Il fotografo Gentile: a Duisburg c'è MafiaStrasse

5 dicembre 2020
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Tony Gentile, autore della storica foto che ritrae Falcone e Borsellino mentre chiaccherano amichevolmente, non si dà pace per la decisione dei giudici tedeschi che hanno ritenuto legittimo l’uso del nome dei due magistrati da parte di una pizzeria di Francoforte. Non solo il locale espone quella fotografia, senza che l’autore ne sia mai stato informato, ma sulla parete di fronte campeggia una locandina del «Padrino» e nello sfondo del logo è raffigurata una lamiera sforacchiata da proiettili. 

«Sono indignato», dice Gentile, che ricorda di aver intrapreso un’azione legale, due anni fa, distinta da quella intentata da Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso a Capaci e sulla quale non c'è stato ancora un pronunciamento. «Al di là dell’utilizzo improprio di una proprietà intellettuale - spiega - trovo insopportabile l’idea di associare alla mafia due eroi della lotta contro Cosa nostra. Oltre alla via giudiziaria, è il caso che la politica, a tutti i livelli, intervenga per porre fine a questa vergogna. Un’aula del Parlamento europeo, a Bruxelles, è intitolata a Falcone e Borsellino. Sono stato io - precisa - a dare l’immagine alle istituzioni Ue, che devono adoperarsi per difendere la memoria dei due magistrati. Di recente ho diffidato i partiti politici dall’usare l’immagine a scopi propagandistici. Mi è capitato di vedere in un banchetto di Fratelli d’Italia la mia fotografia, senza che io ne sapessi niente».

 «I giudici tedeschi - sottolinea - avrebbero fatto bene a chiedersi la ragione per cui una pizzeria si serve del nome di Falcone e Borsellino. Il motivo è ovvio: la popolarità dei magistrati, cioè esattamente il contrario di quello che dice la sentenza quando parla di memoria appannata». La foto di Gentile, che ha fatto il giro del mondo, fu scattata il 27 marzo 1992 a Palermo, durante un’iniziativa elettorale promossa dal magistrato Giuseppe Ayala a Palazzo Trinacria, a Palermo, e fu pubblicata in prima pagina sul Messaggero il 20 luglio di quell'anno: «Apparve su cinque colonne, in prima pagina, con grande evidenza», ricorda Gentile. 

Intanto, il fotografo tira fuori una vicenda finora sottaciuta: a Duisburg, dove nel 2007 la 'Ndrangheta fece una strage che provocò sei morti, «esiste una via periferica che si chiama MafiaStrasse. Ci sono casualmente capitato nel 2006, quando ero in Germania per i Mondiali di calcio. In tutte le lingue del mondo la parola 'mafià evoca una cosa sola. E’ ora di dire basta». La strada, secondo quanto si evince dall’archivio della Bild, è intitolata a un’isola della Tanzania (Mafia Island), paese che un tempo era una colonia tedesca. Ma la stessa isola è chiamata anche Chole Samba, nome che rimanda a un piatto locale, in un luogo famoso per le sue spezie, e a un ballo.



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