Il Giffoni Film Festival muove i primi passi, oltre 4.000 titoli in gara

Cultura | 3 maggio 2019
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Tra Europa e resto del mondo (dal Giappone alla Corea del Sud, dal Canada agli Stati Uniti d’America), sono diciannove le produzioni internazionali in concorso alla 49.a edizione del Giffoni Film Festival 2019, in programma a Giffoni Valle Piana (Salerno) dal 19 al 27 luglio, mentre all’ingente numero di circa 4000 titoli sono giunte - fino ad oggi - le opere in preselezione (tra corti e lungometraggi) che l’agguerrito team della direzione artistica di “Giffoni Experience” sta instancabilmente valutando in questi giorni. Deadline per le iscrizioni fissata per il 31 maggio. Un bel da fare avranno anche i ben 6140 giurati di Giffoni 2019 che rifletteranno confrontandosi su questa messe di opere. Sette, come sempre, le sezioni competitive del Festival: “Elements +3” (dai 3 ai 5 anni), “Elements +6” (dai 6 ai 9 anni), “Elements +10” (da 10 ai 12 anni), “Generator +13” (dai 13 ai 15 anni), “Generator +16 (dai 16 ai 17 anni)”, “Generator +18” (18 anni in su) e “Gex Doc-Parental Experience” (sezione dedicata a docenti, genitori e filmgoers). 

Tutti loro, insindacabili giurati provenienti da 50 Paesi, decreteranno alla fine i vincitori del “Gryphon Award”. E vediamo, dunque, quali anticipazioni sui film già filtrano dal paesino campano, da mesi ormai in febbrile attività. Per gli Elements +6 (temi: amicizia, famiglia, magia) torna con Double Trouble-The Magical Mirror il regista Marcus H. Rosenmuller (Germania, 2019; un ragazzino trova uno specchio magico che crea un suo sosia); quindi Phatom Owl Forest di Anu Aun (Estonia, 2018), che parla di un natale speciale in una foresta primordiale abitata da misteriosi gufi; Racetime di Benoit Godbout (Canada, 2018), un film d’animazione su una spettacolare gara di slitte e Rocca Changes the Wordl di Katja Benrath (Germania, 2019, focus su una bimba impavida e piena di curiosità, che ama la nonna). Dedicati a storie di formazione i lungometraggi destinati agli Elements +10 a partire da Alone in space del regista Ted Kjellsson (Svezia, 2018), viaggio spaziale de la dodicenne Gladys e il fratello minore Keaton che hanno abbandonato la desolata Terra, ma nello spazio scopriranno di non essere soli.

 Radicale cambio di scena con My Extraordinary Summer With Tess di Steven Wouterlood (Olanda/Germania, 2019), incontro di Sam – ossessionato dall'idea che un giorno potrebbe diventare l'ultimo superstite sopravvissuto tra i suoi parenti – con Tess che lo guarirà dall’ansia del futuro. Torna a Giffoni per il quarto anno Mischa Kamp con Romy’s Saloon (Olanda, 2019), un ragazzo scoprirà la necessità della sua presenza nel saloon della nonna. Infine Storm Boy di Shawn Seet (Australia, 2019), ragazzino salva inaspettatamente tre piccoli pellicani, ma si ritroverà in contrasto con il padre. Nel cast anche il premio “Oscar” Geoffrey Rush Prime relazioni sentimentali, lutti e ricerca di se stessi sono alcuni temi dei film scelti per la sezione Generator +13. La dodicenne Mylia è la protagonista di A Colony di Genevieve Dulude-De Celles (Canada, 2018), che il compagno di classe Jimmy, aiuterà a superare i molti problemi imposti dalla società, seguito dal dramma di due adolescenti A Stupid Young Heart regia di Selma Vilhunen (Finlandia/Olanda/Svezia, 2018), primo amore tra lo spensierato Lenni e la bellissima e popolare Kiira, che resta incinta. Lenni, cresciuto senza il padre in ambienti d’estrema destra xenofoba, sarà costretto a maturare in fretta. Dal Giappone arriva We Are Little Zombies, del debuttante Makoto Nagahisa (Giappone, 2019), caleidoscopio pop che segue quattro ragazzini giapponesi di 13 anni orfani, che decidono di formare una rock band per vincere il vuoto esistenziale. 

Film sugli irrequieti anni dell’adolescenza attendono i Generator +16. Al momento due i titoli selezionati: Harajuku di Eirik Svensson (Norvegia, 2018), ricerca del padre biologico della giovane ribelle di Oslo Vilde, che parte per Tokyo a seguito d’un incidente della madre e Meteorites di Romain Laguna (Francia, 2018), contrastata storia d’amore, di scoperta e di crescita della sedicenne Nina, che s’innamora di un algerino, con tutte le complicazione che ne seguono. Complessità dei rapporti interpersonali è il percorso proposto ai Generator +18, con Family First di Sophie Dupuis (Canada, 2018), difficile equilibrio di JP diviso tra bisogni famigliari, lavoro e cartello della droga di suo zio, che vede come una figura paterna. 

E ancora Goliath di Peter Gronlund (Svezia, 2018), sul diciassettenne Kimmie cresciuto nell'ombra del padre Roland, un truffatore finito in galera che vuol metterlo sulla strada del crimine. Infine Youngju di Cha Sungduk (Corea, 2018), ultimo film in concorso in questa sezione su una ragazza costretta dalla morte dei genitori a diventare capofamiglia. Riservati ai genitori e agli accompagnatori i documntari Angels are made of light di James Longley (Usa/Danimarca, 2018, studenti e insegnanti afghani che sopravvivono ancora alle turbolenze nazionali.), Bruce Lee and the outlaw dell’esordiente Joost Vandebrug (Inghilterra/Olanda/Repubblica Ceca, 2018, sui bambini senza tetto che vivono sotto la stazione di Bucarest) e Little Germans di Frank Geiger e Mohammad Farokhmanesh (Germania, 2019, storie di bambini nati in ambienti di estrema destra), con cui si chiude questa prima selezione della sezione Gex Doc-Parental Experience..

 di Franco La Magna

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