale di quell’area grigia che annovera professionisti, imprenditori, politici e burocrati. Emblematico, nel caso della vicenda della Tnt, il ruolo-ponte tra ‘Ndrangheta e dirigenti aziendali svolto dall'ex colonnello Carlo Alberto Nardone. È proprio l’esponente dell’Arma in pensione a suggerire la teoria del ‘chiodo schiaccia chiodo’: per liberarsi di un gruppo criminale occorre affidarsi ad un altro con lo stesso curriculum criminale così da poter regolare i conti.

 

 

 

Tabella  - Il sistema delle opportunità/incentivi offerti dalla sanità ai clan

 

GRUPPI DI OPPORTUNITA'

a)di natura ECONOMICA: forniture e appalti (servizi assicurativi/pulizia/lavanderia/onoranze funebri, macchinari, interventi immobiliari, ecc..); profitti diretti (sistema delle convenzioni); riciclaggio di denaro derivante da attività illecite

b) di natura SOCIALE: prestigio; arricchimento del capitale sociale dei clan (sistema di relazioni nel mondo delle professioni mediche, relazioni con le élites sociali);

c) di natura POLITICO-ELETTORALE: allargamento del bacino elettorale (ruolo del medico, sistemi di favori e dipendenze personali); voto di scambio

d) di natura GIUDIZIARIA (IMPUNITA'): false perizie; cura di latitanti; disponibilità di luoghi sicuri per la gestione degli affari dei clan (reparti ospedalieri e uffici)

      e) di natura CULTURALE-SIMBOLICA: legittimazione e acquisizione di benemerenze sociali,     connesse con l'importanza della funzione sanitaria

 

 

 

I meccanismi della penetrazione mafiosa nella grande impresa settentrionale:

 

a) Infiltrazione iniziale "pacifica", assenza di minacce o atteggiamenti violenti da parte dei clan nei confronti degli imprenditori;

b) Ricerca da parte degli imprenditori del supporto mafioso (e non viceversa);

c) Importanza decisiva del contesto d'azione: la "zona grigia";

d) Sottovalutazione della "matrice di mafia" (e del suo potenziale) da parte degli imprenditori;

e) Tendenziale inefficienza gestionale/imprenditoriale mafiosa. La 'ndrangheta dimostra di privilegiare il ruolo di antistato (servizio di protezione alle imprese) al ruolo di imprenditore.

 

 di Alida Federico

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