Il futuro dello Stabile di Catania passa dal ritorno degli abbonati
E’ ormai guerra aperta tra la CGIL lavoratori dello spettacolo e il Teatro Stabile di Catania, dopo il testo di un comunicato diramato qualche giorno fa dal Presidente dell’Ente teatrale etneo che difende a spada tratta la politica culturale dello Stabile puntando sui primi risultati ottenuti dalla campagna abbonamenti in corso. “Nei primi quattro giorni dall’apertura della campagna abbonamenti per il 2021 (20% dei posti disponibili venduti)” dice Saggio “a testimonianza di una più che mai rinnovata fiducia da parte del pubblico catanese e del più forte e significativo segno di discontinuità con il passato, ci sembra importante ribadirne in questa sede un altro. Solo nel 2020 sono ben 108 gli artisti coinvolti nelle produzioni TSC e il 90% di loro sono siciliani: ben 83 sono nuove presenze rispetto allo scorso anno e sono frutto – lo confermiamo – dei 201 provini fatti dall’arrivo della nuova direzione. Questi due soli elementi sarebbero forse sufficienti a rendere superflua qualunque ulteriore replica a un documento che, per il fatto stesso di sostituire ripetutamente le sensazioni alle informazioni e le illazioni ai numeri, appare privo di quella che dovrebbe essere la sua stessa ragion d’essere, ovvero una qualsivoglia oggettiva istanza sindacale, al di là di una sin troppo evidente acrimonia personale. Tuttavia – prosegue il Presidente – proprio la reiterazione e l’inopportuna accentuazione di questi aspetti allusivi e addirittura offensivi, che continuano a tentare di gettare ombre in particolar modo sull’operato del nostro direttore Laura Sicignano, mi spingono fare una volta per tutte chiarezza su alcune presunte incoerenze di cui ci si accusa”.
Il documento prosegue ribadendo la valorizzazione degli artisti siciliani da parte della direzione del teatro e respingendo le accuse all’attuale direttrice, Laura Sicignano, e alla governance in genere.
Motivazioni molto poco convincenti per il sindacato catanese, che conta il maggior numero di iscritti della categoria lavoratori dello spettacolo. “Nella risposta al nostro comunicato in cui esternavamo le più che fondate preoccupazioni per il futuro del teatro Stabile” scrive la CGIL - attraverso le parole dell’apprezzato regista catanese Gianni Scuto (nella foto), noto in campo nazionale ed europeo per i molti lavori rappresentati anche all’estero - “il notaio Saggio ci ha fornito un dato che, invece di rasserenarci, ci ha maggiormente allarmato. Presentato come se fosse un incredibile traguardo, ci è stato detto che nei primi giorni della campagna abbonamenti è stato venduto il 20% dei posti disponibili che, stando alle attuali disposizioni di legge, ammonta a 200 posti. L’impresa fin qui compiuta sarebbe quella di aver venduto 40 abbonamenti. Siamo sinceri, non si comprende proprio come ci si possa esaltare per avere raggiunto un tale traguardo. Continuiamo con i numeri. Nella stessa risposta si evidenzia come il Teatro abbia coinvolto quest’anno nelle produzioni 108 artisti, ma non si specifica come, nella stragrande maggioranza dei casi, i suddetti artisti siano impiegati in ingaggi brevissimi (uno o due giorni) per piccole performance, cui corrispondono modestissime prestazioni economiche. Non è certo così che si rende merito alla professionalità e alla bravura dei nostri attori, né tutto questo può certamente costituire per gli stessi una dignitosa fonte di sostentamento. Nessuna ‘acrimonia personale’ da parte nostra, come invece ci si accusa in maniera polemica e fuorviante nella risposta del Teatro, ma autentico timore per le sorti dei lavoratori catanesi del settore, moltissimi dei quali sono nostri iscritti. Leggiamo pure che sono stati eseguiti 200 provini; peccato che il sindacato non ne sia mai stato messo al corrente, come invece vorrebbe l’articolo 7 del contratto nazionale. Quanto poi alla rivendicazione di aver fatto lavorare finora artisti under 35, è una scelta che nessuno ha contestato a patto però di non escludere, questo sì che sarebbe discriminatorio, gli over 35, segmento anagrafico come abbiamo più volte evidenziato alla governance del Teatro, ampiamente presente sul nostro territorio e fin qui ignorato dalla direzione artistica”.
Dopo aver polemizzato sulla preferenza accordata allo spettacolo della direttrice Laura Sicignano portato in tournée il comunicato chiude ricordando “che la CGIL oggi è l’unico sindacato in città che conta più di 200 iscritti e che rappresenta la categoria” invitando la governance del Teatro ad un dialogo costruttivo per “la salvezza del nostro Teatro”. Ma nonostante i segnali di pacificazione l’accesa disputa tra Sindaco e Stabile non sembra trovare adeguata composizione ed anzi i segnali d’una più acerrima ripresa della contesa si fanno di giorno in giorno sempre più evidenti. Ai tormenti del teatro dovuti alla pandemia si aggiungono quelli derivanti da una ben diversa visione della conduzione artistica giunta ormai, secondo la CGIL, ad un punto di non ritorno.
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