Illeciti negli uffici pubblici, record di denunce in Sicilia

Società | 30 luglio 2019
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Oltre due segnalazioni di illeciti al giorno, in particolare per irregolarità negli appalti, con un trend in crescita, soprattutto al Sud. È quanto emerge dal IV rapporto annuale sul whistleblowing dell'Anac. La modifica dell’art. 54-bis del dl 165/2001, approvata con la legge 190/2012, ha disciplinato per la prima volta nella legislazione italiana la figura del whistleblower, il dipendente pubblico che segnala illeciti, al quale viene offerta una parziale forma di tutela. 

Dall’approvazione della legge le segnalazioni sono andate progressivamente crescendo, passando dalle 3 del 2014 (da settembre), alle 125 del 2015, alle 183 dell’anno successivo, alle 364 del 2017 fino a più che raddoppiare lo scorso anno nel corso del quale l’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) ha ricevuto 783 segnalazioni (65 al mese). Nel corso dei primi sei mesi di quest’anno ne sono giunte già 439 (73 al mese). L'82 per cento delle segnalazioni arriva tramite l'app protetta lanciata da Anac a febbraio 2018, le altre per posta cartacea. Nel 2019 aumentano le segnalazioni dal Sud e dalle isole (dal 41,3 per cento del 2018 al 51,7 al 30 giugno), in flessione il Centro (da 22,9 a 20,1) e il Nord (da 32,1 a 26 per cento). 

Benché la legge garantisca la riservatezza sull'identità di chi fa partire le denunce, è curioso evidenziare come, soprattutto a Milano, ben sedici delle venti segnalazioni pervenute siano anonime. Nel dettaglio, in più della metà dei casi il whistleblower è un dipendente pubblico (55,3% delle segnalazioni), un lavoratore o collaboratore di una impresa fornitrice della Pubblica amministrazione (14,2%) o un dipendente di società controllate o partecipate 14%. I dirigenti, invece, sono poco più del 5%. Tra le tipologie di illeciti segnalati i più frequenti si confermano gli appalti illegittimi (22,6%). In calo i casi di corruzione, cattiva amministrazione ed abuso di potere (passati dal 24,1% del 2018 al 18,7% del 2019). A seguire, concorsi illegittimi (12,3%), cattiva gestione delle risorse pubbliche o vicende di danno erariale (11,5%) e i conflitti di interessi (9%). Sono in aumento anche le segnalazioni che l’Anac, dopo averne riscontrato la fondatezza, ha inviato per approfondimenti di natura penale o contabile. Nel 2018 sono state inviate 20 segnalazioni alla Procura della Repubblica e 19 alla Corte dei Conti. Nei primi 6 mesi del 2019 gli invii alla Procura sono già stati 33 e quelli alla Corte dei Conti sono 29. 

Scendendo nei particolari, a Palermo, sono state denunciate, tra le altre irregolarità, quelle gestionali nei servizi cimiteriali; abusi edilizi; presunte fattispecie corruttive riguardanti il personale; fatti illeciti riguardanti l’Ufficio Sport; presunte tangenti per contributi nel Centro Storico; irregolarità nel concorso per Dirigenti e nelle Dichiarazioni Inizio Attività (DIA); irregolarità nella gestione dei servizi di welfare aziendale e nella messa in sicurezza verde pubblico e anomalie di carattere organizzativo nella gestione del Polo Tecnico. A livello nazionale, tra le segnalazioni più rilevanti si notano pressioni per la riammissione di un concorrente escluso legittimamente da una gara (riguardante un’amministrazione regionale); la nomina illegittima del comandante del corpo di Polizia Municipale, senza selezione pubblica, senza titoli e con stipendio maggiorato (un’amministrazione comunale del Nord); assunzioni senza procedura di selezione e in carenza di requisiti (in un ente pubblico nazionale); falsa attestazione della presenza in servizio (Ministero) e presunti concorsi pubblici truccati (in un’Asl del Sud). 

Tra tanti presunti illeciti anche alcune buone pratiche, di cui due nell’Isola: a Catania si è attuata una verifica delle procedure di pagamento delle imposte sulla pubblicità in occasione di eventi sportivi, mentre a Palermo si registra un aumento di fiducia nello strumento della segnalazione.

Davide Mancuso



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