Il filo unitario che manca al Recovery Fund italiano

Economia | 14 gennaio 2021
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Le brevi note che seguono  sono elaborate sulla base della bozza di piano pubblicata dall'Ansa in data  12 gennaio 2021 e che è stata approvata nella seduta del Consiglio dei ministri svoltasi la sera di martedì.  Hanno la funzione di semplificare la lettura e comprensione del corposo documento (oltre 172 pagine più diverse tabelle)  che non esplicita allocazioni delle risorse a livello territoriale, ma le apposta in linee di intervento di dimensione nazionale. Per questo, ad oggi, non vi sono dati certi sulla quantità di risorse che arriveranno alla Sicilia, con l'eccezione della previsione di 8 miliardi di euro per il completamento della linea ferroviaria Palermo-Catania- Messina e di qualche altro intervento più avanti segnalato. E' tuttavia ipotizzabile, in base ai criteri di ripartizione delle risorse ed  alla presenza nelle tabelle di circa 15 miliardi di Fondo Sviluppo e Coesione – in forza di legge destinato per l'80% al Sud- che alla Sicilia saranno destinati tra 22 e 24 miliardi di euro. Il nodo centrale è relativo alla capacità del sistema regionale, ed in particolare della pubblica amministrazione, di utilizzare in modo efficace un così consistente pacchetto di risorse in appena cinque anni. L'esperienza dei ritardi storici nell'utilizzo dei fondi strutturali europei, che pure hanno un periodo di programmazione più lungo, suscita notevoli preoccupazioni.non si ripresenterà.

 

La principale carenza del piano è la totale assenza di scelte sulla governance, cioè su chi, come, in quali tempi e con quali modalità implementerà il piano. Sarà presentata al parlamento un modello di governance che identifichi la responsabilità della realizzazione del Piano, garantisca il coordinamento con i ministeri competenti a livello nazionale e gli altri livelli di governo, monitori i progressi di avanzamento di spesa. Un'altra evidente area di difficoltà è relativa  al rinvio a successivi provvedimenti di legge di alcune riforme giudicate indispensabili per la piena attuazione dei contenuti del PNRR: valga per tutti quanto scritto in relazione  alla riforma della giustizia civile e penale. Si propone di aumentare la trasparenza e la prevedibilità dei procedimenti civili  e penali in termini di durata; potenziamento delle risorse umane e delle dotazioni strumentali e tecnologiche dell'intero sistema giudiziario. Il Forum disuguaglianze e diversità, per esempio, fa osservare che nel piano mancano “per un numero assai elevato di progetti  i risultati attesi” o, ancor più grave,  “si confondono questi con le realizzazioni dei progetti stessi – ad esempio: numero di imprese o volume di investimenti finanziati, edifici costruiti o rigenerati, numero di progetti  finanziati, anziché cosa si voglia cambiare con quelle realizzazioni, che sia utile a imprese, cittadinanza e/o lavoro. Sappiamo che questo limite è il frutto di un processo programmatorio che è partito dall’azione o dalla spesa in sé, anziché dall’effetto che ci si prefiggeva sul benessere e sullo sviluppo “. Inoltre, si prevedono  la riforma dell'Irpef e, per quanto riguarda il mercato del lavoro, la  riforma degli ammortizzatori sociali e nuove politiche attive del lavoro per accompagnare la transizione ecologica e digitale, garantire una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro per assicurare un'esistenza libera e dignitosa.

 Centrale appare il concetto di resilienza che comprende la capacità di risposta del sistema sanitario a inattese crisi epidemiche, la protezione dei cittadini e del territorio dai rischi ambientali, la solidità della pubblica amministrazione e della finanza pubblica.

 

Il piano si articola su tre assi strategici: transizione ecologica 37% stanziamenti), digitalizzazione ed innovazione (20% del totale), inclusione sociale. I tre assi incrociano tre  priorità trasversali: donne, giovani, Sud.  In particolare per la parità di genere si propone di realizzare una piena emancipazione economica e sociale della donna mettendo la parità di genere come criterio di valutazione di tutti i progetti (gender mainstreaming) e promuovendo una strategia integrata di riforme, istruzione e investimenti in infrastrutture sociali e servizi di supporto. Per i giovani  si tratta di  garantire la piena partecipazione dei giovani alla vita culturale, economica e sociale del Paese, innanzitutto investendo sul loro futuro in termini di istruzione e ricerca e intervenendo con politiche atte a incrementare il livello di occupazione giovanile nel breve e nel lungo periodo. Sul versante  Sud e riequilibrio territoriale l'impegno è di  ridurre i divari territoriali e liberare il potenziale inespresso di sviluppo del Mezzogiorno, massimizzando nelle linee di intervento di ciascuna missione, i progetti volti al perseguimento dell’obiettivo  e l'allocazione territoriali degli investimenti.

