Il prefetto di Palermo: più impegno nella lotta alla mafia

Società | 28 ottobre 2020
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Beni confiscati, vecchie e nuove mafie, prevenzione sul territorio partendo dagli studenti: sono i tre punti affronti dal nuovo prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, nel corso della sua visita alla sede del centro studi Pio La Torre. Insediatosi nel capoluogo dal maggio scorso, e con incarichi alle spalle in materia di immigrazione e protezione civile, il prefetto ha voluto conoscere da vicino la realtà del centro e le sue attività con gli studenti.

“Si può essere prossimi senza essere vicini, anche se è difficile. Il vostro impegno, costante anche durante la pandemia, è particolarmente rilevante, dalle scuole ai Comuni. Avere la sede in un luogo come un bene confiscato vuol dire essere parte di quel luogo e diventare un fattore culturale di crescita per il territorio, in grado di esprimere la capacità all'autodeterminazione. La vera libertà sta qui”. Sono state le parole di apprezzamento del prefetto per l'attività di sensibilizzazione antimafia svolta dal centro studi Pio La Torre.

A riceverlo il presidente del centro, Vito Lo Monaco, insieme agli avvocati del centro di assistenza legale per le vittime di mafia, Ettore Barcellona e Francesco Cutraro, e alle due volontarie del servizio civile, Maria Giulia Pusateri e Giusy Lo Grasso, nel rispetto delle norme anti Covid previste dal nuovo Dpcm. In videocollegamento anche Franco Garufi, il professore Antonio La Spina e la ricercatrice Loredana Introini, del centro studi.

“La legge Rognoni La Torre è una pietra miliare nella lotta alla mafia. Il nostro Paese ha una legislazione estremamente avanzata rispetto ad altri - ha aggiunto il prefetto Forlani, che ha ricordato anche l'impegno del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa non solo a Palermo, ma anche nei comuni di Partinico e Monreale, e apprezzato il segnale lanciato dal Centro Pio La Torre con la costituzione di parte civile insieme a 23 comuni del comprensorio Termini-Cefalù-Madonie nel processo “Black Cat”. “Occorre spezzare i condizionamenti della mafia nelle amministrazioni - ha detto Forlani - e garantire una continuità tra cittadini e i democraticamente eletti”.

“Siamo grati al prefetto per questo incontro che attesta la stima nel nostro lavoro continuo e trasversale di prevenzione – ha detto il presidente Vito Lo Monaco – dai clan tradizionali alle nuove mafie transanazionali, il nostro obiettivo è sollecitare la società civile a reagire sul piano culturale e politico, per questo abbiamo ricordato al prefetto il nostro fronte comune con l'Onu, in occasione del recente ventennale della Convenzione Onu Palermo 2000. Combattere le nuove disuguaglianze è il nostro scopo, anche per questa ragione abbiamo posto al prefetto Forlani la volontà di far nascere un centro di attrazione culturale nei pianterreni confiscati e non ancora assegnati dello stabile. Sarebbe un bel segnale per il quartiere Resuttana San Lorenzo”.

A conclusione dell'incontro, il presidente ha donato al prefetto alcuni libri e ricerche editi dal centro Pio La Torre, insieme a una copia del numero speciale della rivista “A Sud' Europa” con gli interventi e le analisi di studiosi e ricercatori sull'indagine sulla percezione del fenomeno mafioso tra gli studenti annualmente promossa dal centro con un  centinaio di scuole superiori italiane.

 di Antonella Lombardi

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