Il locale è "pizzo free", lo dice l'app sul cellulare
Società | 27 giugno 2015
Battere la mafia con un "tap". Usare lo smartphone per scegliere da chi comprare e come viaggiare. Con una mappa interattiva per evitare chi si piega al ricatto del pizzo. La scommessa di Addiopizzo cambia passo, mette una marcia tecnologica e diventa un' app per cellulare. La rete nata nel 2006, con i primi cento commercianti palermitani "pizzo-free", da ieri è tutta digitale.
Il consumo critico «Gli esercizi siciliani che hanno aderito ad Addiopizzo sono ormai quasi mille e ora trovarli è molto più facile», spiega Dario Riccobono, uno dei fondatori del movimento. «Nell' app sono tutti geolocalizzati: basta un attimo per navigare la mappa con i più vicini tra bar e negozi liberi dal pizzo. E consumare in modo critico, senza dare un euro alla mafia. Per i turisti c' è una seconda applicazione, Addiopizzo Travel, per prenotare tour pizzo-free in autonomia».
Che grandi e piccole rivoluzioni possano passare dallo schermo di un cellulare - e dai milioni di dita che ci picchiettano sopra - ormai ci sono pochi dubbi. E gli italiani, cui l' inventiva non è mai mancata, hanno aperto in pochi anni tanti nuovi fronti per il digitale etico. Molti riguardano il supporto per disabili, e in questo campo è Pedius l' app che spicca. Un servizio per telefonare anche se si è non udenti, con il riconoscimento vocale che traduce in messaggi la voce e in voce le parole scritte.
Merito di un' idea di Lorenzo Di Ciaccio, un giovane ingegnere informatico nato a Gaeta. «Il servizio è usato già da seimila persone - racconta - tra Italia, Regno Unito, Francia e Spagna. Ora puntiamo sul Brasile, anche con l' aiuto con Telecom, che ha integrato Pedius nei suoi call center. Ma la cosa che ci dà più orgoglio è aver convinto grandi investitori a credere in un progetto di innovazione sociale».
Anche il Ministero dello sviluppo economico ci crede e da inizio anno dedica alle startup innovative a vocazione sociale un capitolo a parte nel registro delle imprese, e sgravi maggiori a chi ci investe sopra. Il numero di app continua intanto a crescere, spesso con un orizzonte ben preciso: risolvere problemi concreti in modo "smart". È il caso delle tante nate in Italia sul fronte della lotta allo spreco alimentare, da BringTheFood a MyFoody. La più efficace pare essere Breading, sviluppata da sei ragazzi under 30 di Milano e Bergamo. Funziona in modo semplicissimo, il vero segreto per l' innovazione da tasca. Ristoranti e negozi possono usare l' app per lanciare un appello e avvisare di avere cibo che avanza. Le associazioni che assistono i poveri possono trovarli sulla mappa e accordarsi per il ritiro.
Collaborazione L' approccio collaborativo è l' altro ingrediente che non manca quasi mai. E così è nato anche uno spazio all' incrocio tra la tecnologia sociale e il magico ed emergente mondo della sharing economy: quello di BlaBlaCar, Airbnb e degli altri servizi che hanno cambiato i consumi globali. Anche qui i fronti sono tanti e vari, ma - di nuovo - al centro c' è spesso la soluzione di problemi concretissimi. È questo lo spirito di Redooc, che ha riscritto dentro un' app l' insegnamento della matematica, finalmente su misura per nativi digitali.
E anche quello de Le Cicogne, che mette in comunicazione via smartphone chi cerca una baby sitter e chi è pronto a correre in soccorso di genitori troppo impegnati. (La Stampa)
di Stefano Rizzato
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