 

Struttura del PNRR

6 missioni che a loro volta raggruppano 16 componenti; le componenti si articolano in 47 linee di intervento. 

Schema finanziario : 70% investimenti pubblici, incentivi 21%.

 

Risorse allocate nelle sei missioni pari a 210 miliardi, di cui 144,2 finanziano nuovi progetti, 65,7 sono destinati a progetti in essere. Sotto il profilo contabile tutti i 68,9 miliardi di grants (fondo perduto) sono assegnati per interventi addizionali; Fra i loans (prestiti) 53,5 miliardi sono destinati ad interventi addizionali , mentre i restanti 87.5 coprono sul piano finanziario i profili di indebitamento già scontati sui tendenziali di finanza pubblica.

 

Missione1; digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

  componente 1,1 digitalizzazione e modernizzazione PA, riforma della giustizia; 11,45 miliardi. Di cui 5,61 i.e. , 5,84 n.p. Linee di intervento: digitalizzazione PA (8,550 miliardi compresi PON e legge bilancio), innovazione nella PA (1,410 miliardi), innovazione organizzativa della Giustizia (2 miliardi).

 componente 1.2 transizione 4.0 innovazione e digitalizzazione delle imprese ; 26,73 miliardi (di cui 800 milioni su REACT /UE.  Linee di intervento: Transizione 4.0 (25,7 miliardi di cui 6,7 da legge bilancio); politiche  industriali di filiera e internazionalizzazione (2miliardi); finanziamento PMI e fondo garanzia (800 milioni su REAC/EU + fondi complementari Pon e legge di bilancio per 4 miliardi); banda larga, 5G e monitoraggio satellitare 4,2 miliardi), innovazione tecnologica dei microprocessori (750 milioni).

componente 1.3 incrementare l'attrattiva del sistema turistico e culturale; 8,00 miliardi. Linee di intervento: patrimonio culturale next generation (2,70 miliardi); siti minori, aree rurali e periferiche (2,40 miliardi+ 1 miliardo piano borghi); turismo e cultura 4.0 (150 milioni PON).

Dotazione finanziaria totale della missione  46,18 miliardi di 10,3 progetti in essere; 34,8 nuovi progetti (RRF e FSC)

 

Missione 2 rivoluzione verde e transizione ecologica:

componente 2.1 agricoltura sostenibile ed economia circolare. Linee di intervento: agricoltura sostenibile (1,8 miliardi), economia circolare e valorizzazione del ciclo dei rifiuti (1,5 miliardi), progetti di economia industriale per la riconversione di processi industriali (2,20 miliardi).

componente 2,2 energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile. Linee di intervento:  produzione di energia da fonti rinnovabili  e sostegno alla filiera (8,66 miliardi), trasporti locali sostenibili, ciclovie e rinnovo parco rotabile (7,55 miliardi).

componente 2.3 efficienza energetica e riqualificazione degli edifici. Linee di intervento: programma di efficientamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico (10,84 miliardi); estensione del bonus 110% per efficientamento energetico e messa in sicurezza degli edifici (18,51 miliardi)

componente 2.4 tutela del territorio e della risorsa idrica. Linee di intervento: interventi sul dissesto idro-geologico (3,61 miliardi), infrastrutture verdi urbane(530 milioni), invasi e gestione sostenibile delle risorse idriche 4,38 miliardi), resilienza, valorizzazione del territorio e efficientamento energetico comuni (6 miliardi), sistema di gestione rifiuti raccolti a mare nelle aree portuali (500 milioni). Va aggiunto 1 miliardo FEASR per la forestazione e tutela dei boschi.

Dotazione finanziaria della missione:  68,9 miliardi di cui 31,6  progetti in essere; 35,9 nuovi progetti

Missione 3: infrastrutture per una mobilità sostenibile

componente 3.1 alta velocità di rete e manutenzione stradale (nel Sud ferrovie anche con fondi FSC). Linee di intervento: opere ferroviarie per la mobilità e la connessione veloce del paese ( 26,70 miliardi); messa in sicurezza e monitoraggio digitale di strade, viadotti e ponti (1,60 miliardi). (per la Sicilia Palermo-Catania-Messina- costo stimato 8 miliardi-, Circumetnea, nodi di Catania e Palermo, collegamento con l'aeroporto di Trapani Birgi, collegamento terminale ferroviario porto di Augusta).

