Il rinnovato impegno della chiesa contro i boss

Giovani | 20 febbraio 2015
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“La mafia cambia ed è molto insidiosa, la Chiesa ha fatto tanto per combatterla, di sicuro poteva fare di più, ma si sta impegnando molto”. L'ha detto Gianfranco Matarazzo, provinciale dei gesuiti italiani, alla conferenza "L'evoluzione dell'impegno della Chiesa contro la mafia dal XX al XXI secolo" organizzata nell'ambito del progetto educativo antimafia del centro studi Pio La Torre. All'iniziativa, organizzata al cinema Rouge et noir di Palermo, sono intervenuti anche la sociologa Alessandra Dino, Francesco Barbagallo, storico dell'Università di Napoli Federico II, e il giornalista Enrico Del Mercato.

 Al centro dell'incontro, opacità e contiguità nel rapporto della Chiesa con il potere e con i clan, ma anche le prese di posizione contro la mafia: dagli anatemi di cardinali e pontefici, come Pappalardo, Wojtyla, Ratzinger e Bergoglio, fino all'inconciliabilità tra mafia e chiesa sancita da Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, che ha fissato per decreto il rifiuto delle esequie ecclesiastiche ai condannati per reati di mafia. “Mafia, camorra e Ndrangheta sono banche mondiali in grado di operare sul mercato internazionale - ha detto lo storico Barbagallo - per cui oggi, diversamente dal passato, sono unite e non in conflitto tra di loro.

Ma Cosa nostra rispetto alla camorra, nelle sue origini, è stata legata al potere delle classi influenti consentendole un effettivo controllo della società siciliana e un'influenza su cui neanche i viceré potevano contare”. La sociologa Dino ha raccontato ai tanti studenti presenti in sala e in videoconferenza le incongruenze antiche e recenti nel mondo ecclesiastico: “Ci sono difficoltà - ha affermato - nel conciliare il proprio servizio sacerdotale con un impegno da cittadini che vivono all'interno di uno Stato”. Tanti i riferimenti e gli episodi citati come contrappunto alle diverse posizioni dei relatori alla platea. Dalla storica lettera del 1963 del cardinale Ruffini che, proprio dopo il massacro di Ciaculli, aveva parlato di una “Grave congiura per disonorare la Sicilia” definendo anche la mafia “una sparuta minoranza con cui il clero non ha mai avuto niente a che fare” a quelle prime tre panche della chiesa di Santa Maria del Gesù riservate al boss Stefano Bontade, e ricordate dalla sociologa Dino.

Dall'omicidio di padre Puglisi (nel video del centro Pio La Torre ritratto in una foto d'archivio proprio con il cardinale Ruffini, da giovane), ai recenti inchini davanti alle case dei boss da parte di alcune confraternite durante le processioni religiose. Un rapporto complesso e altalenante, quello tra mafia e Chiesa, che negli anni si è alimentato di ritualità strumentali alla legittimazione della mafia nella società e nella politica. In mezzo – ha ricordato Del Mercato - anche numerosi tentativi di “accreditare la simbologia religiosa accanto a quella mafiosa, come ha dimostrato il rinvenimento della Bibbia di Provenzano o l'iconagrafia conosciuta attraverso la serie tv Gomorra”. La sociologa Dino ha ricordato, inoltre, il senso di rottura nella mentalità comune e nel contesto della fine degli anni Ottanta delle dure omelie del cardinale Pappalardo, al punto da scoprire durante alcune interviste a dei sacerdoti, una frattura all'interno della stessa chiesa: “Abbiamo detto al cardinale che doveva parlare del perdono e della misericordia divina e non essere cosi intransigente e lui ci ha dato ragione”.

Una sorta di “timorato coraggio di sua eminenza”, come ha scritto Michele Stabile in un saggio pubblicato da Micromega nel 1988. A supporto di questa tesi la sociologa ha citato delle dichiarazioni del cardinale Pappalardo in cui minimizza le precedenti posizioni e afferma “La mafia rappresenta solo il 2 per cento del mio impegno”. Ma che vantaggio avrebbe avuto la Chiesa negli anni delle prime stragi di mafia ad avallare questo connubio che crea momenti di incoerenza nel suo percorso? E come mai la chiesa ha tardato a produrre documenti ufficiali? “Quando nel 2000 durante delle ricerche – prosegue Dino – abbiamo chiesto dei commenti ad alcuni sacerdoti sul senso del pentimento, sui collaboratori di giustizia e sui rapporti tra giustizia divina e terrena, abbiamo ricevuto risposte analoghe a quelle date dai mafiosi”. Nel 2002, al funerale del sindaco mafioso di Palermo, Vito Ciancimino, monsignor Antonio Di Pasquale davanti al feretro ha detto: “Ha fatto del bene nella vita e in politica. Altri giudizi non spettano a me, non è questo il tribunale, se ci sono dei lati oscuri non spetta a me occuparmene.

Mi interessava parlare dell'uomo e dei suoi talenti”. “Vi sono delle difficoltà – ha concluso Dino - nel conciliare il proprio servizio sacerdotale con un impegno da cittadini all'interno di uno Stato. Dal 1993 a oggi la Chiesa nella sua sfera ufficiale ha fatto della mafia un oggetto di riflessione. Oggi occorre che l'agire della dimensione ufficiale prosegua in parallelo con quella di base”. “La condanna della mafia da parte della Chiesa è arrivata con ritardo – riflette Del Mercato ma non in ritardo rispetto alla società”. “I mafiosi danno sempre una risposta politica, anche se sono analfabeti e viddani perchè sanno come si fa il capomafia - ricorda lo storico Barbagallo – non a caso nell'83 i detenuti dell'Ucciardone hanno disertato la messa del precetto Pasquale perché a celebrarla era Pappalardo.

 E non dimentichiamo che dopo l'anatema contro la mafia pronunciato da padre Wojtyla alla Valle dei Tempi, il 28 luglio del 1993 la mafia risponde alle provocazioni con due autobombe a Roma a san Giovanni in Laterano e san Giorgio al Velabro”. “Io però non ho visto 'primavere' e grossi cambiamenti dopo l'intervento di papa Wojtyla - ha detto dal canto suo padre Matarazzo – noto però un rischio di retorica su Papa Francesco, spesso tirato fuori come una bandiera”. Matarazzo ha poi ricordato l'impegno di rottura di padre Puglisi, “un prete normale che ha agito sull'educazione sottraendo tanti giovani alla manovalanza mafiosa.Interventi come questi costituiscono la vera svolta nella società”.

 di Antonella Lombardi

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