Il potere del narcotraffico sui governi del mondo

17 marzo 2014
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Il convegno “Narcotraffico e strategie di intervento” (sala consiliare di palazzo delle Aquile, Palermo, 17/3/2014) è il momento pubblico conclusivo di un progetto portato avanti dalla Fondazione Rocco Chinnici, in partenariato con le università di Palermo (dipartimento di Scienze giuridiche, società e sport) e Salamanca (Instituto de Ciencias de la seguridad), il più antico ateneo spagnolo. Il progetto Illegal flow observation (IFO) è consistito in una ricerca volta per un verso a delineare la situazione attuale del narcotraffico e le sue evoluzioni, così come le strategie di contrasto, e per altro verso a rilevare esigenze formative tramite interviste a esponenti delle forze di polizia, tra cui quelli della Direzione nazionale antidroga. L'altra componente del progetto è stata un corso di formazione (alla cui realizzazione era finalizzata la ricerca) rivolto anch'esso alle forze di polizia, per illustrare in chiave interdisciplinare la situazione attuale del consumo, le strategie di prevenzione, le normative rilevanti, anche in chiave comparativa e con riferimento al livello europeo. I contenuti del corso e della ricerca sono sintetizzati in un primo libro in inglese, Drug trafficking and strategies of intervention, a cura di Vincenzo Militello, ordinario di diritto penale nell’ateneo palermitano, e dello scrivente.

Il narcotraffico, come è stato ben evidenziato nell'ambito del corso (che ha visto anche la partecipazione in qualità di docenti di magistrati e di esponenti delle forze dell'ordine esperti della materia), è una realtà globale in costante trasformazione, con riferimento alle sostanze, alle rotte, alle modalità di condotta delle organizzazioni criminali, alle strategie di contrasto e alla politica del diritto.

 Quanto alle sostanze, è notoria, ma andrebbe approfondita, la grande differenza, con riguardo al tipo di consumatori e agli stili di consumo, tra l'uso della cocaina (che vede in gioco soggetti facoltosi, “colletti bianchi”, spesso in posizioni di potere o comunque di centralità sociale)  e la classica tossicodipendenza da eroina, che sono poi ben altra cosa rispetto al consumo delle droghe leggere.

È indubbio che le organizzazioni di narcotrafficanti sono potentissime, grazie agli ingenti flussi di risorse che ottengono dal mercato nero, così come è indubbio che i sodalizi criminali mafiosi (in Italia oggi soprattutto la 'Ndrangheta, ma anche gli altri) siano protagonisti nella gestione dei traffici, ricavandone proventi enormi. I quantitativi sequestrati, pur ragguardevoli, sono la punta di un iceberg. Nell'ambito della ricerca è stata anche raccolta la testimonianza dei servizi della Guardia di Finanza che operano negli aeroporti internazionali, attraverso i quali transitano, come è noto, i corrieri della droga, spesso insospettabili (come ci segnalano anche le cronache recenti). Va rilevato che la lotta contro le organizzazioni di stampo mafioso sta conseguendo successi sempre maggiori, i quali colpiscono i boss, i proventi del crimine, il riciclaggio (temi che anch'essi sono stati oggetto del corso).

Le politiche di contrasto e la regolamentazione del consumo stanno conoscendo, nel mondo, anch'esse un'evoluzione. Alcuni paesi stanno sperimentando soluzioni innovative. Per un verso le tecniche investigative sono sempre più efficaci. Ma per altro verso i trafficanti restano potenti in modo allarmante. Vi sono interi paesi la cui economia o le cui istituzioni politiche sono gravemente condizionate da tali gruppi criminali. Ferve il dibattito sul proibizionismo, la legalizzazione (che significa stringenti controlli sulle sostanze e sulle modalità di consumo, non totale e spigliata liberalizzazione), la riduzione del danno. Si tratta di questioni delicate, da affrontare senza posizioni aprioristiche e ideologizzate (quali si riscontrano talvolta sia nel campo antiproibizionista sia in quello avverso), avvalendosi il più possibile di conoscenze empiriche attendibili e della comparazione tra le esperienze dei diversi paesi, considerando le diverse e complesse sfaccettature della problematica. La distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, usualmente presente nelle normative di tutto il mondo, ma eliminata in Italia dalla c.d. Legge Giovanardi-Fini, è ricomparsa nel nostro ordinamento a seguito di una recente decisione della Corte costituzionale, che ha anche abrogato una tabella delle sostanze. Questa è effettivamente necessaria (visto che la precedente legge fatta rivivere dalla Corte risale al 1990, quando certe nuove droghe non esistevano), tant'è che il governo adesso in carica la sta ripristinando, limitandosi a questa soltanto, con ciò rispettando la linea derivante dalla decisione della Corte.

 

 di Antonio La Spina

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