Il divario dell'istruzione penalizza soprattutto il Sud

Giovani | 13 luglio 2019
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In tema di istruzione si amplia sempre più la forbice del divario tra il Nord e il Sud dell’Italia. A livello nazionale, gli allievi dell'ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado che raggiungono risultati molto bassi in italiano sono circa il 13% del totale, ma questa quota supera il 20% in Campania, in Basilicata e in Sicilia, per arrivare al 25% in Calabria.

I dati rivelano, altresì, che in alcune regioni del Mezzogiorno- in particolare in Campania, in Calabria, in Sicilia e in Sardegna- c’è un maggior numero di allievi con livelli di risultati molto bassi, soprattutto in matematica e in inglese. E’ la fotografia scattata dalle prove Invalsi 2019 che hanno coinvolto oltre 1.100.000 allievi della scuola primaria (classi II e V), circa 555mila studenti della secondaria di primo grado (terza media), circa 525mila del secondo anno delle superiori e, novità assoluta di quest’anno, circa 475mila studenti dell’ultima classe delle superiori, prima della maturità.

La percentuale di alunni di terza media che in italiano non raggiunge il livello minimo di adeguatezza indicato dalle linee guida nazionali è pari, in media, al 35%. Mentre i bambini delle scuole primarie hanno buoni risultati in italiano, molto simili in tutto il Paese, per la matematica si riscontrano valori più bassi della media nazionale in alcune regioni del Mezzogiorno (Campania e Sardegna), una tendenza che diviene più evidente nei gradi scolastici successivi. Nelle classi quinte della scuola primaria aumentano le differenze dei risultati medi con una polarizzazione degli esiti tra le regioni centro-settentrionali e quelle del Mezzogiorno. Sull’inglese il divario si accentua. Sono buoni i risultati degli allievi della scuola primaria e, rispetto allo scorso anno, si registra un miglioramento nelle prove di ascolto. L’88,3% degli allievi della V elementare raggiunge il prescritto livello A1 del QCER nella prova di lettura (reading) e l'84% di allievi il prescritto livello A1 del QCER nella prova di ascolto (listening).

Al Nord e al Centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di reading sono circa il 90%, mentre al Sud circa l'85%. Per il listening, invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono circa l'87% al Nord e al Centro, mentre circa il 78% al Sud. Rispetto al 2018 l'Invalsi riscontra un apprezzabile miglioramento soprattutto nella prova di ascolto (listening) della classe quinta della scuola primaria, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno. Secondo l’Istituto, l'introduzione delle prove d’inglese al termine del primo ciclo ha favorito una maggiore attenzione verso l'ascolto (listening) rispetto a quanto avveniva nel passato.

Al quinto anno di corso delle superiori, al termine dello svolgimento della prova di lettura in inglese, il 51,8% degli studenti delle scuole italiane raggiunge il B2. Ed è un risultato inferiore rispetto alla media degli altri Paesi considerati. Il 10,6%, invece, non raggiunge il B1, ossia si posiziona a un livello di competenza molto basso dopo 13 anni di scuola. In Calabria, in Sicilia e in Sardegna la percentuale degli allievi che raggiunge il B2 scende, rispettivamente, al 31%, al 34,8% e al 34,1%. Ancora più forte il divario rispetto al dato nazionale nella percentuale di allievi con risultati molto bassi. Nello specifico gli allievi che non raggiungono il B1 sono: in Calabria il 21,7%, in Sicilia il 18,2% e in Sardegna il 20%. Nella prova di ascolto (listening) solo il 35% degli studenti delle scuole italiane raggiunge il B2, traguardo previsto alla fine della scuola secondaria di secondo grado. Il 25,2%, cioè uno studente ogni quattro, invece, non raggiunge il B1, ossia si posiziona a un livello di competenza basso dopo 13 anni di scuola.

In Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna la percentuale degli allievi che raggiunge il B2 scende, rispettivamente, al 19,9%, al 14,6%, al 14,8% e al 20,7%, a fronte del 49,3% del Veneto. Ancora più forte il divario rispetto al dato nazionale della percentuale di allievi con risultati molto bassi (non raggiunge il B1). Le percentuali di allievi che non raggiungono il B1 sono: in Campania il 41,7%, in Calabria il 47,7%, in Sicilia il 46,7% e in Sardegna il 40,8%, a fronte del 10,9% del Veneto. Relativamente al reading e listening, il quadro cambia. L’ente nazionale di valutazione parla anche di una considerevole differenza tra gli esiti della prova di lettura (reading) e quelli della prova di ascolto (listening). Questi esiti fanno pensare alla prevalenza di una didattica maggiormente legata alla frequentazione dei testi scritti.

Con l’eccezione delle province autonome e del Friuli-Venezia Giulia, la percentuale di studenti al livello B1 del QCER non si differenzia molto nelle diverse aree del Paese. Notevoli differenze si osservano, invece, nelle percentuali degli allievi che non raggiungono il B1 o di quelli che raggiungono il B2 (traguardo previsto per tutti gli indirizzi di studio dalle Indicazioni che arrivano per tutto il Paese). “I dati del Rapporto Invalsi- ha detto il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti- evidenziano innegabili motivi di preoccupazione”. “Come Ministero- ha proseguito- siamo convinti dell'importanza della valutazione standardizzata degli apprendimenti che però si deve integrare e affiancare all'insostituibile ruolo della valutazione dei docenti.

Dobbiamo portare avanti la valutazione delle attitudini mettendo al centro gli studenti e le loro potenzialità. La scuola deve formare individui autonomi e liberi, cittadini responsabili e consapevoli”.

 di Melania Federico

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