Il potere dei giovani contro la mafia
4 maggio 2014
Niente ha potuto oscurare la presenza numerosa e la forza simbolica degli alunni delle scuole elementari del quartiere e degli studenti in rappresentanza delle scuole medie superiori italiane ed estere alla manifestazione davanti la lapide in via Li Muli per il 32°anniversario dell'uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo. Per la prima volta hanno parlato, prima dei rappresentanti istituzionali, i ragazzi delle scuole che hanno adottato la lapide della quale, d'ora in poi, si prenderanno cura assieme alla quarta circoscrizione. Sono i ragazzi del Ragusa Moleti, a due passi dalla lapide e quelli dell'Istituto tecnico per l'economia e il Turismo Pio La Torre, ubicato nel vicino quartiere della Zisa, lo stesso dove si è vista una grande partecipazione popolare ai funerali religiosi del boss mafioso del quartiere.
Altri giovani dei licei classici, Pantaleo di Castelvetrano e Vittorio Emanuele di Palermo, e dell'Istituto per il Turismo Marco Polo hanno riferito, in rappresentanza ideale di tutti gli studenti italiani e esteri che hanno seguito il progetto educativo antimafia del Centro Studi La Torre, su quanto hanno appreso e le loro riflessioni in merito. Inoltre, hanno parlato, anche loro per la prima volta, i figli di Pio e Rosario, Franco e Tiziana.
Franco La Torre ha giustamente rilanciato la sollecitazione alla Giunta di centrosinistra di Comiso di mantenere l'impegno assunto un anno fa durante la campagna elettorale amministrativa di reintitolare a Pio La Torre l'aeroporto di Comiso ormai in piena attivita,'quale luogo internazionale di pace dopo essere stato, come base di missili nucleari, simbolo di morte. L'anno scorso 35000 cittadini italiani firmarono una petizione a sostegno dell'impegno preso dal sindaco che aveva vinto le elezioni, anche per quella promessa, su proposta di art21, Centro La Torre, Libera informazione. Poco dopo la conclusione della manifestazione e'arrivato un messaggio, a Franco e a me,Presidente del Centro, da Pippo Di Giacomo, ex sindavo di Comiso e oggi deputato all'Ars, con il quale e'stato preannunciata per il 7 Giugno, con la presenza di alte rappresentanze istituzionali, la cerimonia di reintitolazione dell'aeroporto.
Inviteremo tutti i 35000 firmatari ad essere presenti con tutti gli altri che lo vorranno. Sara' una festa per la pace e lo sviluppo della Sicilia come l'avrebbero voluta Pio e Rosario.
Tutto ciò è stato possibile perché la manifestazione promossa dal Centro studi, dal Comune di Palermo con l'adesione del Pd, alla quale si sono aggiunte quella delle altre forze di sinistra, era stata rivolta a tutta la città e al Paese. La Torre e Di Salvo, vittime comuniste, come tutte le altre vittime della mafia, rappresentano storicamente l'impegno del popolo siciliano per liberare l'Italia dall'ingiustizia sociale, dal sistema politico mafioso nel quadro di una sua crescita economica, civile nella pace.
Le scuole, in tutto il paese, nonostante le difficoltà materiali in cui vivono, sono diventate, sotto la guida di dirigenti e docenti motivati, il luogo centrale dell'educazione alla nuova antimafia, non retorica ed emotiva, ma razionale e concreta.
La scelta del Ragusa Moleti e dell’Utet La Torre di adottare in mondo semplice, senza fanfare, la lapide e le foto restaurate dopo trentadue anni, ha indicato il giusto modo della scuola di praticare un'antimafia: educare i giovani con la conoscenza dei fatti e del contesto storico e sociale. Esse sono impegnate a approfondire non solo i delitti, ma soprattutto la complessità delle relazioni delle mafie con la realtà circostante dal punto di vista economico, sociale, politico e delle connessioni tra i vari aspetti. Studiare le mafie come fenomeno delle classi dirigenti e della loro lotta per il potere, come ricordiamo noi del Centro forti della lezione di Pio, significa trasmettere alle nuove generazioni gli strumenti per la formazione di nuovi cittadini e di nuova classe dirigente consapevoli e non indifferenti.
È l'indifferenza che va sconfitta per prima. L'Indifferenza verso la corruzione, la sofferenza dei più deboli che oggi sono in maggioranza precari, disoccupati, migranti. L'Indifferenza verso ogni egoismo sociale. Non è giusto che l'1% possieda il 10% della ricchezza nazionale o, come certifica il Censis, il reddito di 10 riccchi italiani vale quanto quello di mezzo milione di operai. L'Indifferenza verso ogni illegalità anche manifesta con "purchè non tocchi me". L'Indifferenza etica al limite del cinismo quando si invoca il legittimo garantismo giuridico per coprire scelte di partecipazione a Governi anche con uomini più che sospettati di compiacenza con la corruzione e le mafie. Secondo il principio opportunista che se ti allei con me nel governo, nel partito, nella corrente, io invocherò il garantismo per chiudere un occhio sui peccati di corruzione o peggio di connivenza con la mafia sino a condanna definitiva. I tanti eredi di Pio che sgomitano una volta l'anno davanti la lapide per rivendicarne l'eredità spirituale, essendo impossibile quella politica perché Pio fu comunista e tale rimane, non dovrebbero dimenticare che Pio impedì che si insediasse la Commissione Antimafia fino a quando la Dc non ritirò la candidatura dell'on. Matta, sodale di Ciancimino e del suo sistema politico-mafioso.
Oggi qualcuno non mantiene lo stesso rigore etico nello scegliere le alleanze politiche. Nessuno dovrebbe dimenticare che i Terranova, Costa, Chinnici, Falcone, Borsellino non cercarono visibilità mediatica per qualche candidatura o avanzamento di carriera. I Reina, Mattarella, Insalaco, democristiani, caddero per il loro rifiuto di accettare patti con le frange interne al loro partito, vicine e compromesse con la mafia.
Le vittime non sono solo di chi le ricorda una volta l'anno, ma di tutti coloro che ne praticano quotidianamente l'insegnamento politico e etico.
L'Antimafia dei fatti poggia su questi presupposti che nessun comunicato o titolo di stampa può cancellare.
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