Il bilancio della Regione sarà risanato tra 30 anni, forse

Economia | 17 settembre 2015
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Il bilancio della Regione sarà risanato tra 30 anni, forseAmmonta a quasi 7 miliardi di euro il «piano di rientro» contenuto nella manovra di assestamento approvata dalla giunta e incardinata stamani in commissione Bilancio all'Ars. Il documento, allegato alla manovra, stabilisce i termini per il risanamento del bilancio della Regione, attraverso l'operazione di cancellazione dei residui attivi (crediti non più esigibili), per 4,92 miliardi, e il ripianamento del disavanzo pari a 1,8 miliardi. Un atto col quale l'assessore regionale all'Economia, Alessandro Baccei, intende rispettare le indicazioni fornite dalla Corte dei Conti nel giudizio di parifica dell'ultimo rendiconto.  Il «piano Baccei» prevede il ripianamento del disavanzo di 1,8 mld in sette anni: 410 mln già quest'anno e 246 mln a partire dal prossimo anno, a quote costanti fino al 2022. Per i residui attivi, invece, l'ammortamento è per 30 anni con quote costanti pari a 164,1 mln (già a partire dall'esercizio in corso) fino al 2045. Per quanto riguarda la manovra vera e propria a chiusura dell'esercizio in corso, vengono «scongelate» spese per 100 milioni di euro: 38,7 mln ai comuni, 20,5 mln ai precari, 13,8 mln pe rla sanità, 11,1 mln ai forestali, , 3,8 mln alla società Servizi ausiliari, 2,2 mln per i Pip di 'Emergenza Palermò, 1,6 mln ai Liberi consorzi, 1,4 mln al fondo per i contributi a enti e organismi. E ancora: 987 mila euro all'Eas, 961 mila euro per le comunità alloggio per i disabili psichici, 945 mila euro all'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, 418 mila euro al fondo unico regionale per lo spettacolo (Furs), 376 mila euro per le norme di manutenzione del territorio e del paesaggio rurale, 334 mila euro al fondo per i cofinanziamenti regionali, 193 mila euro di aiuti alle associazioni degli allevatori per la tenuta dei libri genealogici, 142 mila euro per l'Unione italiana ciechi, 125 mila euro per le attività sportive, 69 mila euro per disposizioni in materia di personale precario. Inoltre vengono finanziati tre interventi di spesa per la copertura finanziaria delle quote associative dovute dalla Regione a Svimez e Cinsedo e a enti gestori delle riserve. Fuori dalla manovra Ipab, Consorzi di bonifica, ex sportellisti e altre categorie. Il termine per gli emendamenti è stato fissato alle 12 di venerdì prossimo, l'intendimento della commissione, presieduta pro-tempore da Vincenzo Vinciullo (Ncd), è di approvare il testo entro lunedì per portarlo in aula tra martedì e mercoledì prossimi. «La manovra - dice Vinciullo - cerca di intervenire per dare risposte a diverse criticità che il governo ritiene di dover affrontare. Mancano le risorse per altre questioni, perchè c'è una situazione di grossa difficoltà che ci prepariamo ad affrontare con serietà». Proprio per le difficoltà finanziarie della Regione, secondo Vinciullo questa manovra di assestamento potrebbe non bastare. «Non voglio essere pessimista - afferma - ma credo che sarà necessario ricorrere ad un altra manovra correttiva entro la fine dell'anno».

LA RICETTA DELLA CISL PER COPRIRE I BUCHI DI BILANCIO

Centrale unica degli acquisti, evasione fiscale, spesa sanitaria, Statuto regionale. Quattro temi che per la Cisl, «se solo vi fosse la volontà politica d'intervenire seriamente», potrebbero portare nelle casse della Regione qualcosa come 1,8 miliardi: esattamente quanto manca per evitare l'esercizio provvisorio e chiudere il bilancio di previsione per il 2016«. A dirlo Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia, parlando stamani all'assemblea programmatica regionale dei pensionati Cisl (Fnp), a Palermo. All'assessore all'Economia Alessandro Baccei ha fatto sapere che all'appello del bilancio regionale mancano 1,8 miliardi, Milazzo replica a distanza, con una domanda: »Che fine ha fatto la centrale unica degli acquisti prevista dalla legge regionale di stabilità del maggio scorso?«. Quella legge, ricordano alla Cisl, stabilisce all'articolo 55 che la Regione, con decreto dell'assessore all'Economia, adotta il Piano strategico degli acquisti per tutti i rami dell'amministrazione, le aziende sanitarie e gli enti e le società collegati». «Al momento - precisa Milazzo - la spesa per acquisti incide sui conti della Regione per quattro miliardi l'anno. Una stima molto prudenziale ci fa pensare che, con una centrale unica, questo costo si ridurrebbe di almeno il 10%». Se poi, aggiungono alla Cisl, la strada della centrale unica fosse battuta anche per Comuni, Liberi consorzi e Città metropolitane, la percentuale del risparmio lieviterebbe molto sopra i 4-500 milioni che si potrebbero ipotizzare inizialmente. «Al di là di ogni considerazione sulla lotta al malaffare, si libererebbero risorse che potrebbero essere investite in piani di sviluppo e creazione di lavoro».  


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