Il Papa delle periferie conosce i bisogni della gente

Società | 16 settembre 2018
Condividi su WhatsApp Twitter

Palermo, città dell’accoglienza, si è presentata con decine di migliaia di cittadini, credenti e non, a tutti gli appuntamenti in programma per la visita di Papa Francesco a Palermo nella ricorrenza del XXV anniversario del martirio di Padre Pino Puglisi (noto come padre 3 P) ucciso in “odium fidei” da mano mafiosa il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56° compleanno. Il Santo Padre ha scelto un giorno peculiare come fratello e pellegrino per visitare i luoghi di una città fecondata da martiri della fede per confermare una Chiesa nella testimonianza del Vangelo, ma anche da martiri della giustizia.

Il primo incontro con la città si è avuto al Foro Italico Umberto I° verso le 11:00 - al suo arrivo da Piazza Armerina ove aveva incontrato le comunità del Centro della Sicilia - nel grande spazio dove era stato allestito un palco coperto di circa 300 mq, orientato verso Brancaccio - quartiere nel quale operava Padre 3 P - ed un grande altare con un crocifisso del ‘600 di mt 3,43 per 2,30 e le reliquie di Padre Puglisi. Presenti circa 100.000 persone tra religiosi, civili, autorità, giornalisti di stampa nazionale ed internazionale, cineoperatori, associazioni pervenuti da ogni parte per l’incontro gioioso e per l’ascolto dell’omelia.

Francesco ha parlato subito di “vittoria e di sconfitta” e della frase di Gesù riportata nel Vangelo “Chi ama la propria vita, la perde”. “Non perché bisogna avere in odio la vita, essa va amata e difesa ma perché non si può amare solo il proprio, chi vive solo per sé alla fine perde”. “Più hai, più vuoi: è una brutta dipendenza”, “Don Pino sapeva che rischiava, ma sapeva sopratutto che il pericolo vero nella vita è non rischiare, è vivacchiare tra comodità, mezzucci e scorciatoie. Dio ci liberi dal vivere al ribasso, accontentandoci di mezze verità. Dio ci liberi da una vita piccola che gira attorno ‘ai piccioli’ (denaro!)”. Richiamando intrinsecamente le parole forti dette da Giovanni Paolo II° ad Agrigento il 9 maggio 1993 allorché rivolgendosi ai mafiosi lanciò l’anatema “convertitevi” per un cambiamento di vita e di stile di vita, Francesco ora dice “Non si può credere in Dio ed essere mafiosi … Oggi abbiamo bisogno di uomini di amore, non di uomini di onore … Perciò ai mafiosi dico: cambiate! Smettete di pensare a voi stessi ed ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo! Altrimenti, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte”. “Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto … diceva don Pino” … “Non aspettare che la Chiesa faccia qualcosa per te, comincia tu. Non aspettare la società, inizia tu!

L’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, nel porgere il saluto e portare l’affetto della Comunità cristiana siciliana ha detto: “Noi siamo qui stamattina, come figli accanto ad un padre, desiderosi di ascoltarla e di raccontarci, di essere confermati, sostenuti e incoraggiati” e “Da questo prete mite (3 P),dall’apparenza fragile ed inoffensiva, schierato dalla parte degli ultimi, impariamo la gentilezza, la cordialità e la mitezza che fanno parte della vita cristiana” … “Dalla sua profonda fede, dalla sua bella umanità sgorgavano quell’accoglienza che sorrideva ad ogni uomo e quella inspiegabile, inesauribile forza che produceva cambiamenti sociali in una realtà in cui era a rischio la sopravvivenza stessa dell’uomo”.

Dopo le 13:00 il Santo Padre, in forma privata, ha reso visita alla Missione Speranza e Carità di fratello Biagio Conte, che come San Francesco ha rinunciato a tutti i beni della vita per l’accoglienza di migliaia di “ultimi”, per un frugale pranzo con i rappresentanti dei detenuti, ex tossicodipendenti, immigrati. Poi, visita alla parrocchia di San Gaetano, al Centro di Accoglienza “Padre Nostro” e sosta nel luogo dell’uccisione del Beato P. Pino Puglisi, quindi incontro in Cattedrale col Clero siciliano, religiosi e seminaristi; infine a Piazza Politeama l’incontro con diverse migliaia di giovani ai quali ha ricordato: “Sognate in grande perché nei grandi sogni troverete tante parole del Signore che vi sta dicendo qualcosa. E metteteci la faccia ogni giorno” … “Voi dovete essere costruttori del futuro, … non potete chiederlo agli altri”.

Il Papa è arrivato a Palermo gioioso e fiducioso e, visti l’animo buono dei siciliani, l’accoglienza, la grande voglia di riscatto e l’impegno di adoperarsi per superare le difficoltà per il bene non singolo ma collettivo, è ripartito ancor più gioioso e lieto per questa missione compiuta. Grazie Francesco!

 di Benedetto Fontana

Ultimi articoli

« Articoli precedenti