Il divario tra le Italie comincia dai rifiuti
Alla vigilia di ferragosto, la Corte dei Conti ha inviato al Parlamento la relazione sulla spesa dei Comuni italiani, con particolare riferimento alle spese di Amministrazione, a quelle per la polizia locale ed allo smaltimento dei rifiuti. Mentre per i primi due capitoli sono state considerate anche le regioni a statuto speciale, la ricerca sui rifiuti, purtroppo, si è limitata alle regioni a statuto ordinario. Dall’indagine emerge un quadro disomogeneo nel territorio in termini di impiego di risorse e qualità dei servizi: le linee di tendenza a livello generale mostrano, infatti, evidenti differenze Nord-Sud, peggiori prestazioni di qualità della spesa nei piccoli Comuni rispetto ai Comuni di medie dimensioni, laddove nei grandi emergono costi maggiori; una differenziazione su base regionale delle tendenze di spesa (incrementi/decrementi) da ricollegare a politiche regionali che influenzano attività e decisioni dei Comuni.
Per quanto concerne lo specifico del servizio rifiuti, una maggiore raccolta differenziata sembrerebbe essere accompagnata da benefici di carattere economico, ossia minori costi a tonnellata, ma non al Sud, dove si stenta a convergere verso tale circolo virtuoso. In questo contesto un tema sfidante, secondo la Corte, è rappresentato dal controllo della razionalizzazione della spesa dei vari soggetti che saranno esecutori del Recovery plan, spesso collegati fra loro in logica di network. Come indicato dalla Commissione Europea, dalla catena dei soggetti finanziatori a quelli esecutori ed ai livelli nazionale-regionale-locale, dovrebbe essere impostato - ma ancora non c'è - un sistema unitario di controlli, un cruscotto di indicatori di performance chiave. Per la spese di Amministrazione, funzione che ingloba una serie di attività eterogenee che vanno dalla gestione delle entrate tributarie e servizi fiscali, all’ufficio tecnico, all’anagrafe, allo stato civile, al servizio elettorale, alla leva e al servizio statistico, fino ai servizi amministrativi generali, i Comuni delle aree centrali e meridionali spendono di più dei Comuni del Nord, con valori che in alcuni casi sono addirittura doppi, anche se vi è un generalizzato arretramento della spesa. Emerge chiaramente una forte caratterizzazione “Nord-Sud”, ossia una tendenza a valori omogenei e tendenzialmente più contenuti al Nord-Est e Nord-Ovest (fra gli euro 20 del Veneto e gli euro 27 dell’Emilia-Romagna) e via via più elevanti al Centro, Sud e Isole (fra gli euro 29 delle Marche e gli euro 42 della Sicilia).
In 26 aree provinciali, di cui 15 nel Sud e Isole (Agrigento, Barletta-Andria-Trani, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Enna, Foggia, L’Aquila, Napoli, Oristano, Ragusa, Siracusa, Taranto, Trapani, Vibo Valentia), c’è stata una contrazione delle spese di Amministrazione. I Comuni che dimostrano criticità finanziarie sono mediamente quelli che presentano valori elevati di spesa per Amministrazione (+5%), e sono anche quelli la cui spesa per Amministrazione corre più lentamente rispetto alla spesa corrente. Con riferimento alle spese per la polizia locale, i Comuni delle aree centrali e meridionali spendono di più dei Comuni del Nord, con valori che in alcuni casi sono addirittura doppi, anche se vi è un generalizzato arretramento della spesa.
Emerge chiaramente una forte caratterizzazione “Nord-Sud”, ossia una tendenza a valori omogenei e tendenzialmente più contenuti al Nord-Est e Nord-Ovest (fra gli euro 20 del Veneto e gli euro 27 dell’Emilia-Romagna) e via via più elevanti al Centro, Sud e Isole (fra gli euro 29 delle Marche e gli euro 42 della Sicilia. Per quanto riguarda in particolare i rifiuti, l'indagine come si è detto esclude le regioni a statuto speciale- e perciò la Sicilia- ed emerge in modo chiaro che al Nord la maggiore raccolta differenziata ha un effetto benefico sui costi, al Sud li aumenta - Gli effetti benefici sulla spesa al Nord, conseguenti a maggiori livelli di raccolta differenziata sono attestati da una riduzione del 17% nei Comuni in cui la raccolta differenziata supera il 65% rispetto a quelli in cui non si raggiunge il 40% nel Nord-Ovest, dato che balza a -26% nel Nord-Est ed al Centro. Al Sud la situazione è esattamente inversa, rispettivamente +3% e +11%. La raccolta e smaltimento di una tonnellata di rifiuti in Lombardia mediamente costa euro 234, mentre in Basilicata costa il doppio, euro 465; ci sono punte di oltre euro 500, in più di un quarto degli enti in Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania e Basilicata.
I costi di raccolta e smaltimento in Sicilia, che la Relazione della Corte ignora, possono essere tuttavia ricostruiti utilizzando i dati del Rapporto Rifiuti Urbani dell'ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e ricerca ambientale), edizione 2020. Abbiamo messo a confronto i dati di Lombardia, Campania e Sicilia:
REGIONI |
Costo pro-capite in euro |
Costo per KG in eurocent |
Lombardia |
139,86 |
29,22 |
Campania |
203,59 |
45,17 |
Sicilia |
185,26 |
40,30 |
N/s elaborazione su Rapporto Rifiuti Urbani ISPRA 2020
La Sicilia, come si vede, non è ultima tra le regioni meridionali ma risulta ben distante dalle performances delle regioni dell'Italia del Nord. Che la vicenda rifiuti sia uno dei nodi più caldi da affrontare e risolvere nell'isola è confermato non solo dallo spettacolo quotidiano nelle strade di città grandi e medie, ma anche dai dati relativi alla raccolta differenziata che vedono l'isola, con poche eccezioni, ben lontana da comportamenti virtuosi.
Percentuali di raccolta differenziata su scala provinciale, anno 2019
TRAPANI |
56,7% |
PALERMO |
29,0% |
MESSINA |
32,8% |
AGRIGENTO |
49,1% |
CALTANISSETTA |
48,4% |
ENNA |
57,8% |
CATANIA |
36,4% |
RAGUSA |
57,8 % |
SIRACUSA |
36,4% |
ISPRA Rapporto Rifiuti Urbani Edizione 2020
Forse bisognerebbe decidersi a metter mano a nuove e più efficienti normative, assumendo finalmente decisioni da anni rinviate, piuttosto che abbandonarsi all'indignazione pelosa quando qualche protagonista dei social media nazionali denuncia ciò che è ogni giorno sotto gli occhi di ciascun cittadino siciliano.
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