componente 3.2 intermodalità e logistica integrata. Linee di intervento: progetto integrato porti d'Italia (3,32 miliardi) di cui 2,2 per porti ed intermodalità collegati alle grandi linee di comunicazione europea e nazionali per lo sviluppo dei porti del Sud, Il piano indica per la Sicilia i seguenti interventi: resilienza infrastrutture a cambiamenti climatici nel porto di Palermo, aumento capacità portuale del porto di Trapani, efficientamento energetico ed ambientale dei porti dello stretto di Messina); digitalizzazione aeroporti e sistemi logistici  inclusi aeroporti (360 milioni)

 Dotazione finanziaria missione 3:  32 miliardi, di cui 11,7 progetti in essere e 20,3 nuovi progetti

 

Missione 4: istruzione e ricerca

componente 4.1 potenziamento delle competenze e diritto allo studio (16,72 miliardi)   Linee di intervento: accesso all'istruzione  e riduzione dei divari territoriali (9 miliardi +450 milioni ReactEU); competenze STEM e multilinguismo (%,02 Miliardi); istruzione professionalizzante  e ITS (2,25 miliardi)

componente 4.2 dalla ricerca all'impresa (11,7 miliardi).  Linee di intervento: rafforzamento di ricerca e sviluppo e delle iniziative IPCEI  (l'acronimo di importanti progetti di comune interesse europeo) (7,29 miliardi); trasferimento di tecnologia e sostegno all'innovazione (4,48 miliardi).

Dotazione finanziaria della missione: 3,8 progetti in essere; 22,3 nuovi progetti

 

Missione 5: inclusione e coesione

componente 5.1  politiche per il lavoro (12,62 miliardi). Linee di intervento: politiche attive del lavoro e sostegno all'occupazione (7,50 miliardi di cui 4,47 per fiscalità di vantaggio nel Sud, 3,50 per politiche attive del lavoro e formazione, 650 milioni per servizio civile universale);

componente 5.2 infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore (10,83 miliardi). Linee di intervento: servizi socio-assistenziali, disabilità e marginalità (3,83 miliardi di cui per  infrastrutture sociali nei comuni e coinvolgimento del terzo settore 2,60): rigenerazione urbana e  housing sociale (6,30 miliardi); sport e periferie (700 milioni).

componente 5.3 interventi speciali di coesione territoriale (in totale 4,18 miliardi).  Linee di intervento:  Strategia Nazionale Aree Interne (1,50 miliardi), interventi per le aree del terremoto (1,78 miliardi), Ecosistemi dell'innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati (600 milioni), valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (300 milioni)

Dotazione finanziaria della missione : 4.1 progetti in essere; 17,2 nuovi progetti

 

Missione 6: Salute

componente 6.1 assistenza di prossimità e telemedicina 7,90 miliardi). Linee di intervento: potenziamento assistenza sanitaria e rete territoriale (7,00 miliardi), salute, ambiente e clima, sanità pubblica, ecologica (900 milioni).

Componente 6.2 innovazione, ricerca e digitalizzazione dell'assistenza sanitaria (11,82 miliardi). Linee di intervento: ammodernamento tecnologico e digitale (10,1 miliardi), ricerca, trasferimento tecnologico e formazione (1,81 miliardi).

dotazione finanziaria; 5,3 progetti in essere; 12,7 nuovi progetti.

 

Naturalmente si tratta solo di una prima lettura tesa ad individuare gli obiettivi, l'allocazione delle risorse  e l'articolazione del piano.  Bisognerà poi- e non è lavoro semplice- entrare nel merito dei contenuti delle missioni, delle componenti e dei singoli interventi. Un primo giudizio, naturalmente aperto a revisioni alla luce  innanzitutto dalla lettura del testo ufficiale che andrà in Parlamento, lascia la sensazione di uno sforzo teso a presentare all'Unione Europea un testo che consenta una rapida e positiva conclusione del negoziato. Tuttavia  non si  riesce a superare il limite della carenza di una visione complessiva non limitata  alla sommatoria degli interventi proposti dai vari ministeri e che spesso mancano di sintesi unitarie. Si tratta tuttavia, ripetiamo, di un'impressione di prima analisi che ci auguriamo possa essere modificata dagli approfondimenti di merito. Oggi ci sentiamo di affermare  solo che sarà decisiva la capacità di trasformare in azione reale ed in spesa efficace, rapida ed efficiente i progetti attuando pienamente l'intreccio tra  i tre assi fondamentali e le priorità strategiche relative alle politiche di genere, al ruolo centrale dei giovani nel futuro del paese, al superamento dello storico dualismo italiano  tra aree forti ed aree arretrate. Su questo si determinerà il successo del piano di ripresa e resilienza che costituisce per l'Italia in Europa un'occasione che

 di Franco Garufi

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