Il calcio all'indifferenza di Palermo

Società | 28 aprile 2015
Condividi su WhatsApp Twitter

Un incontro interreligioso, contraddistinto dalla voglia di superare ogni differenza e ideologia religiosa, dando un segnale di grande civiltà alle rispettive comunità. Con “Un  calcio all’indifferenza”, evento promosso dall’associazione Sportiva Dilettantistica Atletica “Berradi 091”, in seguito ai fatti tragici che si sono ultimamente consumati nel Canale di Sicilia, il Foro Italico di Palermo si é riempito di colori, animato non solo dal quadrangolare di calcio a 7 tra squadre miste (Extra, formazione di cittadini immigrati provenienti da diversi nazionalità; il Cus Palermo, rappresentativa della Polizia di Stato; una delegazione di studenti stranieri) - i cui giocatori sono scesi in campo indossando una maglietta con la scritta “Perdonateci” -  ma anche dai tanti cittadini di ogni nazionalità e da decine di bambini, ai quali sono stati affidati i palloncini bianchi che hanno riempito il cielo del centro storico di Palermo. I più grandi hanno, invece, consegnato al mare dei fiori bianchi, ricordando in tal modo ancora una volta le tante vittime del mare che non hanno avuto alcuna possibilità di salvezza. Una città che, nonostante le condizioni meteorologiche poco favorevoli, ha dimostrato di sapere regalare scampoli di serenità. Anche grazie a un improvviso arcobaleno, visto come segno di speranza da parte di tutti.

Un luogo simbolo di incontro tra più culture, il Foro Italico, confermatosi tale grazie alla capacità degli organizzatori di questa iniziativa di sensibilizzare la cittadinanza al dialogo e alla partecipazione ai processi d’integrazione multiculturale.

Forte e sentito da tutti il momento della preghiera, ognuno secondo i rispettivi credi, con la presenza dell’Iman della Moschea di Palermo, Mustafà Abderrahmane; del Rabbino della comunità Ebraica, Salvatore Yehoshua Parrucca; di Padre Sergio, della Caritas di Palermo; di Vincenzo Ceruso, responsabile della comunità di “Sant’Egidio”. A coordinare il tutto Rashid Berradi, responsabile dell’associazione organizzatrice, realtà da anni impegnata nella promozione legata all’attività sportiva come strumento essenziale di solidarietà e integrazione sociale.

«Questa è stata un’occasione importante per tutti noi – ha affermato Berradi – perché intanto ci ha fatto sentire tutti più uniti e vicini. E’, però, l’inizio di un percorso che non si ferma qui. Non amiamo le passerelle e gli effetti speciali, ma le azioni concrete che guardano lontano».

Obiettivi che puntano a costruire. «Vogliamo che chi arriva da noi – ha aggiunto Ceruso – si senta a casa propria. Non stranieri, ma nuovi cittadini italiani, per nulla diversi ma uguali a chiunque altro».

Importante, dunque, avere favorito l’incontro di più credi, di più religioni, di modi diversi di intendere la vita, però sempre e comunque accomunati dalla voglia di costruire un futuro di pace, identico per tutti.

«E’ bello quello che è successo oggi qui – ha sottolineato in conclusione l’Imam Abderrahmane -. Mi dispiace che molti appartenenti alla mia comunità non siano stati presenti, ma l’unica giustificazione che hanno è la paura.  Quello che vorremmo si realizzasse è la reale fusione tra più culture e religioni, puntando a fare conoscere la bellezza del Corano e della religione musulmana. E’ fondamentale perché possiamo ambire a una società libera e serena, nella quale non esista più alcuna paura».

«Insieme per un Mediterraneo di pace e di vita» è, invece, il messaggio inviato dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, impossibilitato a partecipare a questo importante momento di condivisione del dolore vissuto dalle tante comunità di immigrati di ogni confessione religiosa residenti nella nostra città.  Un augurio, al quale ha fatto seguito la conferma che l'amministrazione comunale ha deciso di collocare, proprio al Foro Italico, un monumento al migrante ignoto. L’ulteriore riprova che il capoluogo siciliano si attesta come luogo dal quale parte una ribellione profonda delle coscienze perché “non si può e non si deve più tollerare l'indifferenza dell'Unione Europea su un vero e proprio genocidio e lo scaricabarile di coloro che lasciano questa emergenza solo sulle spalle della Sicilia e dei siciliani".

 di Gilda Sciortino

Ultimi articoli

« Articoli precedenti