Il professore, la studentessa e la famiglia disintegrata
Ci sono almeno tre cose stupefacenti in un romanzo di quarant’anni fa, pubblicato in Italia da Calabuig, preziosa sigla dell’editore Jaca Book, che sforna libri – dall’originale formato quadrato – belli da guardare, toccare e leggere.
La prima cosa stupefacente è scoprire
che Philip Roth, lo scrittore più acclamato del pianeta possa aver avuto un
maestro, Richard Stern, di qualche anno più anziano, docente universitario,
scomparso nel 2013. Di Roth un altro gigante come Bellow ha scritto: «A
differenza di quelli fra noi che vengono al mondo ululando, ciechi e nudi,
Philip Roth è comparso con unghie, denti e capelli, sapendo già parlare». Roth,
candidamente, confessa che il poco osannato Stern, fino alla fine, gli ha dato molti
insegnamenti e che le loro chiacchierate sono state un tesoro inesauribile. Basta
avere un minimo senso delle proporzioni per rendersi conto di cosa possa essere
un romanzo scritto da Stern, in particolare “Le figlie degli altri” (300
pagine, 15 euro), edito da Calabuig.
La seconda cosa stupefacente è la
traduzione di Vincenzo Mantovani, che rende conto dell’eleganza della prosa di
Stern – in piena maturità stilistica nel 1973, anno della pubblicazione de “Le
figlie degli altri” – che sa votarsi anche all’ironia e alla cura del
dettaglio, specie a quello di termini scientifici e, in particolare, medici.
Mantovani, tra i migliori traduttori dei più grandi autori anglo-americani, ha
conosciuto personalmente Stern, e con la sua impeccabile versione in italiano
gli rende un ulteriore omaggio post-mortem.
La terza cosa stupefacente è che sebbene
di storie d’amore tra un professore e una studentessa siano pieni gli scaffali
di librerie e biblioteche, quella tra il quarantenne Bob Merriwether, docente
di fisiologia ad Harvard, e l’allieva Cynthia Ryder – disinibita e viziata
ventunenne, cultrice della pillola anticoncezionale – è di una modernità
inaudita, sembra arrivare dal futuro, molto cerebrale eppure malinconica, con
pagine che scavano nel cuore di una colta famiglia borghese – immersa in un
ambiente più che puritano – e ne mettono a nudo dinamiche e fragilità. Merriwether
scoprirà sulla propria pelle che l’amore non è un insieme di meccanismi
fisiologici, ma più che la vicenda sentimental-erotica tra l’insegnante e la
studentessa, a colpire è la vivisezione e il disfacimento del matrimonio di Bob
e della moglie Sarah, di una famiglia con quattro figli, l’appassirsi del sesso
coniugale, il congedo del padre dal nucleo familiare.
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