Il ritorno di Vincenzo Consolo, ecco l'opera omnia

Cultura | 28 gennaio 2015
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Aveva scelto di vivere a Milano ma non aveva smesso mai di sentirsi «siciliano»: una condizione che Vincenzo Consolo ha messo sempre al centro dei suoi libri. La raccolta completa delle opere, da «La ferita dell'aprile» a «Di qua dal faro», sono ora nel «Meridiano» curato da Gianni Turchetta, pubblicato da Mondadori. Compongono l'itinerario di uno scrittore che si era assegnato il «destino d'ogni ulisside di oggi»: quello di «tornare sovente nell'isola del distacco e della memoria e di fuggirne ogni volta, di restarne prigioniero». Quello della memoria era per lui un «dovere imprescindibile», dato che alla letteratura aveva aveva assegnato una «superiore capacità di verità». La soluzione espressiva di Consolo faceva leva su una composizione di tipo musicale, a volte poetica, molto originale. Questo stile serve, diceva, a «inglobare la memoria attraverso il linguaggio». Consolo ha delineato, scrive Turchetta, «con un'originalità e un rigore teorico che hanno pochi termini di paragone in Italia, una possibile coincidenza fra espressività ed eticità». Lo sguardo critico di Consolo affiora continuamente sia nei romanzi sia nei saggi. Al centro c'è sempre la Sicilia con le sue contraddizioni e i suoi mali descritti con passione, sarcasmo e a volte con un senso di spiccata disperazione. È così, sottolinea Cesare Segre tracciando il profilo dello scrittore scomparso tre anni fa, che Consolo si impegna nella produzione di un romanzo storico sulla Sicilia nel quale da un lato si afferma l'esigenza civile di un «impegno attuale» e dall'altro si teorizza che la storia è fatta dalle classi dirigenti, i principali vincitori degli scontri sociali. Sono temi che Consolo ha posto alla base del suo percorso sin dal romanzo d'esordio («La ferita dell'aprile») e di quello che lo rivelò al grande pubblico: «Il sorriso dell'ignoto marinaio». Proprio con quest'ultimo ha definito l'impianto espressivo e la lettura storiografica che ricorrono nelle opere ora raccolte nel «Meridiano» di Mondadori. 



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