Il prefetto di Palermo: più impegno nella lotta alla mafia
Beni confiscati, vecchie e nuove mafie, prevenzione sul territorio partendo dagli studenti: sono i tre punti affronti dal nuovo prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, nel corso della sua visita alla sede del centro studi Pio La Torre. Insediatosi nel capoluogo dal maggio scorso, e con incarichi alle spalle in materia di immigrazione e protezione civile, il prefetto ha voluto conoscere da vicino la realtà del centro e le sue attività con gli studenti.
“Si può essere prossimi senza
essere vicini, anche se è difficile. Il vostro impegno, costante anche durante
la pandemia, è particolarmente rilevante, dalle scuole ai Comuni. Avere la sede
in un luogo come un bene confiscato vuol dire essere parte di quel luogo e
diventare un fattore culturale di crescita per il territorio, in grado di
esprimere la capacità all'autodeterminazione. La vera libertà sta qui”. Sono
state le parole di apprezzamento del prefetto per l'attività di
sensibilizzazione antimafia svolta dal centro studi Pio La Torre.
A riceverlo il presidente del centro, Vito Lo
Monaco, insieme agli avvocati del centro di assistenza legale per le vittime di mafia, Ettore Barcellona e Francesco
Cutraro, e alle due volontarie del servizio civile, Maria Giulia Pusateri e
Giusy Lo Grasso, nel rispetto delle norme anti Covid previste dal nuovo Dpcm.
In videocollegamento anche Franco Garufi, il professore Antonio La Spina e la
ricercatrice Loredana Introini, del centro studi.
“La legge Rognoni La Torre è una
pietra miliare nella lotta alla mafia. Il nostro Paese ha una legislazione
estremamente avanzata rispetto ad altri - ha aggiunto il prefetto Forlani, che
ha ricordato anche l'impegno del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa non solo a
Palermo, ma anche nei comuni di Partinico e Monreale, e apprezzato il segnale
lanciato dal Centro Pio La Torre con la costituzione di parte civile insieme a
23 comuni del comprensorio Termini-Cefalù-Madonie nel processo “Black Cat”.
“Occorre spezzare i condizionamenti della mafia nelle amministrazioni - ha
detto Forlani - e garantire una continuità tra cittadini e i democraticamente
eletti”.
“Siamo grati al prefetto per
questo incontro che attesta la stima nel nostro lavoro continuo e trasversale
di prevenzione – ha detto il presidente Vito Lo Monaco – dai clan tradizionali
alle nuove mafie transanazionali, il nostro obiettivo è sollecitare la società
civile a reagire sul piano culturale e politico, per questo abbiamo ricordato
al prefetto il nostro fronte comune con l'Onu, in occasione del recente
ventennale della Convenzione Onu Palermo 2000. Combattere le nuove
disuguaglianze è il nostro scopo, anche per questa ragione abbiamo posto al
prefetto Forlani la volontà di far nascere un centro di attrazione culturale
nei pianterreni confiscati e non ancora assegnati dello stabile. Sarebbe un bel
segnale per il quartiere Resuttana San Lorenzo”.
A conclusione dell'incontro, il presidente ha donato al prefetto alcuni libri e ricerche editi dal centro Pio La Torre, insieme a una copia del numero speciale della rivista “A Sud' Europa” con gli interventi e le analisi di studiosi e ricercatori sull'indagine sulla percezione del fenomeno mafioso tra gli studenti annualmente promossa dal centro con un centinaio di scuole superiori italiane.
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