Il giorno di don Pino, Lorefice: «Era un prete uomo»

Società | 16 settembre 2016
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«Ognuno di noi non deve essere schiavo dei propri piccoli interessi, del proprio io. Noi non educhiamo nessuno, non possiamo bloccare nessuna mentalità mafiosa, illegalità, potere occulto, se non recuperiamo la liberà del cuore. Questo e il vero senso di chi fa politica, delle istituzioni, di noi preti». Monsignor Corrado Lorefice celebra, per la prima volta da vescovo, la messa per l' anniversario (il 23°) dell' assassinio per mano mafiosa di don Pino Puglisi e mostra il volto da «uomo libero» di quel sacerdote, con cui lui aveva collaborato nel Centro regionale vocazionale, proprio all' inizio degli anni Novanta. «Non vi scandalizzate dice l' arcivescovo in una Cattedrale piena di amici di don Pino, di autorità, di sacerdoti -. Don Pino non era un prete antimafia, per questo lui e stato temuto, perché e andato alla radice.

Non doveva farsi un nome, apparire sotto i riflettori. Aveva un unico obiettivo: che gli altri abbiano vita, perché aveva incontrato il Signore Gesù, la cura degli altri».
Accanto all' altare e posta la reliquia del beato martire della Chiesa palermitana, in una teca d' argento. Nella navata sinistra, la tomba di don Pino, a forma di spiga di grano, quel chicco che, se non muore, non porta frutto.
Di mattina tantissimi bambini, con gli operatori del Centro Padre nostro, guidato da Maurizio Artale, hanno portato un omaggio floreale sul quella tomba. Nel pomeriggio la celebrazio ne solenne: al fianco dell' arcivescovo, il parrocodi San Gaetano a Brancaccio, don Maurizio Francoforte, e don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, che in serata e salito sul palco della manifestazione artistica «Festa con 3P», organizzata per consegnare alla città il messaggio di Puglisi.
Alla messa in Cattedrale ci sono il sottosegretario all' Istruzione, Davide Faraone, la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, il sindaco Leoluca Orlando, il questore, Guido Longo, il prefetto Antonella De Miro e numerose autorità civili e militari.
«Don Pino non era un prete antimafia: era un prete uomo, un uomo prete. La vera forza della sua testimonianza e stata la sua ferialità, questo stare al suo posto, da uomo mite, libero, a fare il suo lavoro giorno dopo giorno. Sapeva di dover donare la sua vita perché altre generazioni non fos sero schiave del padrino, ma conoscessero il vero Padre», afferma Lorefice, durante un' omelia appassionata.
L' arcivescovo sottolinea la necessità di «riscattare questa nostra città da chi vuole asservirla perché ha obiettivi di potere e oppressione, nel segno della criminalità e della illegalità». Poi saluta le autorità, ringrazia la presidente Bindi, ma a tutti dice: «Siamo contenti di esserci ritrovati, perché dobbiamo ridare voce alla testimonianza feriale di don Pino».
E la Bindi ricorda: «Don Pino Puglisi e il testimone di una fede profonda e autentica, vissuta con libertà e amore nel servizio ai più deboli e agli emarginati. La mafia lo ha ucciso, nel giorno del suo compleanno, perché resisteva, con la mitezza del Vangelo, al dominio violento che le cosche esercitavano a Brancaccio. Cosa Nostra non poteva tollerare un prete che non si piegava alla logica mafiosa dell' omertà e della paura, ma al contrario lavorava a restituire fiducia nella vita e speranza in un futuro diverso a tanti ragazzi».
Tra le varie iniziative ieri, l' incontro nella sede della seconda circoscrizione, a Brancaccio, con il presidente An tonio Tomasello, il sindaco Orlando e alcuni esponenti della giunta comunale. Sono stati inaugurati gli antichi lavatoi restaurati di via Germanese, che diventeranno sede di legalità a Brancaccio ed ospiteranno eventi, convegni e cineforum, gestiti dalla seconda circoscrizione, assieme alle scuole, alla parrocchia ed al mondo associazionistico del territorio. Premiati anche i vincitori del concorso scolastico per l' intitolazione del tram della linea 1 che passa per le strade del quartiere Brancaccio. Si chiamerà «Freccia 3P Padre Pino Puglisi».
(Giornale di Sicilia)

 di Alessandra Turrisi

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