Il Coronavirus fa scatenare anche la violenza sui minori

Società | 26 agosto 2020
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I servizi di prevenzione e contrasto della violenza sui minorenni, secondo una nuova indagine globale dell’UNICEF, hanno subito pesanti interruzioni durante la pandemia da COVID-19, esponendo bambini e adolescenti a un rischio più elevato di violenza, sfruttamento e abusi. “Sui 136 Stati che hanno fornito dati alla “Socio-Economic Impact Survey of COVID-19 Response dellUNICEF- ha detto Francesco Samengo, Presidente dellUNICEF Italia- 104 hanno segnalato un’interruzione dei servizi di prevenzione e risposta alle violenze contro i bambini”. Samengo ha altresì spiegato come circa due terzi dei Paesi, tra cui Sudafrica, Malesia, Nigeria e Pakistan, hanno riferito che almeno parte dei servizi è stata gravemente limitata, Asia meridionale, Europa orientale e Asia centrale segnalano la più alta percentuale di interruzioni nella disponibilità dei servizi.

Anche prima della pandemia l’esposizione dei minorenni a violenze e abusi era diffusa, considerando ad esempio che circa metà dei bambini nel mondo subiscono punizioni corporali in ambito domestico, che quasi tre quarti dei bambini tra i 2 e i 4 anni sono regolarmente sottoposti a forme di disciplina violenta e che un’adolescente (15-19 anni) su tre subisce molestie o comportamenti violenti dal proprio partner. “Stiamo appena iniziando a comprendere appieno i danni causati ai bambini dalla maggiore esposizione alla violenza durante i lockdown- ha spiegato Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell’UNICEF-Le chiusure scolastiche in corso e le restrizioni di movimento hanno lasciato molti bambini bloccati in casa, alla mercé di soggetti abusanti sempre più frustrati. L’impatto del lockdown sui servizi di protezione e sull'operatività degli assistenti sociali fa sì che i bambini non hanno risorse a cui rivolgersi per chiedere aiuto”.

Più della metà degli Stati che hanno partecipato all’indagine ha segnalato interruzioni nella gestione dei casi individuali, nei servizi di riferimento e nelle visite a domicilio da parte di assistenti sociali ai bambini e alle donne a rischio di abusi. In numerosi paesi sono stati sospesi anche i programmi per la prevenzione della violenza, l’accesso da parte dei minorenni alle autorità garanti, nazionali o locali, per la tutela dell'infanzia e i numeri di assistenza telefonica. Durante la pandemia di COVID-19, la limitazione dei contatti con le figure informali di sostegno (amici, insegnanti, operatori sociali, famiglia allargata e altri membri della comunità) ha reso bambini e famiglie ancora più vulnerabili. L’UNICEF sta sostenendo i governi e le organizzazioni partner per mantenere e adattare i servizi di prevenzione e risposta urgente per i bambini colpiti dalla violenza durante il COVID-19. “Sono fin troppi- spiega ancora Fore- i bambini che dipendono dai sistemi di tutela dell’infanzia per essere al sicuro. In tempi di crisi, i governi devono prendere misure immediate e a lungo termine che proteggano i bambini dalla violenza, come ad esempio stanziare fondi per gli operatori sociali, rafforzare le linee telefoniche di aiuto per linfanzia e mettere a disposizione risorse a sostegno della genitorialità”.

In Italia, secondo un recente Rapporto ISTAT, il 69% delle donne vittime di violenza che si rivolgono al numero verde 1522 - messo a disposizione dal Dipartimento pari Opportunità della Presidenza del Consiglio- dichiara di aver figli, di cui il 59% minori. Nel 62% dei casi le vittime affermano che i figli hanno assistito alla violenza e, nel 18% dei casi, dichiarano che essi la hanno anche subita. La percentuale di vittime che dichiara episodi di violenza assistita passa dal 57,5% (sul totale delle vittime con figli per anno) al 67,4 %. Ancora più drammatica appare la crescita di percentuale di coloro che dichiarano che gli episodi di violenza si siano rivolti anche ai minori. Il numero delle vittime che afferma che la violenza subita ha riguardato anche i figli passa da 836 a 1.084.

Durante il lockdown sono state 5.031 le telefonate valide al 1522, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019. Le vittime che hanno chiesto aiuto sono 2.013 (+59%). Le denunce per maltrattamenti in famiglia sono diminuite del 43,6%, quelle per omicidi di donne del 33,5%, tra le quali risultano in calo dell83,3% le denunce per omicidi femminili da parte del partner.

 di Melania Federico

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