Il Progetto Educativo antimafia e antiviolenza

Giovani | 19 ottobre 2021
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Giovedì 21 ottobre pv, dalle 9 alle 11,30, il Centro studi Pio La Torre darà avvio, con un ciclo di videoconferenze che si concluderanno il 30 aprile 2022 (40esimo dell’assassinio politico mafioso di Pio La Torre e Rosario Di Salvo), alla sedicesima edizione del Progetto Educativo antimafia e antiviolenza.

Al progetto stanno aderendo tante scuole italiane secondarie di secondo grado (pubbliche, parificate, delle case circondariale), studenti di varie università. Quella di Palermo ha deliberato crediti formativi (CFU) per coloro che vi parteciperanno, mentre le scuole potranno avvalersi delle videoconferenze quali lezioni di educazione civica. Alla videoconferenza del 21, sul tema – Quarantesimo anniversario della Legge Rognoni-La Torre, evoluzione giuridica, politica ed economica- interagiranno con gli studenti, moderati dal Presidente del Centro, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, Antonio Balsamo Presidente del Tribunale di Palermo, Vincenzo Militello Docente di Diritto Penale , Franco La Torre figlio di Pio, Walter Veltroni Regista.

Il motivo conduttore del Progetto sarà l’esplorazione delle nuove mafie del ventunesimo secolo, dei loro mutamenti nell’era della globalizzazione, della loro penetrazione nel tessuto economico, sociale, istituzionale, politico, approfittando anche della pandemia, usando di più la corruzione e la rete di relazione con la cosiddetta area grigia delle professioni. D’altronde, lo sosteneva nell’ Ottocento anche Stuart Mill, l’economia criminale è contro le leggi dello stato, ma non contro quelle del mercato legale e illegale. L’obiettivo delle mafie è sempre quello di usare ogni rapporto sociale, politico, istituzionale per accrescere la propria ricchezza impoverendo tutti gli altri. Senza alcun rapporto con la politica e le istituzioni verrebbe meno il carattere distintivo delle mafie.

A quarant’anni dai delitti politico mafiosi degli anni ottanta e a trent’anni dalle stragi degli anni novanta possiamo dire che quelle vecchie mafie non hanno vinto, esse sono state sconfitte dalla reazione della società italiana, dall’approvazione della Legge Rognoni-La Torre, dall’azione dello Stato e delle sue istituzioni che hanno applicato quella legge presentata da Pio nel 1980 e varata il 13 settembre 1982 dopo le uccisioni di La Torre (aprile 1982) e di Dalla Chiesa (3 settembre 1982). Per la prima volta, dopo 122 anni dall’Unità d’Italia, una legge dello Stato definisce l’associazione di stampo mafioso, ne punisce l’appartenenza e prevede per gli aderenti la confisca dei beni proventi di reato. La sentenza della Cassazione del 30 gennaio 1992 a conclusione del primo maxiprocesso di mafia, che decapiterà la vecchia mafia, sancirà definitivamente che la sua esistenza non dovrà essere più dimostrata. Per la prima volta nel codice penale italiano entra la parola “mafia”, ignorata dal codice Zanardelli del 1889, dal codice Rocco del 1930, dalla legge 575 del 1965 cioè dopo la strage di Ciaculli. Eppure la mafia sin dall’ottocento era ben nota! La legge Rognoni-La Torre ha resistito in questi anni a vari tentativi di svuotamento, è stata migliorata e imitata da altri stati, ha ispirato la legislazione dell’UE e la Convenzione Onu 2000 per il contrasto alle mafie sempre più transnazionali.

Le videoconferenze del Progetto mirano a stimolare nei giovani la conoscenza della complessità del fenomeno mafioso sul piano culturale, sociale, economico e politico. Le mafie scompariranno quando il loro intreccio con la politica, le istituzioni e l’area grigia sarà reso impossibile e non più praticabile dalle classi dirigenti locali, nazionali e internazionali. Prevenire e contrastare le mafie devono essere assunte come questioni prioritarie, sul piano politico ed etico, di difesa della democrazia e della giustizia sociale. Non bastano le rituali celebrazioni di condanna della mafia nelle ricorrenze. E’ necessaria un’azione quotidiana di prevenzione e una visione concreta per un nuovo modello di sviluppo che elimini le disuguaglianze economiche, sociali, di genere, territoriali, ambientali. Su questi temi il Centro renderà pubblici i contributi che verranno dagli studenti con scritti, video, ricerche per renderli cittadini consapevoli ai quali consegnare il testimone per liberarci da ogni forma di sopraffazione e d’ingiustizia.

 di Vito Lo Monaco

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