Il piano di Bruxelles per accogliere i migranti

Europa | 27 maggio 2015
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Da Bruxelles una boccata d'ossigeno, ma non la soluzione del problema. Al Viminale sono cauti i primi giudizi sul piano europeo che prevede il trasferimento dall'Italia di 24mila richiedenti asilo arrivati dopo il 14 aprile. Da qui al 25 giugno, quando il Consiglio dei capi di Governo dovrà dare il via libera, ci sono settimane di negoziato in cui il Governo cercherà di ottenere il massimo. Ed, intanto, si accelera sugli adempimenti richiesti dalla Commissione europea: saranno pronti a breve 5 centri per l'identificazione degli 'asilantì. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, si dice «non pessimista» sul negoziato con l'Unione ed esprime soddisfazione per il lavoro mirato a «far cadere il muro di Dublino», il regolamento - cioè - che impone al Paese di primo approdo di tenere nei propri confini il richiedente asilo. «Oggi sono stati aperti 24mila buchi in quel muro - aggiunte -. A fine giugno ci sarà il Consiglio dei capi di Stato e di governo dell'Ue e lì capiremo se c'è la fregatura». Dall'approvazione definitiva del programma di redistribuzione, l'Italia avrà un mese di tempo per presentare alle autorità europee il suo piano di accoglienza per i richiedenti asilo. Punto chiave sono gli 'hotspot', centri dove, insieme alle forze di polizia italiane, saranno presenti rappresentanti Europol, Easo (Ufficio europeo per l'asilo) e Frontex per un primo screening dei candidati al ricollocamento. Qui verranno smistati gli stranieri in arrivo per le procedure di identificazione, che l'Europa chiede più rigide di quanto avvenuto finora. Roma è stata infatti più volte criticata dai partner europei per una certa 'leggerezzà nelle procedure di fotosegnalamento e impronte, che ha portato a perdere le tracce di tanti profughi. L'idea del Viminale è trattenere in questi centri soltanto due-tre giorni gli stranieri da ricollocare all'estero. La velocità delle procedure è infatti la chiave per evitare picchi di presenze in previsione di possibili sbarchi di massa in estate. Queste strutture - non più di 300-400 posti di capienza - saranno allestite vicino ai porti di sbarco: si parla di Lampedusa, Pozzallo, Augusta, Porto Empedocle, Taranto. In questi giorni si lavora per l'allestimento, che in alcuni casi prevederà il trasporto di container. In attesa dell'avvio del ricollocamento degli 'asilantì, il ministero dell'Interno è sempre alle prese col 'tutto esauritò del sistema di accoglienza. Sono quasi 90mila i migranti ospitati nelle varie strutture e, in previsione di nuovi arrivi dalla Libia, si cercano sempre intese sul territorio per una più equa distribuzione degli stranieri tra le regioni. A sopportare il carico maggiore è ora la Sicilia, seguita dal Lazio e dalla Lombardia. Quest'anno sono stati circa 41mila gli arrivi: 10mila eritrei e quasi 3mila siriani: sono queste le nazionalità interessate dai trasferimenti europei. Intanto, sul più grande centro di accoglienza per richiedenti asilo d'Italia (Cara), quello di Mineo (Catania), si concentrano gli strali della Commissione d'inchiesta sui migranti, in visita in Sicilia. Gli esponenti del Pd parlano di «modello inadeguato» e chiedono «assoluta chiarezza nella gestione amministrativa e contabile». M5S auspica il commissariamento della struttura, che presenta «situazioni di illegalità disarmanti». Il leader della Lega NOrd, Matteo Salvini, in visita a Catania, è invece per la chiusura di Mineo, di cui lamenta le «centinaia di milioni di euro buttati via, che servono a qualcuno per dare lavoro e per prendere voti».


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